06 Aug, 2025 - 12:38

Caso Garlasco, nuove ombre e attese: la “bomba” dell’avvocato di Stasi

Caso Garlasco, nuove ombre e attese: la “bomba” dell’avvocato di Stasi

Il caso di Garlasco, che da anni occupa la cronaca nera italiana, sembra attraversare un periodo di apparente tranquillità. Siamo in pieno agosto 2025 e non si segnalano svolte o avvenimenti eclatanti che interrompano la calma estiva. Tuttavia, mentre le indagini proseguono nel silenzio imposto alle parti tecniche, il dibattito pubblico continua a tenere viva l’attenzione, soprattutto grazie alle recenti dichiarazioni di avvocati e consulenti che, nei programmi di informazione, tornano a discutere dettagli ancora controversi dell’omicidio di Chiara Poggi.

Garlasco, più persone sulla scena del crimine?

Durante l’ultima puntata di Filorosso, talk show di approfondimento che ha dedicato uno speciale al caso, tra gli ospiti spiccava la presenza del generale Luciano Garofalo, ex capitano dei RIS di Parma ai tempi dell’omicidio, ora consulente della famiglia di Andrea Sempio, e dell’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, l’ex fidanzato della vittima condannato in via definitiva.

È stato proprio l’avvocato De Rensis a lanciare quella che molti hanno definito una “bomba” mediatica: “Sono convinto che sulla scena del crimine ci fossero più persone”, ha affermato nel corso della trasmissione, sottolineando come ci si debba attendere nuovi accertamenti in grado di riaprire la discussione e, forse, di portare a colpi di scena. Secondo De Rensis, infatti, nei prossimi mesi potranno emergere elementi tali da rimettere in discussione alcune delle certezze che hanno portato alla condanna di Stasi.

Le questioni tecniche ancora irrisolte

Il confronto televisivo ha visto protagonista anche Flaminia Bolzan, criminologa, che ha approfondito le risultanze dell’autopsia condotta dal dottor Marco Ballardini nel 2007. In particolare, la Bolzan ha posto l’accento sulle ferite agli occhi di Chiara Poggi, sostenendo che difficilmente siano compatibili con la parte fina di un martello. La sua ipotesi è quella di un'arma ad “azione tagliente” più fine, del tutto differente rispetto a quanto sinora ipotizzato dagli inquirenti.

Un altro elemento discussione è rappresentato da una lesione anomala: un foro di diametro molto piccolo all’altezza della tempia della vittima. “È difficile – spiega la criminologa – immaginare la presenza di un terzo mezzo lesivo che possa averla prodotta”, sottolineando come questo dettaglio non si concili con il quadro complessivo degli altri traumi.

Gli accertamenti sui reperti e il DNA

Tra i vari argomenti discussi, la trasmissione si è soffermata anche sulla questione della spazzatura repertata e analizzata sin dal 2008. L’ultimo aggiornamento riguarda l’analisi genetica condotta dal perito nominato dal gip: nel sacchetto in questione è stato trovato DNA esclusivamente riconducibile a Chiara Poggi, fatta eccezione per una cannuccia di Estathé sulla quale è stato rilevato il DNA di Alberto Stasi.

Su questo punto, l’avvocato De Rensis ha voluto ribadire come il suo assistito abbia fornito dichiarazioni coerenti dinanzi ai magistrati. “Alberto – ha precisato il legale – è sempre andato a parlare con tutti i magistrati, a differenza di altri, e ha spiegato di aver sempre bevuto Estathé in quella casa, magari lo ha fatto anche quella sera dopo la pizza”. Secondo la difesa, il ritrovamento risulterebbe dunque coerente con le abitudini dell'imputato e non configurerebbe un elemento indiziario di colpevolezza.

Attesa per nuovi sviluppi

Nonostante il caso Garlasco sia attualmente privo di novità eclatanti, le parole dell’avvocato di Stasi su possibili futuri accertamenti, unite alle riflessioni delle consulenti tecniche, rilanciano il dibattito e lasciano presagire che la vicenda non sia affatto chiusa dal punto di vista mediatico e processuale. La sensazione è che la verità sull’omicidio di Chiara Poggi sia ancora lontana dall’essere ricostruita in maniera definitiva e che, nei prossimi mesi, il caso possa riservare nuovi colpi di scena.

L'attesa, dunque, resta alta. Per ora, mentre periti e procure mantengono il riserbo, il confronto tra tecnici, avvocati e opinionisti prosegue nei salotti televisivi, tenendo vivo il ricordo della giovane vittima e i dubbi irrisolti di uno dei più discussi fatti di cronaca dell’Italia recente.

LEGGI ANCHE