12 May, 2025 - 15:18

Liliana Resinovich e il "mistero" della vertebra rotta: nuovi accertamenti smentiscono il tecnico

Liliana Resinovich e il "mistero" della vertebra rotta: nuovi accertamenti smentiscono il tecnico

Si torna a parlare del caso di Liliana Resinovich, la 63enne trovata morta nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico "San Giovanni" di Trieste ventidue giorni dopo la sua scomparsa, nel gennaio 2022. L'occasione sono i risultati di un "lavoro specialistico" firmato dai professori Vittorio Fineschi e Stefano D'Errico per la difesa di Sergio Resinovich, rappresentata dall'avvocato Nicodemo Gentile. 

I nuovi accertamenti sulla vertebra rotta di Liliana Resinovich

Il lavoro, fa sapere il legale, ha riguardato "le immagini tac effettuate sul cadavere di Liliana in data 8 gennaio 2022", confermando "che la frattura alla vertebra T2 (riscontrata durante la seconda autopsia, guidata dalla dottoressa Cattaneo, ndr) fosse già esistente al momento dell'esame".

Un dettaglio all'apparenza marginale, ma in realtà cruciale per la ricostruzione dei fatti. Nelle scorse settimane, uno dei tecnici che presero parte alla prima autopsia sulla salma della 63enne aveva infatti raccontato di aver personalmente causato la rottura.

"Le dichiarazioni del pirotecnico preparatore anatomico rappresentano un bluff", dichiara ora Gentile, specificando che "Sergio Resinovich lo ha già querelato per falso", chiedendo di approfondire il motivo per cui solo di recente, dopo tre anni e mezzo di indagini, si è fatto avanti per autodenunciarsi. Lo riporta l'Agi

Cosa aveva dichiarato il tecnico preparatore anatomico

L'uomo, di nome Giacomo Molinari, si era spontaneamente rivolto alla Procura. Successivamente, in un'intervista rilasciata a Il Piccolo, era tornato a parlare della questione.

Usando toni assertivi, senza ricorrere al condizionale, aveva spiegato che, per permettere al medico di esaminare con attenzione spalle e collo alla ricerca di eventuali segni di violenza, avrebbe posizionato dietro le spalle di Liliana uno specifico supporto.

Una manovra che avrebbe portato la testa della donna ad inclinarsi all'indietro, consentendo l'iperestensione del collo necessaria all'ispezione. Proprio in quel momento, secondo il suo racconto, avrebbe sentito  all'improvviso, "il rumore tipico di un osso che si frattura".

Rendendosi conto, poco dopo, di quanto era accaduto. 

La rabbia dei familiari della vittima e le ipotesi

La possibilità che la vertebra si fosse rotta in sede di autopsia, come dichiarato dall'uomo, metteva in dubbio - per l'ennesima volta - la tesi dell'omicidio, riaprendo quella di un gesto volontario, da sempre rigettata dai familiari di Liliana.

Le dichiarazioni dei familiari di Liliana a "Chi l'ha visto?" - 7 maggio 2025.

Intervistati dalla trasmissione televisiva Chi l'ha visto, il fratello e la cugina della 63enne avevano avanzato il sospetto di un "depistaggio". Una tesi condivisa anche dal professor Fineschi. "Forse si assume delle responsabilità molto grandi e mi verrebbe da dire gratuitamente", aveva commentato.

L'esperto aveva inoltre sottolineato che, per "produrre una frattura a un cadavere occorre una forza notevole". Oggi "Sergio ha chiesto di capire se stia aiutando o coprendo qualcuno, di comprendere da chi sia eventualmente manovrato e, quindi, indagare tutti i suoi contatti con le persone coinvolte" nella vicenda.

L'unica persona che al momento risulta indagata è Sebastiano Visintin, marito di Liliana. L'ipotesi di reato è omicidio volontario. Dall'ultima perizia - che le dichiarazioni del tecnico mettevano in discussione - è infatti emerso che la donna sarebbe morta per soffocamento, dopo essere stata colpita.

Claudio Sterpin contro Sebastiano Visintin

Claudio Sterpin, amico di lunga data della vittima, ha sempre puntato il dito contro l'uomo, sostenendo che avesse scoperto (e non accettasse) la decisione della 63enne di lasciarlo - divorziando - per costruirsi una nuova vita.

Fin dall'inizio ha dichiarato che lui e Liliana avevano una relazione extraconiugale. E i messaggi in codice che si scambiavano sembrano confermarlo. La mattina in cui è scomparsa, quella del 14 dicembre 2021, avevano un appuntamento.

Lei non si presentò mai. Ventidue giorni dopo, il suo corpo fu ritrovato in un boschetto. Si pensò a un suicidio; poi la svolta. Le indagini, però, non sono ancora concluse. 

Le ultime notizie sul "giallo di Trieste" per punti

  • Nuovi accertamenti sulla frattura alla vertebra T2 - Una nuova analisi tecnica, commissionata dalla difesa di Sergio Resinovich, conferma che la frattura alla vertebra T2 di Liliana Resinovich era già presente al momento della prima autopsia, smentendo l'autodenuncia di un tecnico che aveva affermato di averla causata durante l'esame.
  • Le dichiarazioni contestate del preparatore anatomico - Il tecnico Giacomo Molinari aveva dichiarato di aver accidentalmente rotto la vertebra durante una manovra di iperestensione del collo; ora il fratello di Liliana lo accusa di falso, chiedendo di indagare su eventuali complicità.
  • Familiari, esperti e il nodo dell'omicidio - I familiari della vittima e il professor Fineschi avevano già parlato di possibile depistaggio. L'unico indagato resta Sebastiano Visintin, marito di Liliana, accusato di omicidio volontario, mentre Claudio Sterpin, amico intimo della donna, continua a indicarlo come responsabile. 
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Sara D'Aversa
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