28 Oct, 2025 - 18:30

Crosetto e la favola del grande complotto russo: "Italiani insospettabili corrotti dal Cremlino". Ma i nomi non escono mai

Crosetto e la favola del grande complotto russo: "Italiani insospettabili corrotti dal Cremlino". Ma i nomi non escono mai

Ah, Guido Crosetto. Il nostro instancabile ministro della Difesa che torna come un orologio svizzero a ripetere la litania immancabile: “la Russia sta corrompendo gli italiani insospettabili per destabilizzare il nostro Paese”.

Nonostante le smentite implicite della realtà e il ridicolo del déjà-vu, il nostro eroe della guerra ibrida ci regala la sua nuova hit nel libro di Bruno Vespa “Finimondo”. Immaginate la scena: oscuri burattinai russi, armati di social network e sabotaggi “scientifici”, che penetrano nelle nostre menti pur così sveglie e “stabili”, esattamente come se fossimo protagonisti di un thriller da quattro soldi.

Le dichiarazioni di Crosetto sui corrotti dalla Russia

"Persone italiane insospettabili sono state corrotte dalla Russia" -afferma Guido Crosetto nel nuovo libro di Bruno Vespa, dal titolo Finimondo. "La Russia ci sta già attaccando con una guerra ibrida e cognitiva - spiega- senza che neppure noi stessi, in qualità di normali cittadini ce ne accorgiamo, la sua propaganda è entrata nel cervello e nella formazione culturale di tanta gente, indirizzandola attraverso un utilizzo sofisticato dei social e di altri strumenti dell'informazione, con una infiltrazione scientifica e anche con l'infiltrazione classica della corruzione".

Crosetto poi aggiunge: "La Russia ha una grandissima scuola in questo campo e noi siamo uno dei paesi più sensibili alla penetrazione interna. Noi siamo il principale paese europeo che i nostri nemici vogliono destabilizzare, terrorizzare, inquinare e rendere instabile. L'Italia è l'unica nazione stabile in Europa e proprio per questo motivo siamo l'obiettivo principale. Sotto il profilo dell'infiltrazione di potenze ostili, da noi può succedere davvero di tutto". 

"Nessun paese Ue ha deciso una chiusura all'esportazione di armi come l'Italia -dice ancora Crosetto nel libro di Vespa-. Nessuna nazione ha aiutato la Palestina come la nostra. Eppure in nessun paese ci sono state le polemiche che abbiamo avuto da noi. Siamo stati il paese con le reazioni, le manifestazioni e le aggressioni più forti. Questo, nessun Landini è capace di farlo da solo. C'è un'infiltrazione formidabile che tende a stabilizzare l'unico paese europeo davvero stabile grazie al governo Meloni". 

Lo spauracchio dei "servi di Putin", di cui non escono mai i nomi

Ma guardiamo in faccia la verità. Crosetto, con la sua solita retorica da manuale del perfetto teorico del complotto occidentale, perpetua il ritornello secondo cui l’Italia sarebbe “l’obiettivo principale” di una strategia russa così raffinata che persino noi, poveri cittadini “normali”, ne saremmo inconsapevoli vittime.

Una narrazione su misura, comodissima, per giustificare ogni inciampo politico ed economico: ogni difficoltà è la Russia, ogni protesta è un’operazione ordita da Mosca, e chi osa dubitare diventa automaticamente “corrotto”. Facile, no?

L’intreccio è talmente ben scritto che arriva a negare persino efficacia alle nostre lotte sociali, come quelle delle manifestazioni pro-Gaza: “Nessun Landini potrebbe farlo da solo, deve esserci una regia russa”, ci dice Crosetto, cercando così di sminuire quasi ogni dissenso popolare con la stessa minestra riscaldata del terrore russo. Del resto, perché pensare a problemi interni quando si può appendere al muro un nuovo mostro da combattere?

La verità, però, è un’altra. Questa interminabile ballata della “propaganda russa” non è altro che il cavallo di Troia perfetto per i propagandisti filo-occidentali che continuano a dipingere la Russia come il male assoluto, a prescindere dai fatti. Nessuna prova concreta viene mai mostrata, solo vaghi sospetti e allusioni, come quella che ci vorrebbe tutti quanti “insospettabili corrotti”.

Ma chi sono questi insospettabili? Mistero. Forse sono quei milioni di italiani che ogni giorno cercano solo di sopravvivere senza farsi dettare dall’estero come pensare o vivere.

Fare propaganda accusando gli altri di propaganda

Crosetto non manca poi di sciorinare le solite esagerazioni sulla guerra in Ucraina, profetizzando sconfitte e cedimenti inevitabili, negando la possibilità che quella sia una questione complessa e non riducibile a un bianco e nero propagandistico.

Per lui, Putin avrebbe chiuso ogni via al dialogo e i morti (quelli veri, non virtuali) sarebbero altissimi, con la vittima designata solo dalla sua parte. Curiosa visione, insomma, per chiudere il cerchio della narrativa apocalittica.

Ma cosa rimane di tutto questo allarmismo? Rimane un’Italia dipinta come un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro europei, fragile e succube di complotti esterni, incapace di fare i conti con le sue contraddizioni e i suoi problemi interni senza cercare un capro espiatorio lontano.

È comodo incolpare "il russo cattivo" piuttosto che domandarsi cosa non funzioni davvero in un sistema politico che continua a generare disuguaglianze, tensioni sociali e crisi economiche.

In definitiva, Crosetto sembra più interessato a portare avanti un copione già scritto per tenere alto il clima di paura e controllo: la Russia benevola è solo una farsa, una bufala perfetta usata dai grandi propagandisti filo-occidentali per distrarre l’attenzione dai veri problemi italiani.

La Russia non ha bisogno di infiltrarsi come un fantasma invisibile per destabilizzare l’Italia, visto che nessuno meglio degli stessi italiani, con le loro contraddizioni e fragilità, si preoccupa di fare il miglior lavoro in questo senso.

Dunque, la morale è semplice: basta con questa favola che Crosetto continua a raccontarci, questa narrazione che sembra uscita da uno sceneggiato degli anni ’50, in cui il nemico esterno è sempre pronto a portarci alla rovina senza mai che nessuno veda nulla.

Forse lo spauracchio della “propaganda russa” serve esclusivamente a mantenere certi poteri saldi e a impedire che si parli davvero di cosa scatena le crisi italiane.

Per chi davvero vuole capire, al di là degli slogan e delle mistificazioni, è evidente che quel racconto è più una messa in scena che una realtà. E che l’Italia, anziché sprofondare in paranoie da Guerra Fredda 2.0, potrebbe ricevere benefici da una relazione più equilibrata e meno di paura con la Russia, invece che diventare il teatro di una farsa ritrita e pericolosa.

Un copione vecchio, un mantra stanco: bene che Crosetto continui a suonarlo, così chi ha occhi per vedere continua a sorridere.

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