Blitz a sorpresa a casa di Andrea Sempio, dei genitori Giuseppe e Daniela e di due amici. Così i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, su mandato della Procura di Pavia, hanno dato il via oggi, 14 maggio 2025, a una serie di perquisizioni, ancora in corso.
L'obiettivo, come riportato dal Tg1, è "acquisire elementi utili all'inchiesta" sul delitto di Garlasco, che vede attualmente indagato con l'ipotesi di omicidio in concorso con ignoti proprio Sempio. Si cercano, in particolare, telefoni, computer e altri supporti informatici.
Oltre all'abitazione di Sempio e dei genitori, situate rispettivamente a Voghera e a Garlasco, i carabinieri, sotto la supervisione del procuratore di Pavia Fabio Napoleone, starebbero passando al setaccio anche quelle di Roberto Freddi e Mattia Capra.
I due, amici di Sempio e di Marco Poggi, fratello della vittima, frequentavano, all'epoca del delitto, la villetta di via Pascoli, dove Chiara fu uccisa. Secondo l'Agi, avrebbero raccontato agli inquirenti di aver trascorso la mattina del 13 agosto 2007 in casa. Le celle telefoniche li avrebbero però collocati altrove.
Non è tutto. I militari starebbero cercando, in un'area campestre situata nel Comune di Tromello, vicino Garlasco, l'arma del delitto. Secondo La Repubblica, potrebbe trattarsi dell'attizzatoio di un set da camino della famiglia Poggi. Un testimone avrebbe riferito che potrebbe essere stato gettato in un canale. Lì vicino si troverebbe una vecchia abitazione di proprietà della nonna delle gemelle Paola e Stefania Cappa.
La svolta, inaspettata, arriva a pochi giorni di distanza dalla convocazione della madre di Sempio, Daniela Ferrari, in Questura. La donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ma in passato aveva già ricostruito nel dettaglio la mattina dell'omicidio, fornendo una versione che, ancora oggi, coincide con quella del figlio.
Secondo il suo racconto, la mattina del 13 agosto 2007, intorno alle 8.15, sarebbe uscita per fare delle commissioni, per poi rientrare e prestare l'auto ad Andrea, che sarebbe uscito poco dopo, tornando verso mezzogiorno. A dimostrarlo, almeno teoricamente, lo scontrino di un parcheggio di Vigevano perfettamente integro, consegnato da Sempio agli inquirenti nel 2008.
Un dettaglio che, all'epoca, passò quasi inosservato, ma che oggi è tornato al centro dell'attenzione, insieme al nome di un misterioso ex vigile del fuoco in pensione, Antonio, ascoltato nell'ambito delle nuove indagini. Alla domanda sulla sua conoscenza dell'uomo, Ferrari avrebbe avuto un lieve malore. Il sospetto è che sia coinvolto nella ricostruzione fornita da lei e dal figlio su quanto accaduto.
Una rete complessa di elementi che chi indaga sta cercando di ricomporre, nel tentativo di fare luce - una volta per tutte - sul caso. Alberto Stasi, allora fidanzato della vittima, unico condannato in via definitiva, ha ottenuto intanto la semilibertà: ogni giorno può uscire dal carcere di Bollate, dove è recluso, rientrando in cella la sera. Da sempre si proclama innocente.
A dare nuovo impulso al caso, 18 anni dopo i fatti, sono state nuove analisi sul Dna rinvenuto sotto le unghie della vittima. Per la difesa di Stasi e per la Procura, il profilo - per tanti anni considerato "inutilizzabile" perché "degradato" - sarebbe compatibile con quello di Sempio (già indagato e prosciolto due volte, nel 2017 e nel 2020).
Per fugare ogni dubbio, il gip ha però disposto un incidente probatorio. L'incarico verrà conferito agli esperti il prossimo 16 maggio; poi si procederà con gli accertamenti, che includeranno, oltre al Dna già citato, anche quello eventualmente estrapolato da una serie di reperti mai analizzati o il cui esame ha dato esito dubbio.
La famiglia Poggi, che continua a ritenere Stasi l'unico colpevole, parteciperà attivamente attraverso propri consulenti. Per loro, la verità sul caso è già stata scritta. Il resto non sarebbero che speculazioni e depistaggi.