La Basilica di San Pietro è stata di nuovo profanata. Sembra incredibile con tutta la sicurezza che h24 presidia sia la Basilica che la piazza, ma è proprio così: un turista è riuscito ad abbassarsi i pantaloni e le mutande e a fare pipì sull'altare maggiore, sulla Cattedra di San Pietro, l'altare costruito da Gian Lorenzo Bernini perfettamente in asse con la sottostante tomba di San Pietro da dove il Pontefice impartisce la dottrina per i circa 1,4 miliardi di cristiani cattolici sparsi nel mondo.
Nelle scorse ore, quindi, Papa Prevost è stato costretto a ordinare un rito penitenziale immediato nella Basilica per cancellare moralmente la profanazione.
Resta in ogni caso la domanda: ma se uno squilibrato è riuscito a profanare tanto facilmente San Pietro, un'area super blindata, il Vaticano e l'Italia possono ritenersi al sicuro?
Sono trascorsi 53 anni da quando l'australiano László Tóth colpì con 15 martellate la Pietà di Michelangelo, l'opera d'arte che fa bella mostra di sé all'entrata della Basilica di San Pietro.
Ma, nonostante l'ingente dispiegamento di forze di polizia e di sicurezza all'interno e all'esterno del luogo più sacro della cristianità, l'altro giorno, è stata registrata un'altra profanazione.
Il sito che racconta la vita vaticana "Silere non possum" l'ha descritta così:
Sta di fatto che gli amministratori del sito hanno anche individuato il colpevole di questa situazione incresciosa: hanno puntato l'indice contro colui il quale, secondo loro, sarebbe il responsabile di quanto avvenuto, il cardinale Mauro Gambetti.
Le immagini riprese da un fedele con il suo cellulare sono eloquenti.
L'ultima profanazione di San Pietro risaliva a solo otto mesi fa: a febbraio 2025, un uomo era riuscito a raggiungere l'altare maggiore e a danneggiare sei candelabri del valore di 30 mila euro e un velo bianco.
In quell'occasione, l'intervento della gendarmeria fu più veloce, fortunatamente. L'uomo fu subito fermato, identificato e denunciato senza che riuscisse a compiere ulteriori danni.
Ora, però, il nuovo episodio fa sorgere il dubbio: fino a che punto il Vaticano e l'Italia sono al sicuro?
Le spaccature che puntualmente si registrano all'interno della Chiesa, in tal senso, non aiutano a dormire sonni tranquilli.
Come capitato anche con la profanazione dei Pro Pal della statua di San Giovanni Paolo II a Termini, questi episodi svelano delle tensioni che finiscono per rendere meno efficace anche il sistema di sicurezza.
Se ora "Silere non possum" accusa l'arciprete della Basilica, monsignor Mauro Gambetti, di non essere all'altezza di assicurare una buona sorveglianza della Basilica, appena qualche giorno fa, per la statua di Wojtyla, il sito specializzato in cose vaticane puntò il dito contro il vicario di Papa Leone nella diocesi di Roma, Baldassarre Reina, accusandolo di non aver detto una parola dopo il danneggiamento del monumento.