Il pallio non è solo un ornamento liturgico, ma il segno visibile di una missione: quella di guidare il popolo cristiano come “buon pastore”, in comunione con il Papa.
L’imposizione del pallio ai metropoliti da parte di Papa Leone XIV è un gesto che richiama la tradizione, rafforza il legame tra centro e periferia della Chiesa e sottolinea la responsabilità pastorale e l’unità nella fede cattolica.
Il pallio è un paramento liturgico di origine antichissima, usato nella Chiesa cattolica e costituito da una stretta fascia di lana bianca, larga circa cinque-sei centimetri, incurvata al centro per essere appoggiata sulle spalle sopra la pianeta o la casula, con due lembi neri pendenti davanti e dietro.
È decorato con sei croci nere di seta, una su ciascun lembo e quattro sull’incurvatura, e guarnito da tre spille d’oro (acicula) davanti e dietro. La sua forma ricorda la lettera “Y” vista sia da davanti che da dietro.
Il nome deriva dal latino pallium, che indicava un mantello di lana tipico della cultura romana. In origine era un indumento comune, poi divenuto simbolo di distinzione e autorità nella Chiesa.
Il pallio rappresenta la pecora che il pastore porta sulle spalle, richiamando così il compito pastorale di chi guida la Chiesa, secondo l’immagine evangelica del “buon pastore” che si prende cura del suo gregge (Vangelo di Giovanni 10,11). È simbolo anche dell’Agnello crocifisso per la salvezza degli uomini e, più in generale, del ruolo di guida spirituale e di protezione che il Papa e i metropoliti sono chiamati a svolgere per il popolo cristiano.
Originariamente il pallio era riservato solo al Papa, ma dal VI secolo venne concesso anche ad alcuni vescovi e, più tardi, divenne prerogativa degli arcivescovi metropoliti, cioè di quei vescovi che presiedono una provincia ecclesiastica e hanno funzioni di vigilanza sugli altri vescovi della provincia, detti suffraganei. Oggi, il pallio è indossato dal Papa e dagli arcivescovi metropoliti, nonché dal patriarca latino di Gerusalemme.
L’imposizione del pallio ai metropoliti è una tradizione che affonda le radici nei primi secoli della Chiesa. Il pallio simboleggia il particolare legame del metropolita con il Papa e la potestà che egli acquisisce nella propria giurisdizione, in comunione con la Chiesa di Roma.
Ricevere il pallio significa riconoscere l’autorità del Papa come successore di Pietro e accettare il compito di guidare la propria provincia ecclesiastica “cum Petro et sub Petro”, cioè insieme a Pietro e sotto la sua autorità.
Secondo il diritto canonico, un metropolita deve chiedere il pallio entro tre mesi dalla sua nomina ed è autorizzato a indossarlo solo nel territorio della propria diocesi e nelle altre diocesi della sua provincia ecclesiastica.
Papa Leone XIV ha recentemente ripristinato la tradizione di imporre personalmente il pallio agli arcivescovi metropoliti durante la solenne celebrazione del 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo.
Questa scelta segna un ritorno alla prassi consolidata nei secoli, dopo che Papa Francesco aveva introdotto (dal 2015) la consuetudine di benedire i pallii a Roma, lasciando poi che fossero imposti ai metropoliti nelle rispettive diocesi dai Nunzi Apostolici.
La decisione di Leone XIV ha un forte valore simbolico: riafferma la centralità del Vescovo di Roma nella vita delle Chiese locali e il legame gerarchico e di comunione tra il Papa e i metropoliti. L’imposizione personale del pallio da parte del Pontefice sottolinea che l’autorità e la missione dei metropoliti sono esercitate in comunione con la Sede Apostolica, rafforzando l’unità della fede cattolica e la responsabilità pastorale degli arcivescovi nelle chiese loro affidate.