23 Oct, 2025 - 13:49

Terza guerra mondiale, ora Trump provoca la Russia e crescono i rischi di escalation

Terza guerra mondiale, ora Trump provoca la Russia e crescono i rischi di escalation

La crisi ucraina ha subito un’escalation, con sviluppi che stanno ridefinendo il quadro geopolitico e strategico nel teatro europeo e mondiale. Al centro del dibattito le recenti decisioni di Donald Trump, che ha annullato il vertice di Budapest con Vladimir Putin, e l’imposizione di nuove pesanti sanzioni economiche dagli Stati Uniti contro la Russia. Questi eventi hanno generato una forte reazione da parte delle autorità russe, in particolare da Dmitry Medvedev.

Medvedev denuncia le mosse di Trump

Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza ed ex presidente russo, ha commentato con durezza la decisione di Donald Trump di annullare il vertice di Budapest con Vladimir Putin e l'imposizione di nuove sanzioni dagli Usa contro la Russia.

"E ora Trump è completamente allineato con l'Europa impazzita”, ha affermato Medvedev su Telegram. Ha definito gli Usa come l’avversario della Russia e ha aggiunto che Trump “è ora saldamente sul piede di guerra contro la Russia.

Anche se gli Usa non combattono direttamente al fianco delle forze ucraine, la decisione di Washington viene interpretata come un “atto di guerra” dall’ex presidente russo.

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Alcuni ovviamente diranno che ora non aveva altra scelta a causa delle pressioni del Congresso, ecc., ma questo non cambia la cosa più importante: queste decisioni sono un atto di guerra contro la Russia.

Il vertice di Budapest rinviato e l’inasprimento delle sanzioni

Il vertice tra Trump e Putin, considerato da molti un tentativo di mantenere aperti i canali diplomatici diretti tra le due superpotenze e una possibile apertura per la pace in Ucraina, è stato rinviato a data indefinita. Washington ha motivato la scelta citando l’assenza di condizioni concrete per un accordo.

Per molti, il vertice Trump-Putin avrebbe potuto rappresentare un’opportunità che oggi appare completamente congelata. Tuttavia, non è stato l’unico elemento ad aver aggravato la situazione attuale.

Gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni mirate soprattutto contro i giganti petroliferi russi Rosneft e Lukoil, con l’obiettivo dichiarato di ridurre i flussi di finanziamento alla macchina da guerra russa.

Medvedev interpreta la cancellazione del vertice e le nuove misure economiche come un chiaro atto di ostilità e condanna le giustificazioni ufficiali di Washington.

Un punto centrale del discorso di Medvedev è l’importanza della vittoria militare sul campo, considerata da lui più efficace di “negoziati superflui” che, a suo dire, frenano l’offensiva russa.

Medvedev utilizza spesso un linguaggio provocatorio nei confronti dell'Occidente. Di recente, ha avuto un battibecco tramite i social media con il presidente americano. Le sue recenti parole, tuttavia, indicano la volontà di continuare il conflitto senza compromessi, ribadendo l’impossibilità di una soluzione diplomatica nel breve termine.

Trump tra diplomazia e retorica di potenza

Con il suo ritorno alla Casa Bianca, Donald Trump si è presentato come “pacificatore”. Ha infatti più volte vantato di aver posto fine a numerosi conflitti nel mondo.

Già prima del suo insediamento affermava di poter porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina in 24 ore. Tuttavia, a distanza di nove mesi, la diplomazia americana non ha portato a nessuna svolta significativa nel percorso di pace.

Anche se Trump ha più volte minacciato la Russia con nuove sanzioni, in precedenza aveva dato priorità alla via diplomatica. Oggi, però, la recente decisione della sua amministrazione non si discosta molto dalle politiche portate avanti sotto la presidenza Biden.

Sul piano internazionale, la guerra in Ucraina continua a porre questioni critiche sulle relazioni tra le superpotenze e sulle logiche di dominio globale. Le tensioni sempre più elevate rischiano di far precipitare il mondo in un nuovo equilibrio instabile.

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