Migliaia di persone, disposte in ordine, che salutano Sergio Ramelli con il braccio teso, emulando il tanto discusso saluto romano. Nessuna novità, nei fatti, e forse è proprio questo il problema. La manifestazione in memoria del giovane militante morto il 29 aprile 1975 a causa di un agguato da parte di un gruppo di estremisti di sinistra è da tempo un momento di raduno per migliaia di neofascisti da tutta Italia. Basta farsi un giro su Internet per vedere come si è svolta negli scorsi anni la manifestazione.
Quest’anno, però, la polemica rischia di arrivare anche nei confronti del governo. Già in passato l’esecutivo nazionale è stato accusato di favorire i raduni dei gruppi di estrema destra in tutto il Paese: basti pensare alla manifestazione per i morti di Acca Larentia a Roma o a quanto accaduto a Dongo nella giornata di ieri per commemorare Benito Mussolini a ottant’anni dalla sua morte. A destare clamore sono le dichiarazioni della seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, che ha litigato nel pomeriggio con i giornalisti che gli hanno fatto una domanda proprio sui saluti romani.
Il corteo, in programma da tempo, si è svolto partendo da Piazzale Gorini, a Milano, per poi arrivare sotto casa di Ramelli. La "parata nera" si è svolta in una giornata in cui il centrosinistra ha organizzato diversi presidi per opporsi all’intitolazione di piazze al giovane esponente del Fronte della Gioventù.
Scene già viste, quelle di oggi 29 aprile 2025, sotto casa di Sergio Ramelli in via Paladini, a Milano. Migliaia di esponenti dell’ultradestra si sono recati a Milano, dove si è tenuta una manifestazione per ricordare il giovane di soli 18 anni ucciso dall’estrema sinistra. Lo scenario è lo stesso di ogni anno: si è tenuta una manifestazione istituzionale per ricordare quanto sia importante la memoria delle vittime del terrorismo di ogni matrice in via Pinturicchio e via Lombardia.
Protagonisti del corteo istituzionale sono il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il presidente del Senato, Ignazio La Russa, protagonista suo malgrado di una baruffa con un giornalista nel pomeriggio di oggi.
Nella serata, però, si è tenuto anche il corteo da parte degli estremisti di destra in memoria di Ramelli. Annunciata da tempo, la manifestazione è partita da via Ponzio, non troppo distante da Piazzale Gorini, ed è arrivata in via Paladini – dove viveva Sergio Ramelli. Le scene sono le solite che ormai da anni si vedono in questi cortei: rappresentanti dell’estrema destra di ogni età, disposti in ordine e pronti a fare il saluto romano.
Avanza uno striscione che recita: “Onore ai camerati caduti” alla testa del corteo. Croci celtiche, tatuaggi di svastiche e simboli legati al fascismo possono essere visti sul corpo di molti dei manifestanti. Il rituale si svolge in tutta calma, probabilmente nelle prossime ore alcuni dei presenti saranno identificati dalle forze dell’ordine, come è successo a inizio anno nell’altro grande corteo dell’estrema destra ad Acca Larentia, a Roma.
Nel pomeriggio, al suo arrivo a Milano per prendere parte alla manifestazione istituzionale, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, si è rifiutato di rispondere a una domanda sui saluti romani che ci sono stati questa sera al corteo in memoria di Sergio Ramelli e ha detto che la giornata di oggi sarebbe servita – almeno dal lato istituzionale – per promuovere la pacificazione.
Quello di questa sera non è un caso isolato: già negli scorsi giorni, a Dongo, si sono tenute celebrazioni neofasciste per ricordare Mussolini a ottant’anni dalla sua uccisione.