13 Aug, 2025 - 12:05

Garlasco, chi cercava "ragazzini" sul pc di Chiara Poggi? Il nuovo numero di Giallo

Garlasco, chi cercava "ragazzini" sul pc di Chiara Poggi? Il nuovo numero di Giallo

Il numero di Giallo in edicola dal 14 agosto si concentra su uno degli aspetti più controversi e inquietanti del delitto di Garlasco: le ricerche a sfondo pedofilo rinvenute sul computer di Chiara Poggi poco prima del suo omicidio.

L’articolo, firmato da Laura Marinaro, approfondisce la scoperta, passata quasi totalmente sotto silenzio negli anni di indagini e processi, che aggiunge un nuovo e sconcertante tassello a uno dei casi di cronaca nera più noti d’Italia.

Garlasco, le ricerche shock sul pc di Chiara

Nel maggio 2009, durante una perizia informatica condotta sugli apparecchi elettronici di Chiara Poggi, emerge un dettaglio agghiacciante: pochi giorni prima dell’omicidio qualcuno ha inserito nel motore di ricerca del computer frasi come “Preteen video”, “Nuda Garlasco” e “Sesso Garlasco”. 

La tempistica è inequivocabile: la ricerca risale al 1° agosto 2007 alle 9.49 del mattino, quando Chiara, secondo riscontri certi, si trovava già al lavoro. La giovane non può aver digitato lei stessa quelle parole. Chi era allora davanti al suo pc? Chi utilizzava il computer di Chiara per cercare materiale collegato a video di preadolescenti, una delle espressioni usate proprio nel gergo dei pedofili?

Nessuno, all’epoca, approfondì davvero la questione. La perizia, affidata agli ingegneri informatici Roberto Porta e Daniele Occhetti su incarico del giudice per l’udienza preliminare Stefano Vitelli, documenta queste ricerche come atti volontari. Non si tratta, quindi, di finestre aperte casualmente o di eventuali virus informatici: qualcuno ha intenzionalmente cercato questi termini, lasciando chiare tracce digitali.

Sempio ha ammesso di utilizzare quel pc

Le testimonianze emerse nel processo hanno chiarito che il computer nella camera di Chiara era spesso usato anche dal fratello Marco e da amici come Andrea Sempio, a sua volta indagato a distanza di anni, benché poi archiviato. 

Lo stesso Marco Poggi ha ammesso alla polizia di aver più volte utilizzato il computer della sorella per giocare o navigare online, spesso quando lei non era presente in casa. Ma la domanda decisiva resta: chi – e perché – si prese la briga di inserire ricerche così esplicite, proprio nei giorni che precedettero uno degli omicidi più discussi della cronaca italiana?

La curiosità di Chiara sui temi della pedofilia

Un ulteriore dettaglio, ampiamente esplorato anche dal nuovo numero di Giallo, riguarda la chiavetta USB della ragazza. Sul supporto informatico furono trovati diversi articoli salvati proprio da Chiara: uno di questi parlava, tra le altre cose, delle vittime degli abusi dei preti pedofili negli Stati Uniti; un altro era un’inchiesta sulla fenomenologia della pedofilia; un terzo riguardava il legame tra cocaina e violenza.

Il sospetto che Chiara si fosse accorta delle strane ricerche svolte sul suo computer, magari da persone a lei vicine, e che avesse perciò cominciato a documentarsi sul tema, aleggia ancora oggi sulla vicenda.

Una pista mai esplorata davvero

Le ricerche trovate nei dispositivi di Chiara rappresentano una delle ombre più fitte del caso. Nel fascicolo processuale furono classificate come anomale, ma mai approfondite a fondo. Eppure la presenza di termini come “preteen video” è stata indicata dagli esperti come inequivocabilmente riferibile a contenuti pedopornografici.

Alcuni inquirenti sostengono che, con i dati temporali precisi e l’elenco di chi poteva realmente accedere al pc, sarebbe stato possibile almeno restringere la rosa dei sospetti, se solo si fosse indagato con la dovuta attenzione all’epoca dei fatti.

Abusi, sospetti e inquietudine a Garlasco 

Il caso si tinge di ulteriori tinte fosche: già nel 2006 a Garlasco si era registrato un episodio documentato di pedofilia, con un uomo scoperto in possesso di immagini che ritraevano bambini del paese in luoghi pubblici.

In questo contesto, la presenza di ricerche così mirate, accostate a nomi e località specifiche (“Nuda Garlasco”, “Sesso Garlasco”), fa pensare non solo alla ricerca di materiale vietato, ma anche a un interesse incentrato su possibili soggetti reali del piccolo centro pavese. 

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