Come si dice? Dagli amici mi guardi Iddio ché dai nemici mi guardo io. Il vecchio adagio sarà venuto in mente l'altro giorno al cardinale arcivescovo di New York Timothy Dolan dopo aver visto il meme di Trump Papa pubblicato dal presidente degli Stati Uniti su Truth e rimbalzato di social in social.
Il perché è presto detto: Dolan è amico di Trump. I due condividono la stessa visione politica. E l'inquilino della Casa Bianca vorrebbe senz'altro che fosse Dolan ad essere eletto nuovo Pontefice.
Ma di certo la diffusione di quel meme ha messo nei guai il porporato. Ha rimarcato una volta di più che, di questi tempi, essere riconosciuti amici o semplicemente essere accostati a Trump non è affatto un buon affare.
E insomma: il rischio è che Trump diventi davvero un Re Mida alla rovescia. Ha fatto perdere le elezioni ai suoi amici in Canada e in Australia. Ora, dopo l'avventato meme che lo ritrae nelle vesti papali, è in procinto di riservare lo stesso trattamento al suo amico Timothy Dolan?
L'arcivescovo di New York è il leader dell'ala più conservatrice della Chiesa. Già negli scorsi anni, in questa veste, ha guidato l'opposizione a Papa Francesco.
Sta di fatto che a poche ore dal Conclave, se dai nemici si guardava lui stesso, è stato da un amico che gli è arrivato il colpo che può metterlo ko.
Per Dolan, nato 75 anni fa a St.Louis, in Missouri, quel meme con Trump di bianco vestito non ci voleva proprio.
Ora la domanda è se abbia azzerato le possibilità che aveva di essere un papabile in cappella Sistina.
Di certo, se il porporato statunitense aveva delle chance da giocarsi all'ombra del Giudizio Universale di Michelangelo, sembrano essersi ridotte al lumicino dopo l'ultima trovata dell'amico Trump.
Ieri, il cardinale di New York Timothy Dolan, molto attivo sui social, ha celebrato messa a Monte Mario, nella parrocchia di Nostra Signora di Guadalupe, la chiesa romana di cui è titolare. E alle domande dei giornalisti che gli chiedevano del meme dell'amico presidente, ha risposto:
Insomma: non è stata certo una cosa buona e giusta. E sicuramente nemmeno gradita.
Si è sentito offeso, cardinale?
Il post deve essere cancellato? Trump deve chiedere scusa?
A queste domande, il cardinale Dolan non ha risposto preferendo dedicarsi ai fedeli, americani e non, che hanno affollato la parrocchia. Ma c'è chi lo annovera tra i king-maker, chi tra i papabili, gli è stato fatto notare. E lui:
sono state le sue ultime parole ai cronisti, mentre in chiesa ha cercato di alleggerire il clima con un'omelia molto breve:
E mentre si preparava la colletta, si è rivolto al parroco di Monte Mario dicendo:
In ogni caso, il cardinale Dolan non ha fatto nulla per nascondere che con l'amico Trump ha trascorso un brutto quarto d'ora. Probabilmente al telefono per rimproverargli quel post considerato imbarazzante e sconveniente. Tanto che per lui ha parlato la Conferenza Episcopale dello Stato di New York:
E a nulla è valso il tentativo del suo numero due, J.D. Vance, di ridimensionare il caso su X:
As a general rule, I'm fine with people telling jokes and not fine with people starting stupid wars that kill thousands of my countrymen. https://t.co/2WQPsofVIH
— JD Vance (@JDVance) May 3, 2025
E insomma: per il cardinale Dolan è stato difficile nascondere il disappunto per il colpo mancino dell'amico Donald. Fatto sta che il porporato ha cercato di metterselo subito alle spalle cercando anche di volare alto:
Missione impossibile? Per Dolan, nient'affatto:
Ma il nome da votare in cappella Sistina, Dolan, l'amico di Trump, ha confidato di non averlo ancora. E di certo, per averlo, non chiederà consiglio all'amico della Casa bianca.