"Ma ti pare una domanda da fare?" Il tono è di chi è furioso e ritiene che la domanda sia fuori luogo ma, forse, dietro quello sfogo c'è una difficoltà a condannare un'usanza dell'estrema destra ben nota. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è stato protagonista nella giornata di oggi, 29 aprile 2025, di una sfuriata con alcuni giornalisti che lo hanno raggiunto a Milano in occasione della commemorazione per i cinquant'anni dalla morte di Sergio Ramelli.
Ucciso quando aveva 18 anni da alcuni militanti di Avanguardia Operaia, Ramelli era un militante del Fronte della Gioventù - le giovanili del Movimento Sociale Italiano. La sua morte è da anni occasione per favorire riunioni dell'estrema destra a Milano: i militanti spesso si sono resi protagonisti di saluti romani e di gesti simili negli anni precedenti. Un dato di fatto, insomma, che anche nella serata di oggi si sarebbero verificati fatti non troppo dissimili.
Eppure il presidente del Senato ha preferito sorvolare sugli estremisti di destra presenti nel capoluogo lombardo e ricordare cosa significhi la morte di Ramelli oggi. Il presidente del Senato e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, hanno preso parte alle commemorazioni per il giovane cercando di lanciare un messaggio di unità contro le vittime del terrorismo degli anni '70.
È una furia Ignazio La Russa di fronte alla domanda di un cronista de Il Fatto Quotidiano. Il presidente del Senato si era recato quest’oggi a Milano per le commemorazioni di Sergio Ramelli, il militante del Fronte della Gioventù assassinato 50 anni fa. Un giornalista, appunto, ha chiesto nel marasma generale se potesse lanciare un messaggio per coloro che omaggeranno Ramelli con il saluto romano. E qui inizia lo show di La Russa: "Ti pare una bella domanda da fare?" chiede con aria seccata mentre è circondato da fotografi e giornalisti.
Il presidente del Senato lascia intendere di non essere interessato ai rituali degli estremisti ma non li condanna neanche. Poi spiega che la giornata di oggi deve essere in ricordo di Ramelli e promuovere la pacificazione.
E proprio con l’intento di seguire la via della pacificazione questo pomeriggio a Milano si sono svolte le due consuete commemorazioni, rispettivamente in via Pinturicchio e in viale Lombardia. Entrambi gli appuntamenti hanno visto la partecipazione del presidente del Senato Ignazio La Russa e del sindaco Giuseppe Sala, insieme a numerosi esponenti di Fratelli d’Italia e della destra milanese.
Tra i presenti c’era il capodelegazione FdI al Parlamento europeo Carlo Fidanza, la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti, l’assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa, il capogruppo in Consiglio comunale Riccardo Truppo, il presidente del Consiglio regionale Federico Romani, e i parlamentari Riccardo De Corato, Grazia Di Maggio, Andrea Mascaretti e Marco Osnato.
Negli interventi, il sindaco di Milano Sala - legato al Pd - ha parlato di Ramelli dicendo che era suo coetaneo e ribadendo che si è trattato di un omicidio politico da parte dei militanti dell’estrema sinistra. L’intento della manifestazione è quello di promuovere la pacificazione e il superamento di una retorica portata avanti fino a oggi sui morti appartenenti all’una o all’altra fazione.
C’è però il lato oscuro delle celebrazioni in memoria di Sergio Ramelli. Come ogni anno, a Milano si è tenuto il corteo da parte dell’estrema destra che ha visto migliaia di neofascisti arrivare fino a sotto casa di Ramelli per poi svolgere i classici rituali visti e rivisti negli anni precedenti.
La manifestazione, nota alle forze dell’ordine, è partita da via Ponzio per poi terminare in via Gorini nella serata di oggi.