29 Jul, 2025 - 14:36

Bellamy Bellucci e Eylon Levi: chi sono gli influencer reclutati da Israele per fare propaganda a Gaza

Bellamy Bellucci e Eylon Levi: chi sono gli influencer reclutati da Israele per fare propaganda a Gaza

Negli ultimi mesi il conflitto tra Israele e Hamas non si combatte solo con le armi, ma anche — e soprattutto — sul terreno della comunicazione globale. Due nomi sono emersi tra le nuove “armi” mediatiche israeliane: Bellamy Bellucci e Eylon Levi, influencer attivi sui social network coinvolti in una controversa campagna per influenzare la narrazione internazionale sulla situazione a Gaza. 

Chi è Bellamy Bellucci?

Bellamy Bellucci è una content creator sudafricana, persona transgender e attivista digitale, nota inizialmente per il lavoro nel settore dei trattamenti estetici, botox e make-up. Sui social conta oltre 70.000 follower, ma negli ultimi mesi il suo profilo ha vissuto una vera e propria impennata grazie ai contenuti pro-Israele.

Bellucci è stata invitata dalle autorità israeliane, insieme ad altri influencer internazionali, a visitare la zona del valico di Kerem Shalom, una delle principali porte di accesso agli aiuti umanitari destinati alla Striscia di Gaza. È qui che ha realizzato video e post in cui sostiene, tra selfie e riprese tra i pallet di cibo e medicine, che gli aiuti umanitari a Gaza sarebbero bloccati a causa dell’inerzia dell’ONU, più che delle restrizioni imposte da Tel Aviv.

Slogan come “Basta menzogne! Israele non è colpevole, l’ONU non distribuisce gli aiuti: l’ho visto con i miei occhi a Gaza” appaiono ora costantemente nei suoi contenuti, spesso accompagnati da hashtag e tag istituzionali.

Bellucci ha assunto così un ruolo di primo piano nel racconto alternativo promosso da Israele: mostrare ai propri follower che, se la popolazione palestinese soffre la fame, la colpa non sarebbe delle autorità israeliane ma della logistica ONU. I suoi video, pubblicati su Instagram e X, sono diventati virali e hanno trovato grande risonanza soprattutto fra i sostenitori dello Stato ebraico, ma anche molte critiche e accuse di essere una “pedina” inconsapevole — o consapevole — della propaganda di guerra israeliana.

Chi è Eylon Levi?

Eylon Levi, invece, non è un volto nuovo della comunicazione istituzionale israeliana. Nato a Londra nel 1991 da famiglia israeliana, si è trasferito in Israele a 23 anni, combattendo come soldato IDF durante il conflitto del 2014. Giornalista e comunicatore raffinato, dalla dizione british impeccabile, è noto per aver ricoperto il ruolo di portavoce ufficiale del governo israeliano, soprattutto dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.

Levy ha guadagnato popolarità per il suo stile diretto e le risposte taglienti alle domande più scomode dei giornalisti inglesi, tanto da trasformarsi in un meme nei circuiti social internazionali. Dopo essere stato sospeso dall’incarico di portavoce in seguito a uno scontro diplomatico, ha fondato un gruppo indipendente di “portavoce dei cittadini israeliani”, guidando una rivoluzione comunicativa che punta a rafforzare il consenso internazionale intorno a Israele.

Recentemente, anche lui si è trovato in prima linea nella campagna social sulla gestione degli aiuti umanitari a Gaza. Nei reel pubblicati sui suoi canali, mostra inquadrature dall’alto di pallet di cibo sotto il sole presso Kerem Shalom e lancia dure accuse all’ONU: “Gli aiuti ci sono, è l’Onu che non li distribuisce. Israele sta consegnando aiuti più velocemente di quanto l’ONU sia in grado di prenderli”.

I suoi video, spesso filmati con elmetto e divisa, sono parte di un più ampio sforzo coordinato per presentare Israele come un paese che fa di tutto per aiutare i palestinesi, ostacolato però dalla burocrazia e dai “sabotaggi” delle organizzazioni internazionali.

Influencer, propaganda e la guerra delle informazioni

Il “reclutamento” di influencer e content creator pro-Israele non è una novità ma si è intensificato notevolmente dopo lo shock internazionale generato dalle immagini della crisi umanitaria a Gaza. L’obiettivo dichiarato dal Ministero degli Esteri israeliano è “influenzare l’opinione pubblica internazionale e mobilitare il sostegno globale” durante il conflitto, utilizzando i social network come campo di battaglia.

Molte fonti internazionali e inchieste giornalistiche parlano apertamente di strategia di propaganda, sottolineando come Israele stia investendo anche in campagne promozionali a pagamento sui social, scegliendo influencer capaci di raggiungere nicchie di pubblico spesso distanti dai media tradizionali. I contenuti di Bellucci e Levi, secondo queste indagini, si inseriscono pienamente in questa operazione, che punta a delegittimare il racconto di giornalisti indipendenti e delle Nazioni Unite sulla crisi umanitaria a Gaza.

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