27 Oct, 2025 - 12:30

Terza guerra mondiale, il missile Burevestnik fa tremare l'Occidente: la Russia cambia le regole del gioco con un'arma invincibile

Terza guerra mondiale, il missile Burevestnik fa tremare l'Occidente: la Russia cambia le regole del gioco con un'arma invincibile

Il Burevestnik non è solo un nuovo missile: rappresenta un cambiamento radicale nelle dinamiche della deterrenza nucleare mondiale. La Russia evidenzia un balzo tecnologico nella sua efficacia e sottolinea che nessun altro paese dispone di un’arma paragonabile, definendo il Burevestnik come uno strumento essenziale di potenza strategica. In un mondo dove le tensioni tra NATO, Stati Uniti e Russia restano alte, armi come il Burevestnik segnano una svolta nelle strategie militari.

Il test del missile Burevestnik

La Russia ha condotto, il 21 ottobre 2025, un test sul missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik. Lo ha dichiarato il capo di stato maggiore russo, Valery Gerasimov, il 26 ottobre. Il presidente russo, Vladimir Putin, lo ha definito “un prodotto unico che nessun altro al mondo possiede”.

Si parla di queste armi da molto tempo: già nel 2018 Putin menzionava lo sviluppo di un nuovo missile balistico intercontinentale “con una gittata praticamente illimitata”, in grado di aggirare qualsiasi sistema di difesa missilistica e di colpire sia dal Polo Nord che dal Polo Sud.

Oltre a una narrazione militaresca volta a raccogliere consenso interno, Mosca, a distanza di anni, mette ora in mostra il Burevestnik come un’arma rivoluzionaria, capace di cambiare radicalmente le regole del gioco della deterrenza nucleare. Questo sviluppo oltrepassa alcune narrative mainstream, che tendono a minimizzare o ignorare la reale capacità tecnologica avanzata della Russia.

Che cos’è il missile Burevestnik

Il Burevestnik, noto alla NATO come SSC-X-9 Skyfall, è un missile da crociera dotato di propulsione nucleare, il che gli conferisce un’autonomia praticamente illimitata rispetto agli strumenti convenzionali.

Secondo gli esperti, il missile opera a bassa quota, tra i 50 e i 100 metri, per sfuggire al rilevamento radar, e possiede una traiettoria di volo imprevedibile, rappresentando quindi una minaccia strategica senza precedenti.

Durante il test, secondo quanto riferito da Gerasimov, il missile nucleare avrebbe percorso 14mila chilometri, rimanendo in volo circa 15 ore.

Tuttavia, alcuni esperti occidentali contestano alcune affermazioni russe sul Burevestnik e mettono in dubbio il suo valore strategico effettivo. Sostengono che, pur essendo un’arma tecnologicamente avanzata, non aggiungerebbe capacità alla deterrenza russa che Mosca non possieda già con altri sistemi nucleari. 

Parallelamente, sollevano preoccupazioni ambientali e di sicurezza, in particolare riguardo alla possibilità che i test o eventuali incidenti del missile possano provocare emissioni radioattive pericolose.

Messaggio all’Occidente

Il recente test funge anche da messaggio politico e militare: Mosca non intende cedere alle pressioni occidentali, soprattutto in un contesto di crescenti tensioni legate alla guerra in Ucraina.

Il test arriva in un momento delicato, mentre il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annullato il vertice annunciato con Putin e, successivamente, Washington ha imposto sanzioni contro due colossi del settore petrolifero russo.

Washington e Mosca hanno ristabilito una linea di contatto diretta dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca. Tuttavia, il rapporto rimane altalenante, poiché il leader americano mira a porre fine alla guerra in Ucraina, un obiettivo che finora si è rivelato estremamente complesso.

La tempistica del test lascia dunque pensare a un chiaro segnale di forza da parte di Mosca.

La reazione di Donald Trump

Trump ha espresso una critica diretta e netta dopo l’annuncio del test. Ha invitato Putin a concentrarsi sulla cessazione del conflitto in Ucraina piuttosto che su nuove prove di forza militare. Ha inoltre sottolineato che gli Stati Uniti dispongono di armi nucleari strategiche avanzate, inclusi sottomarini nucleari posizionati vicino ai confini russi, rimarcando che “non stanno giocando con la Russia, e la Russia non deve giocare con loro”.

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