Manca solo l'ultimo passaggio, ma ormai la riforma della magistratura è considerata cosa fatta dal punto di vista parlamentare.
Ad avere l'ultima parola sulla separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e inquirenti, in ogni caso, saranno gli italiani con il referendum confermativo che sarà indetto la prossima primavera.
Promuoveranno o bocceranno l'idea del centrodestra di cambiare l'organizzazione interna delle toghe per avere una giustizia più giusta ed evitare la deriva correntizia da cui sono stati travolti i suoi protagonisti?
Secondo l'istituto demoscopico Bidimedia, a oggi, la maggioranza degli italiani sembra propensa a portare in porto la riforma Nordio.
Il fronte del sì e quello del no sono sostanzialmente equilibrati. La partita del referendum costituzionale che si celebrerà la prossima primavera per confermare o meno la riforma Nordio è apertissima.
Ma tant'è: a oggi, la parte che è in vantaggio è quella che promuove la separazione delle carriere.
Ricordato che il referendum sarà valido anche se non si raggiunge il 50% degli aventi diritto alle urne, secondo Bidimedia, il 33% degli italiani è già bello e convinto di votare sì.
La parte avversa, invece, quella che vede come il fumo negli occhi le nuove regole volute da Nordio, si attesta 3 punti sotto, al 30%.
Questo, mentre il fronte più ampio, composto dal 37% degli italiani, si dice ancora incerto su quale giudizio dare alla riforma della giustizia che il centrodestra sogna di portare in porto da trent'anni tanto da volerla dedicare a Silvio Berlusconi.
Sta di fatto che la rilevazione di Bidimedia sulla riforma della magistratura non si è soffermata solo su quanti italiani sono a favore e quanti sono contro.
Alla domanda "lei teme che possa esserci un controllo da parte della politica sulle decisioni dei magistrati?" nel caso in cui la riforma Nordio passasse, hanno risposto "sì, ed è un male" il 51% degli intervistati; "sì, ma è un bene", l'11%; no il 31% e non so il 7%.
Un dato che va in controtendenza rispetto a quello secondo cui la maggioranza degli italiani sarebbe pronta a votare sì al referendum.
Tanto più che ben il 70% si è detto non favorevole a un maggior controllo della politica sull'operato della magistratura.
Gli italiani rimangono attoniti davanti ai colpi di scena che si susseguono anche per i casi di giudiziaria più famosi, come quello di Garlasco: possibile che la giustizia inizi a rivelare tutte le sue magagne fin dal principio, quando i suoi uomini sono chiamati sulla scena di un crimine, ad esempio?
A tal proposito, alla domanda "è favorevole a rendere le indagini di competenza esclusiva della polizia senza il controllo della magistratura?", il 56% si è espresso per il no; il 26% per il sì; il 18% non sa.
E quindi: sembra proprio che il referendum sulla riforma Nordio sarà una sfida più comunicativa che giuridica. Secondo vari analisti, vincerà chi saprà tradurre la complessità dell'argomento con maggiore chiarezza.
Intanto, già iniziano le prime schermaglie da campagna referendaria.
L'altro giorno, il ministro Carlo Nordio è stato ospite di un'iniziativa di Magistratura Democratica, la corrente che raggruppa le toghe di sinistra. E il suo intervento l'ha iniziato significativamente con queste parole:
Ma intanto, toghe e governo sono già pronti alla sfida.