25 Aug, 2025 - 08:46

Il dramma della malasanità in Italia

Il dramma della malasanità in Italia

Il programma “Incidente probatorio – cronache d’estate”, in onda sul canale 122, ha dedicato una puntata al dramma della malasanità, un tema che negli ultimi anni, dal Covid a oggi, ha assunto un peso sempre più rilevante nelle cronache e nella vita delle persone. In studio e in collegamento, ospiti d'eccezione per analizzare la vicenda e le sue implicazioni: l’avvocato Valerio Lombardi, il sociologo Marino D’Amore, la psicologa e criminologa Mary Petrillo, il primo dirigente della polizia di Stato e professore universitario Ugo Terracciano e l’avvocato Elisabetta Aldrovandi.

La discussione è partita da un caso concreto che ha scosso l’opinione pubblica: la storia di Antonella Mettini, 77 anni, morta dopo un ricovero nell’ospedale di Avezzano. Colpita da un lieve ictus, secondo il figlio non sarebbe stata adeguatamente curata e un’infezione non diagnosticata, degenerata in sepsi, le sarebbe stata fatale. A denunciare i fatti è stato il giornalista de “Il Tempo”, Francesco Capozza, figlio della donna, che ha espresso con chiarezza la sua posizione: non cerca vendetta, ma verità. Ha raccontato che sua madre meritava ascolto, rispetto e cura, e ha voluto sollevare il caso affinché nessun altro debba trovarsi a vivere un’esperienza simile. Sulla vicenda la magistratura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, e solo gli accertamenti giudiziari potranno chiarire in modo definitivo quanto accaduto.

Secondo quanto riportato, la signora avrebbe trascorso molte ore su una barella, senza che i primi sintomi fossero riconosciuti e senza un quadro clinico chiaro delle sue condizioni. L’infezione non sarebbe stata individuata né trattata, fino a quando la situazione è precipitata. Marino D’Amore, sociologo, ha commentato che questa è una storia che purtroppo si ripete troppo spesso. Il paradosso, ha spiegato, è che il luogo che dovrebbe rappresentare sicurezza e cura si trasforma invece nello scenario di un dramma. La sua analisi mette in evidenza come il problema non sia solo clinico, ma anche politico e strutturale. I tagli alla sanità pubblica hanno ridotto risorse e personale, e talvolta non è nemmeno sufficiente la competenza dei medici: se un paziente resta per molte ore non monitorato, il rischio di un epilogo tragico aumenta in modo esponenziale.

L’avvocato Valerio Lombardi ha invitato alla prudenza, sottolineando che saranno le indagini a dover chiarire la sequenza degli eventi, valutando se ci siano state negligenze, omissioni o comportamenti che avrebbero potuto cambiare l’esito. La verità, ha ricordato, è spesso difficile da ricostruire, perché la medicina non è mai una scienza esatta e ogni caso ha peculiarità che lo rendono complesso. Ciò nonostante, accertare eventuali responsabilità è determinante non solo per la giustizia, ma anche per restituire dignità a chi non c’è più.

Il professor Ugo Terracciano ha ampliato il discorso, evidenziando le conseguenze che simili episodi hanno anche sul piano assicurativo. Ha richiamato i dati statistici, secondo cui gli errori diagnostici rappresentano il 23,1% dei casi di malasanità denunciati, una cifra che mette in allarme. Ha poi rimarcato che ogni vicenda è unica e non può essere ridotta a una percentuale. Comprendere dove si sia verificato l’errore e se sia effettivamente imputabile a una mancanza professionale non è un compito semplice, e occorre rispetto per il lavoro degli inquirenti che devono districarsi tra competenze tecniche e responsabilità umane.

L’avvocato Elisabetta Aldrovandi ha invece messo in luce un altro nodo, che si pone sulla carenza strutturale di personale medico. Nei pronto soccorso italiani l’emergenza è costante, e il sistema fatica a reggere la pressione della domanda. Mancano risorse, medici e infermieri, e questo rende difficile garantire un’assistenza tempestiva e adeguata. Una situazione che ha portato a un aumento esponenziale del contenzioso medico-legale. Proprio per questo motivo negli ultimi anni il legislatore è intervenuto con nuove normative volte a regolamentare meglio la responsabilità sanitaria, nel tentativo di ridurre conflitti e tutelare sia i pazienti sia i professionisti.

La psicologa e criminologa Mary Petrillo ha posto l’accento sul lato umano e psicologico della vicenda. Ha osservato che i sintomi della signora Mettini, anche quelli legati allo stomaco, non sarebbero stati presi in considerazione con l’attenzione dovuta. Una sottovalutazione che avrebbe contribuito a generare la denuncia del figlio. Oltre all’aspetto clinico, ha aggiunto Petrillo, casi simili hanno un impatto devastante sulle famiglie. Si crea un effetto domino che coinvolge non solo i pazienti, ma anche i parenti, segnati da dolore, rabbia e perdita di fiducia nelle istituzioni sanitarie. Questa sfiducia diventa a sua volta un problema sociale, perché mina il rapporto di fiducia tra cittadini e sistema sanitario nazionale, un pilastro che dovrebbe invece garantire sicurezza.

La psicologa ha anche ricordato come il personale sanitario viva condizioni di forte pressione, con turni massacranti e carichi di lavoro insostenibili. Questo contribuisce ad aumentare il rischio di errori, generando un circolo vizioso che colpisce sia i pazienti sia i medici stessi. Un effetto domino che evidenzia quanto sia urgente un intervento strutturale per restituire dignità e funzionalità a un sistema che appare ormai in affanno.

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