11 Aug, 2025 - 20:00

Meloni sente il presidente palestinese Mahmoud Abbas: ecco cosa si sono detti

Meloni sente il presidente palestinese Mahmoud Abbas: ecco cosa si sono detti

Un confronto telefonico per discutere della questione umanitaria a Gaza. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è sentita questo pomeriggio con il presidente della Palestina, Mahmoud Abbas. Nel corso della conversazione telefonica, Abbas ha espresso un sincero apprezzamento per il ruolo dell’Italia nel sostegno umanitario finora assicurato e per le posizioni assunte. La premier ha condiviso con il leader palestinese la profonda preoccupazione per le recenti decisioni israeliane, che sembrano andare verso un’ulteriore escalation militare destinata a peggiorare la situazione umanitaria.

Meloni ha ribadito la necessità di giungere immediatamente alla fine delle ostilità per poter continuare a fornire assistenza umanitaria a una popolazione civile allo stremo. Ha inoltre condiviso con il presidente Abbas la convinzione che Hamas debba rilasciare tutti gli ostaggi e accettare di non poter avere un futuro nel governo della Striscia.

Secondo quanto riportato in una nota di Palazzo Chigi diffusa nel pomeriggio, i due leader si sarebbero dati appuntamento a New York, in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L'80ª sessione si aprirà il prossimo 9 settembre. Si va verso un passo in avanti per il riconoscimento della Palestina da parte dell'Italia?

Meloni sente il presidente palestinese: cosa si sono detti?

Preoccupazione per la condizione umanitaria dei territori palestinesi, maggiore impegno per il programma Food for Gaza e promessa di un ruolo attivo nella futura ricostruzione delle aree abitate dai palestinesi una volta terminato il conflitto. È stato un intenso colloquio quello tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il leader palestinese, Mahmoud Abbas, avvenuto telefonicamente nel pomeriggio di oggi, 11 agosto 2025.

Nel corso della conversazione, la presidente del Consiglio ha confermato che l’Italia è pronta a fare la sua parte per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza, riaffermando la necessità di lavorare a un processo politico che porti a una pace giusta e duratura in Medio Oriente attraverso la soluzione dei due Stati.

Il cambio di linea in pochi mesi

Solo qualche mese fa, durante il question time del 14 maggio 2025 alla Camera dei deputati, si era registrato uno scontro con il deputato di Avs, Angelo Bonelli, proprio per la mancata condanna di quanto stava accadendo in Medio Oriente. La presidente del Consiglio aveva preferito mantenere una linea diplomatica e neutrale, evitando rotture con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il timore, probabilmente, era che un deterioramento del rapporto avrebbe potuto avere conseguenze anche sulle relazioni tra Roma e Washington.

Tuttavia, negli ultimi mesi, le azioni israeliane si sono fatte sempre più violente, coinvolgendo un numero crescente di civili. L'attacco alla Sacra Famiglia di Gaza ha incrinato le relazioni, e il progressivo riconoscimento della Palestina da parte di diverse cancellerie europee ha messo Meloni in una posizione delicata.

La premier, tuttavia, non si sbilancia e sottolinea quanto sia necessario arrivare a una pace e alla restituzione degli ostaggi prima di riconoscere la Palestina. Resta innegabile che il governo abbia modificato il suo approccio verso Israele: solo pochi giorni fa c’è stata una telefonata con Netanyahu nella quale è stato espresso disappunto per le azioni militari su Gaza. La volontà, da parte dell’esercito israeliano, di occupare i territori palestinesi ha inoltre contribuito a inasprire le relazioni tra Roma e Tel Aviv.

Il riconoscimento a settembre?

In occasione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di settembre, Abbas e Meloni avranno modo di confrontarsi nuovamente. Magari proprio dal colloquio che si terrà tra un mese a New York la premier potrebbe convincersi a seguire l’esempio di altre cancellerie europee che hanno promesso e avviato il riconoscimento dello Stato palestinese. Nella giornata di oggi, 11 agosto 2025, dal governo sono arrivati due commenti sulla situazione umanitaria, da parte di due ministri. Il primo è quello del titolare del dicastero della Difesa, Guido Crosetto, che ha ribadito la gravità della situazione in Medio Oriente in un’intervista a La Stampa.

Non tutti, però, si schierano dalla parte della Palestina. Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha sottolineato la necessità di “fermare i terroristi” e ha ricordato come Hamas abbia provocato gli eventi del 7 ottobre. Il vicepremier, parlando con i giornalisti prima dell’inizio del Caffè della Versiliana, ha dichiarato:

virgolette
Bisogna fermare i terroristi. Noi stiamo parlando di qualcosa che è stato scatenato dal più grande attacco dopo il nazifascismo degli ultimi decenni, che ha sterminato più di mille ragazzi che non c’entravano niente, che erano lì ad ascoltare musica. Di questo stiamo parlando. Della necessità di togliere ed eliminare con qualsiasi mezzo i terroristi dalla Striscia di Gaza che tengono in ostaggio i palestinesi, con l’obiettivo finale di due popoli, due Stati. Però uno dei due Stati non può essere occupato da terroristi islamici. Mi sembra banale. È chiaro che le vittime civili devono cessare, perché sono troppe. Detto questo, conto che anche in questo caso la comunità internazionale e Trump riescano a fare quello che altri non sono riusciti a fare. Sicuramente l’eccesso di vittime civili è una cosa che non si può più vedere né sentire.

Per ora, il riconoscimento resta un’ipotesi remota nel breve periodo, ma non del tutto improbabile.

 

LEGGI ANCHE