Israele ha dato avvio a un’operazione militare su larga scala contro l’Iran, colpendo obiettivi strategici legati al programma nucleare e ai vertici militari della Repubblica Islamica. L’intervento, che ha provocato numerose vittime tra funzionari iraniani e civili, è stato battezzato “Rising Leon”, ovvero “leone nascente”. Una scelta non casuale, carica di riferimenti biblici e simbolici, che affonda le sue radici nell’Antico Testamento.
Israele ha lanciato un’azione militare contro l’Iran, prendendo di mira il programma nucleare e i vertici militari del paese. L’operazione è denominata "Rising Leon" (Leone nascente). Un nome che è stato scelto per il suo significato profondo e simbolico.
L’operazione prende il nome da un versetto biblico che mira proprio a trasmettere un messaggio di determinazione, potenza e legittimazione morale e, allo stesso tempo, promette un futuro vittorioso. Questo nome rappresenta un simbolo di forza e di volontà incrollabile.
A sottolineare questo legame, l’ufficio del primo ministro di Israele ha pubblicato una foto del premier Benjamin Netanyahu su X, in cui infilava un biglietto con una frase scritta a mano in una fessura del Muro Occidentale di Gerusalemme. Nel post si legge:
Prime Minister Benjamin Netanyahu placed a note in the Western Wall yesterday with the verse: 'A people that rises up as a lioness, and as a lion lifts himself up'.
— Prime Minister of Israel (@IsraeliPM) June 13, 2025
Photos: Ziv Koren pic.twitter.com/iRUIKEVKBg
L’espressione deriva dal versetto 23:24 del Libro dei Numeri nella Bibbia, che fa parte del primo oracolo di Balaam:
Balaam è un personaggio del libro dei Numeri nell’Antico Testamento, un profeta pagano che viene chiamato per maledire Israele ma, sotto l’ispirazione divina, pronuncia invece delle profezie a favore del popolo di Israele.
Questo versetto viene interpretato come una descrizione della forza e della determinazione del popolo di Israele. Il paese viene rappresentato metaforicamente come un leone inarrestabile, che non avrà pace finché non avrà saziato la sua fame.
In questo contesto, il nome “Rising Leon” riflette esattamente questa immagine potente: quella di un popolo che si solleva con forza, deciso a raggiungere i propri obiettivi senza fermarsi.
Il nome dell’operazione si ispira dunque a questo versetto del primo oracolo di Balaam e vuole trasmettere un messaggio simile a quello del “leone che si alza”, affermando che Israele è determinato a portare a termine la sua missione senza tregua, fino al completo successo.
Anche l’immagine di Netanyahu assume un significato simbolico in questo quadro, poiché fa riferimento diretto al nome dell’operazione, radicata nella propria narrazione biblico-religiosa.
L’operazione è iniziata il 13 giugno 2025 ed è tuttora in corso, volta a colpire infrastrutture nucleari e vertici militari iraniani. L’obiettivo di Israele è quello di danneggiare le capacità nucleari dell’Iran, che Tel Aviv considera una minaccia esistenziale.
Durante gli attacchi sono state prese di mira diverse città iraniane, tra cui la capitale Teheran, Shiraz e Tabriz. Secondo le fonti locali, sono stati segnalati danni anche all’aeroporto di Tabriz.
Nel corso della giornata del 13 giugno, sei scienziati nucleari e diversi alti comandanti iraniani sono stati uccisi. I media iraniani riportano inoltre che decine di civili hanno perso la vita durante gli attacchi.
Il nome “Rising Leon” non è quindi solo una sigla militare: è un messaggio politico, religioso e identitario. L’uso di riferimenti biblici, accompagnato da gesti simbolici come quello di Netanyahu al Muro Occidentale, inserisce l’operazione all’interno di una narrazione più ampia, in cui fede, storia e strategia militare si intrecciano.