27 Oct, 2025 - 15:17

Trump a caccia di alleati, ma il multipolarismo dei BRICS è ormai irreversibile: addio al dominio USA

Trump a caccia di alleati, ma il multipolarismo dei BRICS è ormai irreversibile: addio al dominio USA

L’Asia torna al centro dell’attenzione mondiale con il viaggio del presidente americano Donald Trump. L'obiettivo del tycoon è chiaro: rafforzare la posizione statunitense sia nella regione del Sud-Est asiatico che nel panorama geopolitico globale.

Il tour di Trump in Asia segnerà una settimana intensa di diplomazia, con un’agenda fortemente incentrata sul commercio e sulle relazioni strategiche.

Diplomazia e commercio: il tour asiatico di Trump

La prima tappa del viaggio è stata la capitale malese, Kuala Lumpur, dove si è tenuto il summit dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN).

La visita del presidente americano ha già portato alla firma di una serie di accordi bilaterali tra gli Stati Uniti e i leader di Cambogia, Malesia e Thailandia. Da non dimenticare anche la formalizzazione dell’accordo di cessate il fuoco tra Thailandia e Cambogia, che stabilisce termini più ampi di cessate il fuoco.

Successivamente, Trump si recherà anche in Giappone e Corea del Sud. Trump incontrerà la nuova premier giapponese, Sanae Takaichi, nota per il suo profilo conservatore, il suo orientamento anticinese e pro-Taiwan, e la sua volontà di consolidare l’asse con Washington. In seguito, incontrerà anche il presidente sudcoreano, Lee Jae-myung.

Il leader americano cercherà di ottenere maggiori investimenti statunitensi nella regione e rafforzare la cooperazione in ambito tecnologico e militare.

Altro momento attesissimo sarà l’incontro con il presidente cinese Xi Jinping, previsto per il 30 ottobre.

Prima del faccia a faccia Xi-Trump, il segretario al Tesoro americano, Scott Bessent, e il vicepremier cinese, He Lifeng, hanno avviato colloqui commerciali, delineando i punti principali di un eventuale accordo.

Restano ancora da definire alcune questioni delicate, tra cui la soia, TikTok, le terre rare e i dazi.

Pechino potrebbe evitare un aumento dei dazi e Washington otterrebbe un rinvio sui controlli alle esportazioni di terre rare. Tuttavia, l’esito definitivo di questi colloqui resta incerto, ma una cosa appare chiara: anche un eventuale accordo non porrà fine alla guerra commerciale almeno nell’immediato.

Oltre il commercio: Ucraina e nuovi equilibri globali

Anche se le questioni commerciali restano cruciali, tra i temi caldi del tour non ci sono soltanto i rapporti bilaterali, ma anche la guerra in Ucraina e i diritti umani.

Trump ha esplicitamente auspicato un aiuto da parte della Cina per favorire un accordo con Mosca, sollecitando Pechino a contribuire alla risoluzione del conflitto in Ucraina. Contestualmente, il presidente americano ha annunciato l’intenzione di chiedere il rilascio di Jimmy Lai, imprenditore di Hong Kong e attivista pro-democrazia.

Durante il tour asiatico, Trump ha anche incontrato il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, e si attende che un accordo commerciale tra Stati Uniti e Brasile possa concretizzarsi entro pochi giorni.

I due paesi hanno vissuto tensioni legate alla politica dei dazi di Washington e al processo contro l’ex presidente Jair Bolsonaro, che lo stesso Trump ha definito una “caccia alle streghe”.

Trump si è detto aperto anche a un colloquio con il leader nordcoreano Kim Jong-Un. Sebbene al momento non sia stato annunciato un appuntamento imminente tra i due leader, un eventuale incontro rappresenterebbe un evento geopolitico di enorme rilievo.

Cina e Corea del Nord mantengono rapporti formali, ma Pyongyang si integra sempre di più nel nuovo ordine multipolare promosso da Pechino.

Pechino sarebbe però cauto riguardo all’iperattivismo nucleare nordcoreano e al crescente avvicinamento militare tra Pyongyang e Mosca, dinamica che Trump potrebbe tentare di sfruttare a proprio vantaggio.

Il multipolarismo dei BRICS

In questo quadro complesso, Trump sembra voler giocare tutte le carte possibili per frenare il consolidamento del blocco multipolare incarnato dai BRICS, ma al tempo stesso sfida la formazione di nuove alleanze regionali che ne derivano.

I contatti del presidente americano durante il tour in Asia sembrano volti a disarticolare l'alleanza delle economie emergenti BRICS e a contenere l’influenza crescente dell’asse Cina-Russia e di altri attori emergenti come l’India e il Brasile.

Tuttavia, il multipolarismo delineato dal blocco BRICS appare ormai irreversibile, sancendo di fatto la fine del predominio unipolare statunitense.

Le dinamiche regionali e globali indicano che il mondo si sta orientando verso un nuovo equilibrio di poteri in cui Washington deve ridefinire la propria strategia e il proprio ruolo.

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