La strage di via D’Amelio, avvenuta il 19 luglio 1992, segna uno dei momenti più drammatici della storia italiana. In quell’attentato mafioso persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta.
A più di trent’anni dall’attentato, il percorso giudiziario ha individuato colpevoli sia tra i vertici di Cosa Nostra che tra coloro che, con dichiarazioni false o depistaggi, hanno ostacolato la ricerca della verità.
Le indagini e i numerosi processi svolti presso la Corte d’Assise di Caltanissetta hanno permesso di ricostruire la catena di comando mafiosa dietro la strage. Tra i principali condannati in via definitiva figurano alcuni dei boss di più alto rango di Cosa Nostra:
Nome | Ruolo/Cosca | Pena |
---|---|---|
Salvatore Madonia | Mandante - mandamento Resuttana | Ergastolo |
Vittorio Tutino | Esecutore materiale | Ergastolo |
Bernardo Provenzano | Vertice di Cosa Nostra | Ergastolo |
Giuseppe Calò | Vertice "Cupola" | Ergastolo |
Filippo Graviano | Boss Brancaccio | Ergastolo |
Michelangelo La Barbera | Boss Palermo | Ergastolo |
Cristofaro Cannella | Cosa Nostra | Ergastolo |
Francesco Madonia | Cosa Nostra | Ergastolo |
Raffaele Ganci | Cosa Nostra | Ergastolo |
Domenico Ganci | Cosa Nostra | Ergastolo |
Salvatore Biondo (1955) | Esecutore materiale | Ergastolo |
Salvatore Biondo (1956) | Esecutore materiale | Ergastolo |
Altri membri, tra cui collaboratori di giustizia come Gaspare Spatuzza, furono condannati a pene minori per il loro ruolo nell’attentato.
Quella di via D’Amelio non fu solo una delle pagine più sanguinose nella guerra di mafia, ma anche uno dei casi giudiziari più controversi per il grave depistaggio delle indagini iniziali. Falsi pentiti, errori investigativi e dichiarazioni dolosamente fallaci impedirono per anni l’accertamento della verità.
Il processo “Borsellino quater” e le sentenze successive hanno sancito la responsabilità di diversi soggetti per il depistaggio e la costruzione di false verità processuali:
Le dichiarazioni mendaci e manipolate portarono alla condanna di soggetti che con la strage non avevano nulla a che vedere. In particolare, le confessioni di Scarantino furono indotte e appoggiate da investigatori e funzionari coinvolti nelle prime indagini.
Le ultime evoluzioni giudiziarie hanno portato sotto processo ulteriori figure chiave del mondo investigativo, accusate di aver fornito dichiarazioni false o di aver tenuto comportamenti omissivi durante le indagini e i processi relativi alla strage e ai depistaggi:
Questi agenti, ex membri del gruppo investigativo “Falcone-Borsellino”, sono accusati di aver fornito dichiarazioni mendaci nel corso dei processi collegati al depistaggio. È stato sottolineato in sede giudiziaria come il loro comportamento abbia contribuito ad “umiliare la memoria” delle vittime e a ostacolare la ricerca della verità.
Nel 2021 la Corte di Cassazione ha reso definitive le condanne del processo “Borsellino quater” per la strage e per il depistaggio, definendo l’intera vicenda “una delle pagine più vergognose e tragiche della storia giudiziaria italiana”.