27 Oct, 2025 - 10:21

Argentina, dietro la vittoria di Milei c’è l’ombra del neo-imperialismo Usa nel Sudamerica

Argentina, dietro la vittoria di Milei c’è l’ombra del neo-imperialismo Usa nel Sudamerica

Le elezioni legislative di medio termine del 26 ottobre 2025 in Argentina hanno segnato un momento politico cruciale. La coalizione del presidente conservatore Javier Milei, La Libertad Avanza (LLA), ha confermato una netta vittoria con oltre il 40 per cento dei voti a livello nazionale.

Milei ha consolidato la sua presenza in Parlamento, aumentando notevolmente i seggi alla Camera e al Senato. La coalizione conservatrice ha ottenuto così il potere legislativo più forte per portare avanti le riforme economiche radicali.

Argentina, la vittoria di Milei alle elezioni del 27 ottobre 2025

Le elezioni di medio termine in Argentina hanno disegnato un quadro politico di svolta per il paese. La Libertad Avanza ha raggiunto un distacco netto dalla coalizione peronista. Unione per la Patria. LLA ha ottenuto il 40,72 per cento dei voti, contro il 33,92 per cento del principale avversario.

Un’affluenza del 67,92 per cento, la più bassa degli ultimi decenni, indica un paese stanco ma anche deciso a sostenere la deregolamentazione e i tagli alla spesa pubblica promossi dal presidente argentino. Il risultato del voto funge da lasciapassare per accelerare la trasformazione economica del paese.

Il sostegno finanziario Usa come neo-imperialismo mascherato

Dietro questa vittoria si cela una dimensione molto più ampia e complessa.

Durante l’incontro con Milei a metà ottobre, il presidente americano, Donald Trump, aveva affermato che: “Se lui [Milei] perde, non saremo generosi con l’Argentina”. Il tycoon ha infatti elogiato il suo omologo argentino ed espresso il suo pieno sostegno alla candidatura di Milei per le rielezioni del 2027.

In quell’incontro, Trump ha offerto a Buenos Aires un piano di salvataggio finanziario da 20 miliardi di dollari, lasciando intendere tuttavia che gli aiuti statunitensi sarebbero potuti essere subordinati alla vittoria di Milei o del suo partito.

I due leader sono accomunati da battaglie simili, come il disprezzo per le questioni “woke”. Tuttavia, oltre a una semplice simpatia reciproca, molti ipotizzavano che l’intervento degli Stati Uniti, soprattutto tramite uno swap valutario multimiliardario, potesse rappresentare una salvezza politica per Milei poco prima delle elezioni di medio termine.

L’aiuto economico americano, presentato come salvataggio e sostegno allo sviluppo, può essere interpretato come un tentativo di riaffermare un controllo geopolitico neocoloniale nel continente sudamericano. Questa strategia mira a contenere l’espansione dell’influenza cinese e russa attraverso governi allineati alle politiche di Washington. I vantaggi apparenti per Buenos Aires si accompagnano, tuttavia, ad un’influenza crescente di interessi esterni sulle scelte strategiche ed economiche del paese.

La logica nascosta dietro l’aiuto economico americano non è dunque solo quella di sostenere un governo amico. Il sostegno degli Stati Uniti a Javier Milei si inserisce in una strategia geopolitica più ampia volta a contenere l’influenza di Pechino in America Latina.

Gli scandali e il costo sociale

LLA aveva subito una sconfitta cruciale nelle elezioni della provincia di Buenos Aires nel mese di settembre, scatenando timori di eventuali perdite nel voto del 26 ottobre.

Allora, il risultato era stato influenzato da uno scandalo familiare che rischiava di minare la credibilità delle riforme. La vicenda delle presunte tangenti che coinvolgeva la sorella del presidente aveva sollevato seri dubbi nell’opinione pubblica.

Le riforme economiche, seppur intese a stabilizzare l’economia attraverso tagli drastici, comportano un costo sociale molto elevato. Inoltre, gli scandali che coinvolgono l’entourage presidenziale aggravano il clima di sfiducia, mettendo a dura prova la coesione sociale del paese e aprendo nuovi fronti di tensione tra il governo e la popolazione.

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