02 Sep, 2025 - 15:05

Cosa sapere sulla mafia in Italia: ecco storia e origini

In collaborazione con
Alice Maria Masneri
Cosa sapere sulla mafia in Italia: ecco storia e origini

La mafia in Italia non è semplicemente un gruppo di criminali; è un labirinto oscuro, un ecosistema di silenzio e paura che si insinua tra le pieghe della società. È come un’ombra che si allunga, nata in Sicilia nell’Ottocento, inizialmente spacciata per "salvatrice" dei più deboli. Ma, ahimè, il suo vero volto è emerso: un volto che sputa violenza, estorsioni, traffici illeciti e una corruzione che puzza di marcio.

 Cosa Nostra, 'Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita ognuna di queste varianti ha il suo codice d’onore, come se fosse un rituale ancestrale, e un potere territoriale che fa tremare. Si muovono come un’onda invisibile, infiltrandosi nella politica e nell’economia, tessendo la loro tela anche nella vita di tutti i giorni. Ma non è tutto perduto dove c’è consapevolezza, dove la giustizia si fa sentire e il coraggio si alza come un grido, lì si trova la resistenza. E in questo contrasto, in questa lotta, si sente un’eco di speranza... o forse è solo un sussurro nel vento?

La mafia: cos’è, dove nasce?

La mafia un termine che evoca immagini di ombre e segreti, di potere e paura non è solo un fenomeno criminale, ma un capitolo intricato della storia italiana. È strano pensare che, solo nel 1982, l’articolo 416 bis del codice penale abbia finalmente messo un nome a questa realtà: un’associazione a delinquere di tipo mafioso. Ecco, la legge ha messo in luce l’uso della “forza di intimidazione” per controllare non solo affari legali, come appalti e concessioni, ma anche quelli più oscuri, come il traffico di droga e le estorsioni. 

La storia della mafia si intreccia con quella dell’Italia, affondando le radici nel tardo Ottocento. Immagina un mondo in cui queste organizzazioni, come dei ragni silenziosi, tessono le loro ragnatele tra i poteri ufficiali e l’economia. Dopo la Seconda guerra mondiale, la mafia si espande, come un’ombra che si allunga dal Sud verso il Nord. Dalla protezione dei grandi proprietari agricoli in Sicilia, ai quartieri popolari di Napoli, fino alle strade di New York. La mafia ha esteso le sue grinfie unendo affari legali e illegali, come sigarette di contrabbando e racket commerciale.

La società, in preda a un vortice di corruzione e violenza, si trova in mezzo tra trattative e scontri con le istituzioni. I mafiosi agiscono con una logica spietata: tutto ciò che giova all’organizzazione è lecito, tutto il resto va evitato. E la violenza? Usata con una precisione chirurgica. Non è un caso che, quando si scatena, come nelle stragi del '92, attiri l’attenzione dei media e delle forze dell’ordine. È un gioco pericoloso, perché più rumore fa la violenza, più aumenta il rischio di arresto e confisca dei beni. Così, spesso, le armi rimangono in silenzio un paradosso, ma un segno che un equilibrio è stato trovato tra mafiosi e chi li circonda. Gli affari, sia leciti che illeciti, possono continuare senza spargimenti di sangue. Il potere della mafia si basa su un’arte antica: il silenzio, l’omertà. Ecco perché, negli ultimi anni, chi ha osato tradire, collaborando con lo Stato, ha pagato un prezzo terribile. Vendette trasversali, spesso culminate in omicidi di familiari e amici. Una danza di morte che continua a segnare la storia di un fenomeno che, purtroppo, non sembra avere fine.

Le principali mafie in Italia

In Italia, le mafie si presentano come un mosaico di potere e prestigio un gioco di scacchi dove ogni pezzo ha il suo ruolo, ma la posta in gioco è sempre alta. Cosa nostra, ad esempio, si erge come una piramide, con un boss al vertice che manovra i fili del crimine. Gli “uomini d’onore”, quasi come marionette, eseguono gli ordini: chiedere il “pizzo”, gestire traffici illeciti, e, sì, persino togliere la vita a chi si oppone.

La sensazione di controllo è palpabile, un’ombra che si allunga su tutto il territorio... Dall’altra parte, la camorra si snoda in una rete intricata di clan, ognuno con il suo angolo di città da difendere. Qui, la lotta per la supremazia è incessante; i giovani, spesso provenienti da famiglie in difficoltà, vengono reclutati con promesse di solidarietà e mutua assistenza un abbraccio che può sembrare caldo, ma che nasconde un’oscurità profonda. Obbedienza è la parola d’ordine, e la camorra si radica nelle province di Napoli, Salerno e Caserta, ma le sue radici affondano in tutto il Paese.

E poi c’è la ‘ndrangheta, la più temuta di tutte una vera e propria multinazionale del crimine. Qui, il legame di sangue è sacro, un vincolo che rende quasi impossibile la collaborazione con la giustizia. Tradire la propria famiglia? Un pensiero inaccettabile. Matrimonio tra famiglie diventa un modo per cementare questi legami, unendo destini e destini di vita.

Infine, la Sacra Corona Unita, la più giovane tra le organizzazioni mafiose storiche, è emersa in Puglia. Nata come un’agenzia di mediazione tra detenuti, si è evoluta in un baluardo contro l’invasione dei clan camorristi, cercando di mantenere il controllo su un territorio in tumulto.

La sua nascita è un grido di resistenza, un tentativo di affermare un potere locale in un mare di conflitti Stidda una sorta di ombra inquietante che si aggira tra le strade di Agrigento, una creatura nata negli anni '80, frutto di due giovani menti Giuseppe Croce Benvenuto e Salvatore Calafato. Questi ragazzi, un tempo parte di un gioco più grande, hanno deciso di non seguire il copione di Cosa Nostra. E così, con un misto di ribellione e ambizione, hanno dato vita a quella che alcuni chiamano la "quinta mafia".

Stidda che in italiano significa "stella", ha origini che danzano tra le ipotesi. Alcuni dicono che derivi dal tatuaggio a forma di stella, altri sostengono che rappresenti una costellazione di gruppi. E poi c'è Antonino Calderone che suggerisce che il nome affondi le radici nella devozione alla Madonna della stella di Barrafranca. La Stidda è un’entità che si nutre di violenza, una ferocia che si manifesta in omicidi.

A cura di Alice Maria Masneri

LEGGI ANCHE