23 Oct, 2025 - 16:38

"Vendetta: Una storia d'amore" come finisce e dov'è stato girato? Trama del film con Nicolas Cage

"Vendetta: Una storia d'amore" come finisce e dov'è stato girato? Trama del film con Nicolas Cage

C’è un Nicolas Cage diverso dal solito in "Vendetta: Una storia d’amore", film del 2017 che mescola dramma, azione e rabbia sociale. Niente supereroi o follie hollywoodiane: qui l’attore indossa i panni di un uomo comune spinto oltre il limite dalla sete di giustizia.

La pellicola, diretta da Johnny Martin e tratta dal racconto di Joyce Carol Oates, è un concentrato di dolore, vendetta e moralità tagliente, che ti lascia senza fiato fino all’ultima scena.

Negli anni, il film è diventato una piccola gemma per gli amanti dei thriller psicologici. È un viaggio cupo tra le pieghe dell’animo umano, dove la linea tra bene e male si fa sempre più sottile.

Ma come si chiude questa corsa contro il destino? E soprattutto, dove è stata girata questa storia intensa e malinconica?

Dove è stato girato il film con Nicolas Cage

Le riprese di "Vendetta: Una storia d’amore" si sono svolte principalmente negli Stati Uniti, in location che rispecchiano perfettamente l’anima cupa del racconto. Le ambientazioni rurali e le cittadine di provincia creano un contrasto suggestivo: paesaggi tranquilli dove può nascondersi l’orrore.

Alcune scene cruciali sono state girate tra Niagara Falls e le aree limitrofe nello stato di New York. Le cascate del Niagara, imponenti e drammatiche, diventano un simbolo visivo potente: la natura esplosiva accanto al dolore umano, il rumore dell’acqua che copre il silenzio della coscienza.

Le location non sono mai solo sfondo: diventano estensione emotiva dei personaggi. Ogni strada deserta, ogni casa abbandonata, ogni cielo grigio parla di solitudine e riscatto.

Questa scelta registica ha dato al film una sua poesia visiva: realistica ma non fredda, intensa ma non retorica. È la fotografia dell’America ferita che cerca ancora una verità possibile, anche quando la legge non basta più.

La trama: quando la giustizia non basta

Il protagonista è John Droomor (interpretato da Nicolas Cage), un ex soldato e detective che ha imparato a sopravvivere tra regole e rimorsi. Vive un’esistenza tranquilla finché il caso di Teena, una giovane madre vedova, lo colpisce nel profondo.

Durante la notte del 4 luglio, Teena e la figlia Bethie vengono aggredite brutalmente da una banda locale. Teena finisce in coma, Bethie sopravvive per miracolo. Quando i responsabili vengono arrestati, sembra che la giustizia stia finalmente facendo il suo corso.

E invece no: grazie a cavilli legali e influenze politiche, i colpevoli vengono scarcerati.

È il punto di rottura. John non riesce più a restare a guardare. Quel senso di impotenza diventa benzina per la sua discesa nell’oscurità. La legge, quella ufficiale, si è fermata; la sua personale, invece, è appena cominciata.

Il finale di "Vendetta: Una storia d’amore"

Il climax arriva in modo diretto, senza fronzoli. John tende una trappola ai fratelli Fick, due dei responsabili dell’aggressione. Li attira in un luogo isolato e, dopo un confronto teso e glaciale, li uccide con due colpi netti. Fa sparire i corpi, inscenando una fuga finita male.

La notizia della loro sparizione si diffonde come un sussurro di giustizia non detta. Ma John non ha finito. Fritz Haber, uno degli aggressori, tenta di ricattare la piccola Bethie per salvarsi, ma viene raggiunto dallo stesso destino.

Il film si chiude su una nota amara ma luminosa: Teena e Bethie decidono di lasciare la città, cercando una nuova vita. John le osserva da lontano, con uno sguardo che racchiude insieme dolore, pace e un barlume di redenzione.

È un addio silenzioso, ma pieno di significato. Un finale che non consola, ma fa riflettere su quanto la giustizia "fatta in casa" sia sempre un’arma a doppio taglio.

Nicolas Cage e il lato oscuro dell’eroe

In "Vendetta: Una storia d’amore", Nicolas Cage regala una delle interpretazioni più intense e sottovalutate della sua carriera recente. Il suo John non è un giustiziere invincibile, ma un uomo spezzato. È mosso da una rabbia che non esplode mai completamente, ma brucia sotto pelle come una brace silenziosa.

Cage alterna sguardi persi e gesti chirurgici: quando decide di agire, lo fa con la calma di chi ha già perso tutto. Non c’è compiacimento nella violenza, solo una sete di equilibrio impossibile.

La sua trasformazione è il cuore del film, e il regista gioca proprio su questa ambiguità: il confine tra giustizia e vendetta è sempre più sottile, quasi invisibile.

Il risultato è un thriller asciutto, dove le parole lasciano spazio al silenzio e ai respiri trattenuti. È un film che non regala conforto, ma invita a guardare il dolore negli occhi.

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