Il Festival di Cannes, da sempre palcoscenico non solo del grande cinema ma anche della moda più audace, ha segnato un punto di svolta con l'edizione 2025. La 78ª edizione della kermesse cinematografica, iniziata il 13 maggio sulla Croisette, ha fatto discutere ancor prima della proiezione del film d'apertura per l'introduzione di un dress code significativamente più restrittivo, che bandisce esplicitamente le trasparenze e impone regole rigide sull'abbigliamento delle star.
La decisione, annunciata dal presidente del Festival Thierry Frémaux appena un mese prima dell'evento, segna una rottura netta con le tendenze degli ultimi anni, caratterizzate da outfit sempre più audaci e rivelatori. "Vogliamo riportare l'attenzione sul cinema e sull'arte, piuttosto che sulle scelte di moda provocatorie", ha dichiarato Frémaux in un'intervista a Le Monde. "Il Festival di Cannes rappresenta l'eccellenza cinematografica e merita un'eleganza classica che non distragga dall'essenza culturale dell'evento" (Dupont, 2025). Le nuove regole vietano esplicitamente abiti trasparenti, profondi spacchi, scollature eccessive e, più in generale, qualsiasi outfit considerato "inappropriato per un evento culturale di prestigio internazionale".
Il ban ha suscitato reazioni contrastanti tra designer, stylist e celebrità. La stilista italiana Miuccia Prada ha commentato su Vogue Italia: "Sebbene l'eleganza non necessiti di trasparenze, trovo problematico questo approccio normativo all'espressione personale. La moda è sempre stata uno strumento di comunicazione e provocazione culturale" (Visconti, 2025). D'altro canto, Giorgio Armani ha espresso supporto alla decisione: "Il ritorno a un'eleganza più sobria non significa necessariamente regressione, ma può rappresentare una riscoperta della raffinatezza. L'impatto di un abito non dipende dalla quantità di pelle esposta" ha dichiarato al Corriere della Sera (Monti, 2025).
Le celebrità hanno dovuto rapidamente adattare i loro guardaroba pianificati per rispettare le nuove direttive. Law Roach, celebre stylist di Zendaya, ha raccontato a The Hollywood Reporter: "È stata una corsa contro il tempo. Avevamo concordato look completamente diversi, ma abbiamo dovuto ripensare l'intera strategia stilistica mantenendo l'impatto visivo che ci si aspetta da un red carpet di questo calibro" (Johnson, 2025). Nonostante le restrizioni, le star non hanno rinunciato a far parlare di sé: Timothée Chalamet ha sfoggiato un completo vintage Yves Saint Laurent rielaborato, mentre Léa Seydoux ha optato per un abito Dior ispirato agli anni '50, dimostrando che l'eleganza può esistere anche entro parametri più conservatori.
Il Festival di Cannes 2025 segna indubbiamente un punto di svolta nell'evoluzione dei red carpet internazionali. E’ interessante osservare come un singolo evento possa influenzare non solo le tendenze della moda, ma anche alimentare un dibattito culturale più ampio sul rapporto tra espressione individuale, norme sociali e rappresentazione del corpo. Resta da vedere se questa "svolta conservatrice" rappresenterà una tendenza duratura o una parentesi temporanea nella continua oscillazione tra trasgressione e tradizione che caratterizza il mondo della moda. Ciò che appare certo è che il Festival di Cannes 2025 sarà ricordato non solo per i film in concorso, ma anche per aver ridefinito i confini dell'eleganza sul tappeto rosso più prestigioso del cinema mondiale.
A cura di Federica De Carolis