Negli ultimi giorni il nome di Paolo Cappuccio è balzato agli onori della cronaca non solo per i suoi successi in cucina, ma per una vera e propria bufera social.
Lo chef stellato, celebre per la sua esperienza e per la passione con cui ha sempre raccontato la cucina mediterranea, è stato travolto dalle polemiche dopo aver pubblicato un annuncio di lavoro su Facebook in cui specificava di non voler assumere “comunisti, fancazzisti, masterchef del c*, persone con problemi di alcol, droghe e di orientamento sessuale”.
Il post, poi rimosso, ha suscitato una valanga di critiche per i toni giudicati discriminatori e offensivi, portando il dibattito ben oltre i confini del mondo della ristorazione.
Le reazioni sono state immediate: sindacati, giornalisti e utenti hanno stigmatizzato le parole dello chef, sottolineando la gravità di un annuncio che escludeva esplicitamente persone sulla base delle loro idee politiche o dell’orientamento sessuale. Lo stesso Cappuccio, però, non si è scusato, difendendo la sua posizione e sostenendo di voler semplicemente “evitare di perdere tempo” con persone non motivate o poco serie.
Paolo Cappuccio nasce a Napoli il 29 ottobre 1977. Cresciuto nel capoluogo campano, si avvicina alla cucina fin da giovanissimo, iniziando a lavorare nei ristoranti già a 14 anni. La sua formazione è profondamente radicata nella tradizione mediterranea, ma arricchita da esperienze internazionali che lo hanno portato a viaggiare in tutta Europa e a frequentare corsi presso alcune delle più prestigiose scuole di cucina, come la Lenôtre di Parigi, dove ha avuto modo di conoscere chef di fama mondiale come Joël Robuchon.
La sua identità napoletana resta un punto fermo, ma la curiosità e la voglia di sperimentare lo spingono a confrontarsi con culture gastronomiche diverse, sviluppando uno stile personale che unisce rigore, tecnica e un pizzico di follia creativa.
Sulla vita privata di Paolo Cappuccio le informazioni sono molto riservate. Nonostante la notorietà, lo chef ha sempre scelto di mantenere un profilo basso riguardo alla famiglia. Non risultano dichiarazioni pubbliche o dettagli specifici su moglie e figli nelle principali fonti biografiche e interviste recenti, segno di una volontà precisa di separare la sfera privata da quella professionale. La discrezione, in questo caso, sembra essere una scelta consapevole, coerente con la sua idea di cucina “sincera” e autentica, lontana dalle luci del gossip.
La carriera di Paolo Cappuccio è costellata di successi e riconoscimenti. Dopo gli inizi in ristoranti prestigiosi tra Milano, Venezia, Portofino, la Costa Smeralda, Cortina e Madonna di Campiglio, Cappuccio si distingue per la capacità di guidare brigate di cucina anche molto numerose e per la sua attenzione alla formazione dei giovani chef.
Tra le tappe più significative:
Negli ultimi anni, oltre all’attività in cucina, Cappuccio si è dedicato alla consulenza per la ristorazione e alla formazione, proponendo corsi online e collaborando con ristoranti e hotel in tutta Italia.
Il suo stile si caratterizza per la ricerca costante, la passione e la volontà di sorprendere senza mai perdere di vista la qualità della materia prima e il rispetto per la tradizione. Nonostante la recente polemica, resta una figura di riferimento per chi vuole avvicinarsi a una cucina mediterranea autentica, fatta di rigore, creatività e continua evoluzione.