Il 12 ottobre 2025 il tribunale di Milano ha emesso una sentenza destinata a far discutere: la scrittrice e attivista Cecilia Parodi è stata condannata a un anno e sei mesi di reclusione, oltre al pagamento di un risarcimento, per le frasi antisemite rivolte alla senatrice a vita Liliana Segre sui social.
La condanna, che prevede anche l'obbligo di pubblicazione della sentenza sul sito del Ministero della Giustizia, ha suscitato forti reazioni nel mondo politico e culturale.
Al centro del caso, un video pubblicato su Instagram la scorsa estate che nel giro di poche ore aveva fatto il giro della rete: nel filmato, Parodi si lasciava andare ad affermazioni shock, tra cui "odio tutti gli ebrei" e pesanti insulti nei confronti della senatrice Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e simbolo della memoria della Shoah. L’autrice è stata ritenuta colpevole di propaganda di idee fondate sull’odio e sulla superiorità razziale, oltre che di diffamazione aggravata.
In seguito alla sentenza e all’ondata di polemiche che ne è scaturita, Cecilia Parodi è intervenuta ai microfoni della trasmissione "Calibro 9", condotta da Francesco Borgonovo su Radio Cusano Campus, per dare la propria versione dei fatti e offrire un chiarimento pubblico su quanto accaduto.
Parodi ha esordito spiegando il suo stato d’animo e la sensazione di ingiustizia per non aver avuto, sino a questo momento, uno spazio pubblico per replicare. "Sui giornali -ha affermato Parodi- sono stati riportati proprio 2 secondi di uno sfogo che durava più di 6 minuti. E non è per quel video che poi mi hanno portata in tribunale, ma per un'altra motivazione".
"Comunque, rimanendo sul video -ha aggiunto Parodi- è stato molto infantile da parte mia, mostrarmi in un momento di crollo emotivo. E' una cosa della quale mi pento amaramente".
"Quella frase (odio gli ebrei) è stata completamente decontestualizzata -ha spiegato Parodi-, perché comunque io in quel video, piangendo come una cretina, dicevo 'Non avrei mai pensato di di arrivare a provare odio, disprezzo nella mia vita, perché non mi era mai capitato, però oramai odio tutti, tutti, tutti, punto. Odio gli ebrei, gli israeliani, i politici, i giornalisti, tutti quelli che sono coinvolti in maniera più diretta o meno in in questo massacro che non non si riesce a fermare'. È stata estrapolata questa frase, io sono stata definita eh su tutti i giornali mainstream, e sui telegiornali, il nuovo Hitler, insomma, l'antisemita per eccellenza in Italia, nonostante nella mia vita non ci sia assolutamente nulla eh di antisemita”.
Alla domanda diretta se odiasse realmente gli ebrei, Parodi ha risposto: “No. anche perché io sono musulmana, quindi in quanto musulmana mi è proprio vietato odiare sia ebrei che che cristiani. Conosco delle persone di religione ebraica, non ho nessun tipo di problema con loro. Sicuramente provo un certo disprezzo, un certo rancore, un certo asio nei confronti delle persone che godono e si divertono nell'uccidere bambini e neonati, ma questo è intersezionale, cioè non mi importa molto che siano ebrei, musulmani, cristiani. Mi sono espressa male, se fosse stato un momento più calmo, se fossi stata più lucida, non mi sarei espressa in quel modo".
Parodi ha respinto l’etichetta di “odiatrice” seriale, dichiarando: “Non la ritengo, non la ritengo un'opinione corretta, perché ho partecipato a numerosi eventi e non ho mai promosso discorsi d'odio, non ho mai fomentato le persone a a far male alla comunità ebraica, non ho commesso crimini contro la comunità ebraica".
"Poi -ha aggiunto Parodi, un altro elemento che ho anche citato in udienza. Io sono stata in Palestina più volte, sono stata anche a Gaza. In particolare per Gaza, chiaramente il governo israeliano ha effettuato delle ricerche sulla mia persona e sulla mia famiglia fino ai miei bisnonni per circa 3 mesi. Questi controlli vengono fatti proprio perché altrimenti l'ingresso di una persona che viene considerata potenzialmente una minaccia, un pericolo per la comunità ebraica, a quel punto allora il permesso viene viene negato. Se io questo permesso l'ho ottenuto, significa che nella mia vita e nella vita di tutta la mia famiglia non c'è assolutamente nulla di di antisemita”.
Sul piano giudiziario, Parodi ha ricostruito: “Sono stata condannata a un anno e 6 mesi e le comunità ebraiche hanno chiesto un risarcimento di €50.000. Al momento, la cifra esecutiva è sui 21.005, una cosa del genere. Io sono stata portata in tribunale per diffamazione contro l'onorevole Segre. Questo era il mio capo di imputazione, che poi è stato riqualificato, collegandosi a questo video, dicendo che comunque io ho usato dei dei toni poco eleganti nei confronti dell'onorevole Segre, perché sono un'antisemita, nonostante io comunque in quello sfogo non abbia parlato di Liliana Segre, non abbia mai fatto riferimenti alla sua religione o al suo passato”.