A quasi diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco torna sotto i riflettori. Il recente ritrovamento di un martello nel canale prosciugato di Tromello, vicino alla vecchia casa della famiglia Cappa, ha riacceso le speranze di dare finalmente un volto definitivo all’arma del delitto.
Ma quanto tempo ci vorrà davvero per stabilire se questo oggetto è quello che ha tolto la vita alla giovane il 13 agosto 2007? E quali sono le tappe tecniche e investigative che ci separano dalla verità?
Il martello è stato rinvenuto durante le operazioni di dragaggio ordinate dalla Procura di Pavia, che ha disposto la chiusura del flusso d’acqua e il prosciugamento del canale per oltre un chilometro.
Le ricerche si sono concentrate proprio nei pressi di una casa di proprietà della nonna delle gemelle Cappa, cugine della vittima, dopo una nuova testimonianza raccolta dalla trasmissione “Le Iene” che parlava di una donna vista gettare un oggetto metallico nel canale la mattina dell’omicidio.
Il martello è stato subito sequestrato, insieme ad altri oggetti, e ora si trova nelle mani degli inquirenti che dovranno stabilirne la reale rilevanza per il caso.
Sin dall’inizio delle indagini, la famiglia Poggi aveva dichiarato la scomparsa di un martello dalla villetta di via Pascoli, unico oggetto di cui non si è mai più trovata traccia dopo il delitto.
Le perizie medico-legali hanno sempre sostenuto che le ferite riportate da Chiara fossero compatibili con un oggetto contundente a doppio uso, tagliente e battente, come un martello.
Il ritrovamento di un martello in una zona così vicina al luogo del delitto e in un punto indicato da una testimonianza, rappresenta quindi un elemento potenzialmente decisivo. Tuttavia, la prudenza resta altissima: si tratta di un oggetto comune e il canale è stato oggetto di manutenzioni nel corso degli anni, fattori che complicano l’attribuzione certa all’omicidio.
Gli inquirenti hanno già dichiarato che saranno necessarie “approfondite analisi” per stabilire se il martello sia davvero l’arma del delitto. Ecco quali sono i principali passaggi previsti:
Le analisi di laboratorio su oggetti metallici recuperati dopo anni sono complesse e richiedono la massima attenzione. In casi simili, i tempi possono variare da alcune settimane a diversi mesi, a seconda della quantità di materiale da analizzare, della necessità di ripetere i test e della complessità degli accertamenti.
Gli inquirenti hanno già fatto sapere che la cautela è massima e che solo al termine di tutti gli accertamenti sarà possibile comunicare se il martello ritrovato sia effettivamente l’arma del delitto di Chiara Poggi. Fino ad allora, ogni ipotesi resta aperta.
Nonostante l’importanza del ritrovamento, gli investigatori sottolineano che il martello è un oggetto di uso comune e che il canale è stato oggetto di lavori di manutenzione anche anni dopo il delitto, fattori che complicano ulteriormente la possibilità di collegarlo con certezza al caso Poggi.
Inoltre, alcune testimonianze che hanno portato alle nuove ricerche sono state in passato ritenute inattendibili o ritrattate, aggiungendo un ulteriore elemento di incertezza al quadro investigativo.
In sintesi, per sapere se il martello ritrovato nel canale di Tromello sia davvero l’arma che ha ucciso Chiara Poggi, occorrerà attendere l’esito di una serie di analisi tecnico-scientifiche che potrebbero richiedere settimane, se non mesi.
Solo allora, e se emergeranno riscontri oggettivi, si potrà parlare di svolta definitiva nel caso Garlasco. Fino ad allora, resta l’attesa, la cautela e la speranza che, dopo quasi diciotto anni, la verità possa finalmente emergere.