Pino Rinaldi è uno dei volti più noti del giornalismo investigativo italiano, apprezzato per la sua capacità di raccontare la cronaca nera con rigore, sensibilità e una profonda attenzione alla verità dei fatti.
Conosciuto dal grande pubblico soprattutto per il suo lungo percorso nella trasmissione “Chi l’ha visto?”, Rinaldi si è distinto nel panorama televisivo e giornalistico per il suo stile diretto, la sua empatia verso le vittime e la sua dedizione a casi spesso complessi e irrisolti. La sua carriera, segnata anche da momenti difficili sul piano personale, rappresenta un esempio di giornalismo d’inchiesta serio e appassionato.
Pino Rinaldi, all’anagrafe Giuseppe Rinaldi, è nato il 1° febbraio 1961. Le sue origini sono umbre, anche se la sua attività professionale si è svolta prevalentemente a Roma, città dove vive e lavora. Fin da giovane, Rinaldi ha manifestato una forte passione per il giornalismo e la cronaca, che lo ha portato a intraprendere una carriera ricca di successi e riconoscimenti.
La vita privata di Pino Rinaldi è stata segnata da un grave lutto. Nel gennaio 2011, il giornalista ha perso la moglie Laura Mambelli, anche lei giornalista e volto noto del Tg1. Laura è scomparsa prematuramente all’età di 50 anni, lasciando un grande vuoto nella vita di Rinaldi. La coppia era molto riservata e non sono disponibili informazioni pubbliche sull’eventuale presenza di figli. Rinaldi ha sempre scelto di mantenere la sua vita privata lontana dai riflettori, concentrandosi sulla sua attività professionale e sulla passione per il giornalismo investigativo.
Il percorso professionale di Pino Rinaldi inizia agli inizi degli anni Novanta, quando entra nella redazione di “Chi l’ha visto?”, storico programma di Rai 3 dedicato alla ricerca di persone scomparse e alla risoluzione di misteri irrisolti. All’interno del programma ricopre diversi ruoli: autore, inviato e, dal 2000, conduttore, soprattutto dopo la prematura scomparsa della collega Marcella De Palma. La sua presenza in video si distingue per la capacità di approfondire i casi, mantenendo sempre una posizione equilibrata e rispettosa delle storie raccontate.
Negli anni, Rinaldi si è occupato di alcuni dei casi di cronaca nera più noti in Italia, come quello di Ferdinando Carretta, che confessò a lui la responsabilità dello sterminio della famiglia, e quello di Salvatore Parolisi. Dal 2018 amplia la sua attività con nuovi progetti, come “Commissari – Sulle tracce del male”, un documentario realizzato in collaborazione con la Polizia di Stato, e “Il mostro di Firenze”, film documentario di cui cura soggetto e sceneggiatura. Nel 2023 conduce su Nove il programma “Faking It – Bugie o Verità?” e, nell’estate 2024, la trasmissione “Crimini italiani”, dedicata a otto casi di omicidio avvenuti in Italia. Nel 2025 torna in prima serata su Rai 2 con “Detectives – Casi risolti e irrisolti”, confermandosi tra i principali narratori del noir italiano.
Oltre alla televisione, Rinaldi si è cimentato anche nella scrittura, pubblicando libri d’inchiesta e collaborando con diversi media. Il suo stile è sempre stato caratterizzato dalla ricerca della verità e dal rispetto per le persone coinvolte nelle vicende raccontate.