L’Eternauta, la nuova serie disponibile su Netflix che ha scalato già la classifica piazzandosi al primo posto, è tratta dal fumetto argentino, scritta da Héctor Germán Oesterheld e illustrata da Francisco Solano López nel lontano 1957.
Quanto la serie resta fedele al fumetto? E quali differenze emergono tra le due versioni? In questo articolo proviamo a capire se l’adattamento riesce a rendere giustizia a una delle storie più potenti mai raccontate nel mondo del fumetto.
Prima che il brusio attorno alla serie Netflix iniziasse, c'era "El Eternauta". Un fumetto nato su carta e inchiostro, pubblicato su una rivista negli anni '50, con l'odore della vecchia stampa e il sapore pungente della realtà.
Soprattutto, con una storia potente, capace di gelare il sangue come la neve mortale che ne è protagonista indiscussa.
Immaginate una Buenos Aires non così diversa da quella che conosciamo, trasformata improvvisamente in un campo di battaglia silenzioso sotto una nevicata inaspettata e letale.
Questa è stata la geniale intuizione di Héctor Germán Oesterheld, lo sceneggiatore, e Francisco Solano López, il disegnatore. Tra il 1957 e il 1959, sulle pagine di Hora Cero Semanal, diedero vita a una storia che non sceglieva New York o Parigi come epicentro, ma proprio la capitale argentina. Finalmente, una narrazione con ambizioni globali nasceva dal Sud del mondo.
In piena Guerra Fredda, Oesterheld non si focalizzò tanto sugli alieni o le bombe, ma sull'umanità. La sua è una storia dove la neve non è candida ma assassina, dove l'eroe non ha mantelli ma un'attrezzatura improvvisata, e dove la fantascienza diventa un veicolo potente per parlare di politica e della necessità urgente di ricordare.
Ecco il trailer:
La trama ci porta nella casa di Juan Salvo, un uomo qualunque. Lo troviamo a Vicente López, periferia di Buenos Aires, mentre gioca a trucco (gioco di carte diffuso in America del Sud) con gli amici.
In quell'istante di normalità, inizia la fine del mondo. Una nevicata tossica ricopre tutto: un solo fiocco sulla pelle, e si muore.
Juan, la sua famiglia e i suoi amici devono improvvisare tute protettive fatte in casa per affrontare una città irriconoscibile e ostile, popolata da minacce aliene come i terrificanti "Cascarudos", gli "Uomini-Robot" (umani sotto controllo mentale) e i ciechi "Gurbos", tutti al servizio degli invisibili e potenti "Ellos". L'apocalisse non arriva da lontano, bussa alla porta di casa.
Buenos Aires, disegnata da Solano López con precisione quasi documentaristica, è più di uno sfondo: è un personaggio vero e proprio.
Juan Salvo stesso diventa l'"Eternauta", un termine coniato da Oesterheld che significa "navigatore dell'eternità".
Non è un supereroe, ma un uomo comune che, per sopravvivere e ritrovare i suoi cari, si ritrova a viaggiare nel tempo, diventando testimone e simbolo di resistenza.
La sua lotta, fatta di intelligenza, amore e memoria, si basa tragicamente sulla vita del suo creatore: Oesterheld, infatti, fu uno dei desaparecidos durante la dittatura militare argentina, e il suo corpo non fu mai ritrovato.
"L'Eternauta" è in assoluto il fumetto più influente in lingua spagnola, studiato, celebrato e dipinto sui muri.
Oggi, Netflix raccoglie la sfida di adattare questa opera complessa, con Ricardo Darín nel ruolo di Juan Salvo e la regia di Bruno Stagnaro, che ha scelto di ambientare la storia ai giorni nostri, con la consulenza del nipote di Oesterheld.
È una nuova occasione per scoprire o riscoprire questa storia fondamentale. Ma cosa dobbiamo aspettarci dalla serie?
L'idea è di catturare l'essenza vera del fumetto: lo spirito, i temi forti come la resistenza e l'umanità, la trama di base con la neve mortale e l'invasione aliena, e come sono fatti i personaggi, specialmente Juan Salvo. Tutto questo dovrebbe sentirsi forte e chiaro.
Però, c'è un "ma" importante: la serie è ambientata ai giorni nostri, non negli anni '50. E questo fa una bella differenza. Significa che il contesto storico, la tecnologia, il modo in cui la gente parla e interagisce saranno quelli di oggi.
Di conseguenza, aspettiamoci che alcuni dettagli della trama siano diversi, che i dialoghi suonino attuali e che le riflessioni politiche e sociali, pur mantenendo la loro forza, siano adattate al nostro tempo.
In pratica: non sarà una copia carbone del fumetto vignetta per vignetta. Sarà piuttosto una reinterpretazione, un modo nuovo per raccontare quella storia potente.
"L'Eternauta" non è solo fantascienza: è un avvertimento, una ferita aperta nella memoria collettiva e una promessa di resistenza che continua a parlarci. E forse, la domanda che ci lascia è ancora attuale: saremo capaci di ascoltare il suo messaggio?