"Non ci saranno rallentamenti": questo è il mantra che Matteo Salvini si (e ci) ripete a ogni occasione utile. Il Ponte sullo Stretto di Messina è per il ministro delle Infrastrutture un'opera strategica, addirittura da considerare passibile di uso duale (cioè civile e militare), e serve anche per mostrare alla sua base elettorale leghista che la Lega su alcuni argomenti tiene il passo degli alleati di governo.
Per Salvini l'avvio dei cantieri del ponte è previsto per l'estate 2025, tempo entro il quale "dovremmo aver adempiuto a tutti gli aspetti burocratici". Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, cioè il Cipess, ha però l'ultima parola e mancano ancora i risultati dello studio sull'impatto ambientale dell'opera.
Nel frattempo l'attualità politica chiama e l'impugnazione da parte di Forza Italia e Fratelli d'Italia sul terzo mandato anche per chi guida le regioni a statuto speciale ha lasciato la Lega indifesa verso i suoi amministratori. Salvini ha però giurato che le questioni locali non rovineranno la stabilità dell'esecutivo.
Pietro Cucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina, ha confermato che entro la fine di giugno il Cipess dovrebbe dare il proprio parere sul progetto che collegherà la Calabria alla Sicilia. Salvini, però, non ha dubbi: i cantieri partiranno. Il ministro si fa forte di un decreto legge infrastrutture che fissa le condizioni normative per andare avanti.
Il ponte sullo Stretto visto dalla Luna. pic.twitter.com/VukGItE31b
— Spartaco (@Spartaco67_) May 19, 2025
Non sono previsti nuovi finanziamenti, ma si rafforza il quadro di trasparenza e legalità, è confermato il tetto di spesa a 13,5 miliardi di euro e si prevede un ulteriore incremento fino al 50%. Il progetto potrebbe così costare anche 20 miliardi, cifra che ha posto in posizioni contrapposte il centrodestra e le opposizioni.
Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra ha accusato il governo di Giorgia Meloni di voler aggirare il codice degli appalti e le normative europee vigenti per evitare una nuova gara pubblica. Il contratto iniziale con Impregilo era di 3,9 miliardi di euro, cifra salita a 6,7 nel 2011 per arrivare a 14,6 miliardi nel DEF 2023.
Non citare la cifra del 2005 significa, per Bonelli, che il governo non ha dovuto rifare la procedura per la gara d'appalto, cosa prevista e obbligatoria secondo le norme europee (si deve indire una nuova gara quando le variazioni di costi superano il 50%). Ricostruzione fantasiosa per Salvini, che ha battuto molto sul fatto che il Ponte sullo Stretto era un'opera attesa da anni in Italia.
Il dottor Stefano Sylos Labini mi agevola questo studio geologico sull'area del ponte sullo stretto. Non vedete pure voi qualcosa di strano? Come dite? Non ci sono analisi strutturali di dettaglio?
— Mario Tozzi ⛏ (@OfficialTozzi) April 28, 2025
Ponte sullo stretto: non sono cattivi, sono scarsi. pic.twitter.com/k3usgyEAx5
Chi agita, poi, paure di infiltrazioni mafiose nei cantieri e negli appalti sbaglia. Secondo Salvini, "c’è una comune volontà di contrastare ogni tipo di infiltrazione e appetito malavitoso" e apposite norme sono state introdotte per garantire la sicurezza di tutti sui cantieri. A proposito di questi, il ministro assicura che l'estate 2025 sarà quella decisiva per vedere i primi lavori.
Alla fine come si chiamerà, "Ponte Salvini" o "Ponte Berlusconi"? Salvini gioca a fare l'attendista: "Ancora non abbiamo deciso".
Mentre Salvini magnificava i progressi amministrativi e non nella costruzione del ponte, a Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge approvata dalla Provincia autonoma di Trento che consentiva al presidente della giunta di correre per un terzo mandato. Una questione, quella del terzo mandato, che ha avuto le prime ricadute non soltanto nella Campania di Vincenzo De Luca ma anche nel Veneto di Luca Zaia.
La Lega trentina aveva promosso la norma che avrebbe consentito a Maurizio Fugatti un'altra candidatura, ma i rappresentanti di FI e FdI in Consiglio dei Ministri hanno opposto il loro veto. Dal canto suo Salvini ha provato a minimizzare: "Nessun problema, sono questioni locali". Non la pensa così Fugatti, che ha lamentato come il governo abbia deciso di inserirsi in questioni legislative di pertinenza esclusivamente trentina.
Un problema per quegli amministratori leghisti che si sentono abbandonati dalla dirigenza, con Salvini più interessato a offrire ruoli e poltrone a figure come Sardone o Vannacci.
Il Ponte sullo Stretto avanza tra polemiche e rischi: Salvini annuncia l’avvio dei cantieri nell’estate 2025, nonostante manchi ancora il via libera definitivo del Cipess. Il nuovo decreto Infrastrutture conferma il tetto di spesa (fino a oltre 20 miliardi), ma per le opposizioni è una “norma truffa” che aggira la gara d’appalto europea.
Scontro sul terzo mandato in Trentino: il governo ha impugnato la legge della Provincia di Trento che permetterebbe a Fugatti (Lega) di candidarsi di nuovo. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato a favore dell’impugnazione, la Lega è contraria: Salvini parla di “questione locale”, ma la tensione nella maggioranza è evidente.
Governo in equilibrio tra propaganda e fratture interne: il Ponte diventa il simbolo dell’azione salviniana, mentre il centrodestra si spacca sull’autonomia locale. Le opposizioni parlano di crisi strisciante, ma per ora l’esecutivo tiene, tra forzature tecniche e scontri politici sempre più frequenti.