C'è un fermo per l'omicidio di Nicolas Lucifora, il 16enne ucciso a Francofonte, nel Siracusano, nella notte di Pasqua. Si tratta di un 22enne del posto. Il movente sarebbe una presunta lite scoppiata tra i due in seguito al consumo di alcol in via Nastro Azzurro, nota per la movida cittadina.
A dare la notizia sono fonti locali, secondo cui, nelle scorse ore, gli inquirenti avrebbero anche ritrovato, sul luogo del delitto, l'arma usata per colpire il 16enne: un coltello a scatto che il presunto aggressore - la cui identità non è ancora stata resa nota - avrebbe abbandonato in strada subito dopo l'agguato.
Determinanti per la svolta nelle indagini sono state le testimonianze dei presenti, unite all'analisi delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona, frequentata da giovani e sede di diversi locali notturni. Il motivo esatto della lite all'origine dell'estremo gesto è ancora da chiarire.
Secondo le prime ricostruzioni, sia vittima che carnefice avrebbero bevuto. L'ipotesi è che le condizioni psicofisiche di entrambi fossero alterate quando il maggiore ha estratto il coltello, colpendo il minore fino a lasciarlo a terra in una pozza di sangue.
I fatti risalgono alla notte tra il 19 e il 20 aprile. All'arrivo dei soccorsi, per Nicolas non c'era già più nulla da fare. Un dramma cha ha profondamente colpito la comunità locale: su disposizione del sindaco, Daniele Lentini, tutte le manifestazioni festive previste per Pasqua e Pasquetta sono state sospese.
Non si esclude poi, per il giorno dei funerali, la proclamazione del lutto cittadino, che potrebbe unirsi a quello nazionale eventualmente deciso dal Consiglio dei ministri per la morte di Papa Bergoglio, deceduto a causa di un ictus cerebrale o di un collasso cardiocircolatorio nelle prime ore del lunedì dell'Angelo.
Intanto, sui social, si moltiplicano i messaggi di cordoglio per il giovane. "Riposa in pace piccolo", scrive qualcuno. "Dovremmo chiedere scusa tutti, noi genitori, per il mancato controllo dei nostri figli". "Dovevano essere giorni di festa, invece il dolore ha preso il posto della serenità", si legge in un altro post.
Quello più condiviso porta la firma dell'"Associazione Genitori" di Francofonte. "Ogni volta che una giovane vita viene spezzata, non è solo una tragedia individuale: è una sconfitta collettiva. È la società intera che perde", recita.
"Una società che non sa proteggere i suoi giovani, che non riesce a prevenire il degrado, l’emarginazione e la rabbia che generano certi gesti, è una società che ha smarrito la bussola", prosegue, sottolineando che "ogni atto di violenza è sintomo profondo di qualcosa che non funziona".
Alcuni organi di stampa hanno ricordato come, a Francofonte, la morte del 16enne arrivi pochi giorni dopo l'arresto, da parte dei carabinieri, di cinque persone tra i 20 e 31 anni, accusate di tentato omicidio, detenzione di armi e ricettazione nell'ambito di una faida tra gruppi rivali, culminata in diversi episodi violenti in pochi mesi, tra cui, pare, delle sparatorie.
Tra i sentimenti dominanti in paese ci sono dolore e rabbia. "Nico vive", recita uno striscione comparso domenica su via Nastro Azzurro, dove si è consumato l'omicidio.
Uno slogan simile a quello esposto all'ingresso del parco Baden Powell di Pescara dopo la morte di Thomas Christopher Luciani: anche lui 16enne, anche lui accoltellato e ucciso - come Nicolas - per futili motivi, la scorsa estate.