12 Oct, 2025 - 12:08

Picchia la figlia e la obbliga a indossare il velo: padre integralista condannato per maltrattamenti

Picchia la figlia e la obbliga a indossare il velo: padre integralista condannato per maltrattamenti

Per anni avrebbe picchiato la figlia, nata e cresciuta in Italia, costringendola a indossare il velo contro la sua volontà. Per questo un uomo di origini egiziane è stato ora condannato in primo grado dal Tribunale di Milano a 5 anni e 6 mesi di carcere per maltrattamenti in famiglia e lesioni. 

Tutto è iniziato quando la giovane, conosciuta con il nome di fantasia di "Fatima", ha raggiunto la maggiore età e ha trovato il coraggio di denunciare le violenze subite da parte del genitore. Insieme all'avvocata Raffaella Marmo, si è poi costituita parte civile nel processo a suo carico. 

Le imposizioni e le violenze da parte del padre integralista

A raccontare la triste storia di Fatima è stato Il Giorno. La ragazza, oggi maggiorenne, avrebbe iniziato a subire le imposizioni del padre dall'età di 11 anni, quando, secondo la sua testimonianza, sarebbe stata costretta per la prima volta a indossare il velo.

Solo una di tante regole. Tra di esse, la recitazione, quotidiana, del Corano e il divieto di condurre uno stile di vita "occidentale", nonostante vivessero a Milano. Un vero e proprio controllo esercitato dal genitore.

Che in caso di inottemperanza anche minima si traduceva in punizioni fisiche, che includevano l'uso "di una bacchetta". Per l'uomo, integralista islamico, si trattava di un "metodo educativo", utile a sedare le "ribellioni" delle figlie.

Nel 2019, una delle sorelle minori di Fatima aveva contattato il Telefono Azzurro per chiedere aiuto, denunciando il clima di terrore quotidiano in cui vivevano, costrette a restare per la maggior parte del tempo in casa. La svolta è arrivata quando anche la ragazza più grande ha deciso di rivolgersi alle autorità. 

La denuncia e il percorso di liberazione della giovane

Una volta raggiunta la maggiore età, con il supporto di un centro antiviolenza, Fatima ha denunciato il padre. Che, secondo quanto emerso dalle indagini, a un certo punto avrebbe anche tentato di portarla in Egitto - dove si diventa maggiorenni a 21 anni - con l'obiettivo di continuare a controllarla senza problemi, allontanandola inoltre dall'Italia. Quando le indagini sono partite, e gli inquirenti hanno acquisito documenti e testimonianze sul controllo e i maltrattamenti esercitati dall'uomo, le cose sono finalmente cambiate. 

La sentenza di condanna e il risarcimento

Ora il Tribunale di Milano ha condannato il papà a 5 anni e 6 mesi di carcere per maltrattamenti in famiglia e lesioni, riconoscendo la gravità e la continuità delle violenze. Una pena superiore ai 2 anni e mezzo che la Procura aveva richiesto.

Fatima, costituitasi parte civile con l'assistenza dell'avvocata Raffaella Marmo, ha invece ottenuto un risarcimento di 15mila euro. Durante il processo, ha raccontato ripetutamente in aula degli episodi subiti, dimostrando coraggio e volontà di autonomia.

Per tutto il tempo, il padre, seduto al banco degli imputati, ha continuato a difendersi, sostenendo di aver solo "applicato" gli insegnamenti ricevuti a sua volta quand'era piccolo. "Giustificazioni" che il Tribunale ha giudicato insufficienti a legittimare le punizioni fisiche e le imposizioni coercitive.

Una vittoria, per la giovane, per le sue sorelle minori, ma anche per tutte le altre ragazze che - come lei - sono vittime di violenza domestica. Fatima, oggi libera, vive nel Milanese con il compagno. Ha trovato un appartamento e un lavoro stabile e si gode la libertà conquistata.

Come avrebbe voluto fare anche Saman Abbas, la 18enne di origini pachistane che fu uccisa a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, dai familiari. Nelle motivazioni della sentenza con cui sono stati condannati, i giudici scrivono che "non accettavano il suo desiderio di indipendenza". 

La giovane, che aveva conosciuto un ragazzo online, aveva infatti deciso di costruirsi una nuova vita, rifiutando il matrimonio combinato organizzato dai genitori. 

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