16 Aug, 2025 - 14:00

Elezioni regionali, in Puglia non c'è storia: ecco chi vincerà al di là del candidato

Elezioni regionali, in Puglia non c'è storia: ecco chi vincerà al di là del candidato

Grande attesa per il voto locale in Puglia. Negli ultimi giorni, il sondaggio di Yoodata pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno ha acceso con forza i riflettori sulla prossima sfida delle regionali pugliesi, alimentando un dibattito vivace sia nell’arena pubblica sia all’interno delle coalizioni. Non si tratta di un appuntamento elettorale marginale: la Puglia è da anni un laboratorio politico e per questo le scelte di candidati e alleanze assumono un rilievo che va ben oltre i confini regionali. 

I numeri del sondaggio delineano un quadro che, se da un lato sembra consolidare il radicamento del centrosinistra, dall’altro apre a scenari ancora incerti e a possibili ribaltamenti. Antonio Decaro, con il suo 67% di gradimento come ipotetico candidato governatore e un livello di fiducia personale che tocca il 69%, emerge come figura di punta. Tuttavia, la rilevazione mette in luce anche il peso di altri esponenti dem come Francesco Boccia, Loredana Capone e Raffaele Piemontese, a dimostrazione che il consenso non si concentra su un unico nome.

Sullo sfondo, il centrodestra intravede spiragli per un recupero, forte della crescita dei consensi nazionali e del traino di Giorgia Meloni. È quindi uno scenario aperto, in cui equilibri e candidature restano in evoluzione.

Cosa dicono i numeri

Per il centrosinistra i dati rappresentano una conferma ma anche una sfida. La lunga stagione di governo regionale, prima con Nichi Vendola e poi con Michele Emiliano, ha consolidato una tradizione amministrativa che trova ancora oggi l’apprezzamento di una larga parte dell’elettorato. Decaro appare come il volto più riconoscibile, frutto non solo della sua esperienza da sindaco di Bari ma anche di una strategia comunicativa che lo rende particolarmente efficace sui social e nella percezione collettiva.

Tuttavia, il sondaggio segnala che non esiste un candidato unico e insostituibile per guidare la coalizione alla vittoria. Boccia, con il suo 60% di gradimento, e altri esponenti come Capone, Piemontese e Turco, mantengono risultati competitivi, aprendo così alla possibilità di una scelta collegiale e condivisa. Le dinamiche interne, però, non sono semplici: Decaro ha già precisato che non correrà se in campo ci saranno ancora Emiliano o Vendola, e la definizione della leadership richiederà equilibri delicati.

Sul tavolo restano inoltre le grandi questioni programmatiche, a partire dalla crisi industriale di Taranto, dove sono emerse divergenze tra la linea Schlein-Emiliano e quella più vicina a Conte e allo stesso Decaro. La segretaria del Pd appare però fiduciosa: la costruzione di alleanze ampie e di un programma solido resta la via maestra per presentarsi alle urne con credibilità.

Cosa succede nel centrodestra

Sul fronte opposto, la rilevazione Yoodata ha avuto l’effetto di risvegliare il centrodestra, che vede margini per rovesciare i pronostici. I dati mostrano infatti che contro candidati diversi da Decaro, i conservatori possono raggiungere risultati più favorevoli rispetto a quelli ottenuti da Raffaele Fitto contro Emiliano, quando Fratelli d’Italia era ancora in una fase di crescita e la leadership di Giorgia Meloni non aveva il radicamento attuale.

A cento giorni dal voto, la sfida appare ancora aperta, e all’interno della coalizione si lavora alla ricerca del profilo giusto per insidiare la roccaforte progressista. La questione principale, come osserva il leghista Napoleone Cera, non è tanto conquistare la fiducia dei cittadini – che deriverebbe dal lavoro del governo nazionale e dalla presenza sui territori – quanto la necessità di aumentare la visibilità del candidato scelto.

Nomi come Mauro D’Attis non partono con un vantaggio in termini di notorietà rispetto agli avversari, ma con una campagna mirata e un programma incisivo la partita potrebbe diventare contendibile. L’obiettivo dichiarato è presentarsi con un progetto che intercetti i bisogni dei pugliesi, trasformando la sfida autunnale in un confronto equilibrato.

Settimane importanti

La Puglia si avvicina dunque a un passaggio politico cruciale. Le prossime settimane saranno decisive per capire se il centrosinistra riuscirà a compattarsi intorno a un nome condiviso e a un programma capace di affrontare le criticità regionali, oppure se il centrodestra saprà sfruttare l’onda lunga dei consensi nazionali per ribaltare la roccaforte progressista.

Ciò che emerge dal sondaggio è una fotografia dinamica: Decaro parte in vantaggio, ma non appare imbattibile, e la fluidità delle alleanze lascia spazio a sorprese. La contesa, come spesso accade in Puglia, non sarà solo uno scontro di candidati ma anche di visioni sul futuro del territorio, dal lavoro all’industria, dalla sanità all’ambiente. In questo quadro, il consenso reale si misurerà solo nel giorno del voto, quando i cittadini decideranno se premiare la continuità o dare fiducia a un nuovo corso politico.

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