Un Papa con l'elmetto è un controsenso, anche se la storia ci ha abituato nei secoli passati a Pontefici guerrafondai e assetati di potere. Oggi più che mai il ruolo della Chiesa cattolica è quello di promuovere la pace e scoraggiare tutti i Paesi a entrare in guerra o a rendersi partecipi della corsa al riarmo. Non è una novità o qualcosa di rivoluzionario: da tanto tempo ormai è la regola. Basti pensare all'opposizione di Benedetto XV alla Prima Guerra Mondiale o all'impegno di Pio XII durante la Seconda Guerra Mondiale nella tutela delle popolazioni colpite.
Non deve sorprendere se, qualche giorno fa, Robert Francis Prevost, Papa Leone XIV, affacciandosi dalla Loggia delle Benedizioni ha detto come prima frase da Pontefice "la pace sia con voi" ed ha voluto insistere nei giorni successivi su questo argomento. Il Santo Padre infatti è consapevole che in un mondo di conflitti è necessario che il Papa rappresenti una guida spirituale capace di promuovere la pace, al di là della fede cristiana.
Ma come si sono comportati i suoi predecessori? La risposta sembra più che mai scontata: in maniera uguale. Giovanni Paolo II giocò un ruolo fondamentale durante la Guerra Fredda e si oppose all'intervento statunitense in Iraq nel 2003. Un impegno simile è arrivato durante gli anni del Pontificato di Ratzinger prima e di Bergoglio poi.
Le prime parole da Papa di Prevost lasciano intuire che il suo sarà un Pontificato contrario alla guerra e in continuità con l'opera di pace portata avanti da Papa Francesco. Il Santo Padre statunitense ha parlato di pace "disarmata e disarmante" e, durante il suo primo Regina Coeli, ha richiamato alla necessità di un cessate il fuoco a Gaza e di una pace giusta tra Russia e Ucraina.
Il Papa ha continuato a mantenere posizioni ostili ai conflitti armati anche nel corso della prima udienza con giornalisti e media tenutasi nella giornata di oggi, 12 maggio 2025. Sembra che la pace sarà al centro del Pontificato di Leone XIV, viste soprattutto le instabilità presenti nel mondo attuale.
Papa Giovanni Paolo II è stato in prima linea contro i conflitti armati e contro il riarmo per tutto il suo Pontificato. Il Pontefice polacco ha sempre espresso la contrarietà alla guerra nelle preghiere che rivolgeva ai fedeli durante i vari Angelus, in molti era presente l'espressione - usata peraltro da Papa Leone XIV - "mai più la guerra".
Un forte impegno, al di là degli inviti alla distensione durante la Guerra Fredda, è arrivato anche durante la campagna militare statunitense in Medio Oriente. Qui il Santo Padre ha mantenuto un atteggiamento severo sia nei confronti dei governi arabi che nei confronti degli Usa.
Qualche anno dopo, nel 2003, Giovanni Paolo II inviò il cardinale italiano Pio Laghi, a incontrare il presidente George W. Bush e a chiedergli di non contribuire a nuovi conflitti in Iraq ma quell'invito fu ignorato. Dal 2005 al 2013, Papa Benedetto XVI manterrà un atteggiamento simile ripetendo che deve essere la pace a guidare i popoli in diverse occasioni.
Sono tanti i contributi di Papa Francesco contro la guerra, anche perché durante il suo Pontificato sono scoppiati due dei conflitti che hanno definito poi il nostro tempo: quello in Ucraina e il secondo in Israele. Il Santo Padre si è sempre speso contro queste due guerre e qualche anno prima ha pubblicato più encicliche dove condannava le violenze e i conflitti armati.
Nel corso degli anni, Papa Francesco ha definito la guerra una "sconfitta" e poi un "inganno" ed ha sempre ribadito che la pace si raggiunge attraverso la fraternità. Non sono mancati poi appelli alle istituzioni internazionali affinché migliorassero il loro lavoro diplomatico e fermassero le guerre.