27 May, 2025 - 12:01

Cessione del quinto: cosa valutare prima di sottoscrivere il contratto

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Cessione del quinto: cosa valutare prima di sottoscrivere il contratto

Foggia, 14/05/2025 - Negli ultimi anni, complice una maggiore diffusione di formule di prestito accessibili anche a chi ha già altri impegni finanziari, la cessione del quinto dello stipendio o della pensione è diventata una delle forme di credito al consumo più utilizzate dagli italiani. Questo strumento, che consente di ottenere liquidità con una rata fissa trattenuta direttamente in busta paga, piace per la sua semplicità e per la possibilità di accedervi anche con una storia creditizia non perfetta. Ma dietro l’apparente comodità si nascondono vincoli importanti, costi non sempre trasparenti e impegni a lungo termine che richiedono un’attenta valutazione prima della firma.

Secondo i dati più recenti della Banca d’Italia, l’indebitamento delle famiglie italiane è in calo, con un rapporto tra debiti finanziari e reddito disponibile intorno al 58%, il livello più basso degli ultimi quindici anni. Tuttavia, questo dato medio non racconta la complessità delle situazioni individuali, né il rischio di sovraindebitamento che può derivare da scelte frettolose o poco consapevoli. Ecco, dunque, cosa dovrebbe considerare chi sta pensando di accedere a una cessione del quinto, con particolare attenzione alla sostenibilità della rata, al costo complessivo e alla necessità di confrontare più offerte.

Verificare la sostenibilità della rata

Il primo passo per chi valuta una cessione del quinto è capire se la rata mensile sarà effettivamente sostenibile nel lungo periodo. 

Per legge, il prestito può prevedere una trattenuta massima pari al 20% dello stipendio netto o della pensione, ma questo non significa che tale quota sia sempre compatibile con la situazione economica della persona. Il limite legale è pensato come una soglia massima, non come un valore consigliato. Una famiglia con figli, un mutuo in corso o altre spese fisse potrebbe risentire molto anche di una rata apparentemente “piccola”.

Va inoltre considerata la durata del prestito, che può arrivare fino a 120 mesi, cioè 10 anni: un periodo durante il quale le condizioni di vita o lavorative possono cambiare. Se per i pensionati il reddito è tendenzialmente stabile, per i lavoratori dipendenti vanno valutate eventuali situazioni di precarietà, mobilità o passaggi da un contratto all’altro.

Per questo motivo è utile simulare diversi scenari, con durate e importi differenti, per capire come varia la rata mensile e quale può essere il peso complessivo dell’impegno sul bilancio familiare. Un approccio prudente consiste nell’impostare un budget mensile realistico, sottraendo prima tutte le spese fisse e lasciando un margine per eventuali imprevisti prima di stabilire quanto si può realmente dedicare alla rata.

Analizzare il costo totale del finanziamento

Molti consumatori si concentrano sulla rata mensile, ma trascurano il costo complessivo del prestito, che può essere anche molto più alto rispetto alla somma erogata. Oltre al tasso d’interesse (TAN), nella cessione del quinto sono obbligatorie le assicurazioni per rischio vita e, per i lavoratori, anche per perdita dell’impiego. Queste coperture servono a tutelare l’ente erogatore e sono incluse nel TAEG, cioè il Tasso Annuo Effettivo Globale, che rappresenta la vera misura del costo del credito. Attualmente, le offerte presenti sul mercato propongono TAN che vanno dal 4,5% al 6%, ma con TAEG che possono facilmente superare il 7%, soprattutto in caso di durata lunga o assicurazioni onerose.

Va ricordato che la legge italiana stabilisce dei limiti massimi ai tassi, aggiornati trimestralmente. Per la cessione del quinto, il Tasso Effettivo Globale Medio (TEGM) per prestiti sopra i 15.000 euro può arrivare oltre il 20%, mentre per importi inferiori supera il 13%. Questi valori rappresentano le soglie oltre le quali un finanziamento è considerato usuraio, ma non sempre il consumatore riesce a interpretare correttamente questi dati. Perciò è fondamentale leggere con attenzione i preventivi, prestando particolare attenzione alla durata, al capitale effettivamente erogato e al TAEG. Un TAEG più alto, a parità di rata, significa pagare di più nel complesso. Anche le spese accessorie devono essere considerate: istruttoria della pratica, commissioni bancarie, costi di incasso della rata, spese per l’estinzione anticipata.

Tutte queste voci possono aumentare il costo effettivo del prestito e andrebbero richieste e confrontate con trasparenza.

Confrontare le offerte e leggere tutte le clausole

Un altro elemento fondamentale è la comparazione tra più offerte, che dovrebbe avvenire prima della firma del contratto. È consigliabile richiedere una simulazione online su prestitiecessionedelquinto.com con dettagliati tutti i costi, il capitale erogato, le polizze assicurative incluse e il piano di ammortamento. Un confronto consente di evitare condizioni sfavorevoli, soprattutto quando si ricorre a intermediari o società finanziarie che applicano commissioni più alte. Va inoltre tenuto presente che le condizioni possono variare molto in base alla zona geografica e al profilo del richiedente: ad esempio, nel 2024 i tassi medi per prestiti oltre l’anno risultavano più alti nelle regioni meridionali, con punte superiori al 5% nelle Isole, mentre in alcune province del Nord i tassi erano più contenuti. Infine, è fondamentale leggere con attenzione tutte le clausole del contratto, soprattutto quelle che riguardano l’estinzione anticipata, la possibilità di rinnovare la cessione prima della scadenza e le condizioni in caso di pensionamento o cessazione del rapporto di lavoro. In alcuni casi, è prevista una penale in caso di rimborso anticipato, oppure condizioni poco favorevoli per la rinegoziazione. In presenza di dubbi o di offerte poco trasparenti, è sempre consigliabile rivolgersi a un consulente indipendente o a un’associazione di tutela dei consumatori, in grado di fornire un parere imparziale.

In sintesi, la cessione del quinto può essere una soluzione utile, ma solo se affrontata con la dovuta consapevolezza. Firmare un contratto senza aver valutato nel dettaglio tutti gli aspetti – dalla sostenibilità della rata al costo effettivo – può trasformare un’opportunità in un peso duraturo. E in un contesto in cui oltre 6 milioni di famiglie italiane dichiarano di faticare a gestire le spese impreviste, la prudenza non è mai troppa.

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