Paura per il futuro e per la crisi climatica. Il termine "ecoansia" è un neologismo che prende sempre più piede nell'italiano e non rappresenta solamente un problema relativo ai timori del riscaldamento globale ma una condizione tristemente nota, soprattutto fra i più giovani. Con ecoansia si intende anzitutto la consapevolezza degli effetti dei cambiamenti climatici sull'ambiente e il timore di quello che potrebbe accadere da qualche anno a questa parte.
Eppure pochi sembrano conoscere questo termine anche se la consapevolezza che il destino dell'umanità potrebbe subire importanti cambiamenti sembra un fattore ormai acquisito dalla maggior parte degli intervistati. A rivelarlo è un sondaggio fatto da YouTrend per Unicef e pubblicato oggi, 22 aprile 2025, in occasione della Giornata Mondiale della Terra. Dati che dovrebbero far riflettere in merito alla necessità di applicare politiche per il contrasto alla crisi climatica che il nostro Pianeta vive ormai da qualche anno a questa parte.
La crisi climatica scoraggia dall'avere figli e il 69% degli italiani teme per il proprio futuro. La maggior parte degli intervistati dice di sentire sempre di più la pressione nel dover condurre uno stile di vita sostenibile per scongiurare il peggio. I pensieri sul cambiamento climatico si affollano nelle menti degli italiani che si dicono preoccupati per il futuro.
Ansia e timori per quello che sarà. Questo è quello che vivono i cittadini italiani a fronte dei cambiamenti climatici, secondo un sondaggio di YouTrend per Unicef pubblicato in occasione della Giornata Mondiale della Terra. Emerge che la maggior parte degli intervistati vive il riscaldamento globale con la paura per il futuro: timori così grandi addirittura da scoraggiare dall'avere figli o temere per il proprio futuro.
Secondo quanto è possibile osservare dalla rilevazione, il 59% degli intervistati prova ansia quando sente notizie che parlano di cambiamenti climatici. Resta tranquillo invece il 39%. Nella quotidianità, invece, il 60% pensa agli effetti del riscaldamento globale mentre per il 39% non è un pensiero ricorrente.
Il 69% degli italiani ritiene che il destino dell’umanità sia ormai compromesso a causa della crisi climatica, che per quasi un under 45 su tre (32%) scoraggia dall’avere figli.
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Fonte: sondaggio Youtrend per @UNICEF_Italia pic.twitter.com/NTLJ1scbvY
La parola d'ordine è responsabilità. Per la maggior parte degli italiani infatti è necessario mantenere atteggiamenti eco sostenibili, sono diverse le azioni che il singolo può portare avanti: dalla riduzione del consumo di carne fino alla raccolta differenziata. Piccoli gesti che implicano un cambiamento negli stili di vita che hanno preso sempre più largo negli ultimi anni.
Circa il 68% degli intervistati dichiara una forte responsabilità nell'essere sostenibili mentre si dice contrario il 30%. Il 61% invece dice di provare nervosismo quando non riesce a mantenere un comportamento eco sostenibile. Nonostante il forte impegno, la maggior parte degli intervistati ritiene che il destino dell'umanità è già segnato a causa dei cambiamenti climatici (69%) mentre il 29% è più ottimista e ritiene che si possa ancora fare qualcosa per evitare il collasso.
Il 7% degli italiani riscontra sintomi fisici legati all'ecoansia almeno una volta a settimana, mentre il 9% dichiara di avere, sempre almeno una volta a settimana, pensieri ricorrenti e incontrollati su disastri ambientali.
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Fonte: sondaggio Youtrend per @UNICEF_Italia pic.twitter.com/fB67mIJhcA
Tra i neologismi più popolari figura "ecoansia". Questa parola, molto popolare tra le generazioni più giovani, rappresenta la profonda sensazione di ansia e paura per il futuro che potrebbe dipendere dai cambiamenti climatici.
Secondo quanto emerge da una seconda parte del sondaggio pubblicato da YouTrend per Unicef, nell'ultimo mese il 9% degli intervistati ha avuto pensieri ricorrenti sui disastri ambientali, al 28% è capitato solo qualche volta mentre il 62% dice di non avere pensieri sugli effetti catastrofici del cambiamento climatico. Sempre in merito all'ecoansia, circa il 7% dice di accusare segni fisici relativi al disagio legato ai timori per il cambiamento climatico.
Un sondaggio realizzato da Youtrend per @unicefitalia mostra che solo il 24% degli italiani ha già sentito parlare di #ecoansia. Una volta spiegato il suo significato, il 22% degli intervistati afferma di vivere o aver vissuto un’esperienza riconducibile all’ecoansia. pic.twitter.com/bDRktVtSNf
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Al 18% è capitato invece solo qualche volta. Infine, dalla rilevazione emerge che il termine ecoansia è poco conosciuto nelle generazioni più anziane: degli over 65 intervistati solo il 15% ne conosceva il significato, percentuale che aumenta nella fascia di età 36-65 (26%) e che risulta più alta tra i 18-35 (31%). In totale, il 24% degli intervistati conosce il significato del neologismo: segno di una consapevolezza che si fa sempre più strada ma che deve necessariamente aumentare per poter far fronte al problema.