Esistono storie così raccapriccianti da superare l'immaginazione, e quella del famigerato assassino e ladro di tombe Ed Gein è una di queste.
Quando, nel 1957, la polizia entrò nella sua fattoria e scoprì cosa c’era dentro, la realtà divenne più spaventosa di qualsiasi film horror.
La scoperta dell'abitazione gli valse il soprannome di “Il macellaio di Plainfield”: un killer che ha ispirato capolavori dell'orrore come Psycho e Non aprite quella porta.
I suoi crimini fanno discutere ancora una volta grazie a Monsters 3: La storia di Ed Gein, la nuova stagione della serie antologica firmata Ryan Murphy, uscita su Netflix il 3 ottobre 2025.
Ecco il trailer:
L'attore Charlie Hunnam interpreta l’uomo che viveva “in una fattoria in rovina”, nascondendo (come si legge su Tudum) “una casa degli orrori così raccapricciante da ridefinire l’incubo americano”.
Ma dove si trova questa misteriosa abitazione e, soprattutto, esiste ancora?
Ed Gein nacque nel 1906 a La Crosse, nel Wisconsin, ma trascorse quasi tutta la vita a Plainfield, un piccolo paese rurale a nord di Madison, che all’epoca contava appena 700 abitanti.
Secondo A&E, la sua famiglia si trasferì lì nel 1914, in una proprietà di 195 acri con fattoria e annessi.
La madre di Ed, Augusta Gein, sfruttò quell’isolamento per crescere i figli, Ed e Henry, con una disciplina religiosa.
Impedì loro di frequentare amici, li costrinse a lavorare nei campi e predicò una vita senza svaghi, senza peccati, senza alcol e, soprattutto, senza donne.
La casa divenne presto un piccolo inferno. Lì, in quell'angusto e inquietante nido, l'unica voce che contava davvero era quella di Augusta.
La reazione di Gein alla morte della madre è quanto di più inquietante si possa immaginare. Sigillò con assi di legno la stanza di lei e altre parti della casa per lasciarle praticamente intatte, come una sorta di santuario.
Lui viveva in due sole stanze, piene di disordine e di sporcizia. Come ha raccontato il professor Louis Schlesinger a Crime + Investigation di A&E:
La casa di Ed Gein non esiste più. Nel 1958, dopo l’arresto di Gein, la sua fattoria sarebbe dovuta finire all’asta. Molti cittadini ritenevano disgustosa l'idea che un posto del genere potesse diventare fonte d'attrazione, quindi c'è chi pensa che l'incendio sia stato doloso.
Pochi giorni prima della vendita, la fattoria prese fuoco e andò completamente distrutta. Il La Crosse Tribune riportò che una squadra di pulizie, incaricata di bruciare i rifiuti presenti sulla proprietà, aveva appiccato un incendio controllato, poi degenerato.
Prima del rogo, il terreno e gli edifici erano stati valutati 4.700 dollari. Dopo l’incendio rimase solo un cimelio macabro: l’automobile di Gein, comprata da un gestore di luna park, Bunny Gibbons, che chiedeva 25 centesimi per mostrarla ai visitatori più curiosi.
L’iniziativa durò poco, perché le autorità lo fecero chiudere.
Ma fu ciò che gli agenti trovarono nel 1957 dentro la casa di Ed Gein a far scattare l'arresto. Secondo i rapporti di polizia, gli investigatori scoprirono resti umani e organi riesumati dalle tombe locali.
Gein li utilizzava per costruire oggetti:
lampade, maschere e vestiti fatti di pelle umana,
ciotole ricavate da teschi,
e perfino un tavolo traballante sorretto da un osso di gamba.
Nel suo capanno, la polizia trovò il corpo decapitato di Bernice Worden, la proprietaria della ferramenta di Plainfield scomparsa, grazie alla quale furono scoperti gli altri crimini.
Il suo corpo venne ritrovato mutilato e appeso a testa in giù come un animale da macello. In casa c’erano anche due teste mozzate, una delle quali apparteneva a Mary Hogan, proprietaria di una taverna scomparsa tre anni prima.
Approfondisci che fine ha fatto il killer e la sua storia vera.