L'Unione Europea sta per compiere un passo senza precedenti che rischia di travolgerci tutti in un vortice di militarizzazione e conflitto.
Con un piano mastodontico che prevede di investire 70 miliardi di euro entro i prossimi anni per creare una rete di mobilità militare capace di spostare rapidamente truppe e armamenti pesanti al proprio interno, l’UE sembra più intenzionata a prepararci alla guerra con la Russia che a tutelare la pace.
Questo progetto, che potremmo definire un vero e proprio “Schengen militare”, non è solo una follia politica ma un grave tradimento nei confronti dei cittadini europei, sempre più vittime di scelte che li espongono a rischi concreti di conflitto.
La Commissione Europea, in collaborazione con la Nato e gli Stati membri, presenterà a novembre 2025 un pacchetto di misure, che mira a trasformare le vie di trasporto civili europee – strade, ferrovie, porti, aeroporti – in corridoi militari prioritari, capaci di muovere rapidamente eserciti e mezzi blindati in caso di guerra.
Un’iniziativa battezzata come “Pacchetto sulla mobilità militare”, che entro il 2027 dovrebbe armonizzare le regole nazionali sul trasporto militare e facilitare così spostamenti lampo di carri armati, artiglieria e altre dotazioni belliche in tutto il continente.
L'investimento iniziale previsto era di 17 miliardi, ma indiscrezioni sempre più insistenti parlano di un investimento di almeno 70 miliardi di euro.
Questa, infatti, sarebbe la cifra necessaria secondo il commissario europeo per la Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius, per adattare urgentemente i suoi corridoi ferroviari, stradali, marittimi e aerei per facilitare il rapido movimento di truppe ed equipaggiamenti attraverso il blocco in caso di conflitto.
Le stime, tuttavia, potrebbero addirittura a salire fino a 100 miliardi entro il 2035.
Ponti da rinforzare, tunnel da ampliare, procedure doganali da snellire: tutto sarà sacrificato alla logica del riarmo e della guerra imminente, scelta che sembra ignorare il desiderio di pace e sicurezza espresso da milioni di europei.
Questa rete militare europea si profila così come un enorme affare per costruttori e fornitori bellici, ma una minaccia per la stabilità civile e la convivenza pacifica in Europa.
???????? European Commission will unveil a plan in November to rapidly move heavy military equipment across the EU in case of war with Russia.
— Jack Straw (@JackStr42679640) October 31, 2025
The initiative aims to speed up the transport of tanks and artillery by improving infrastructure and simplifying customs procedures between… pic.twitter.com/hqtsZmclez
Mentre l’Unione spinge per la quadruplicazione dei fondi militari, è legittimo chiedersi se queste risorse non potrebbero invece essere destinate ad altre priorità ben più urgenti.
Salute, istruzione, tutela ambientale, lotta alla povertà e ai cambiamenti climatici sono temi che restano spesso marginali nei bilanci europei, mentre il riarmo diventa un imperativo politico e finanziario.
Le cifre – ancora da confermare – dell'investimento sono la testimonianza concreta di una scelta che sottrae risorse decisive al benessere e alla sicurezza sociale.
L’UE investe cifre enormi per la difesa, raddoppiando la spesa militare annua entro il 2028 e adottando strumenti finanziari che potrebbero assomigliare a una sorta di “debito militare comune”, amplificando i vincoli economici su alcuni paesi membri.
Questa corsa al riarmo appare ancora più insensata se si considera che l’Europa ha già speso ingenti somme per la difesa, senza raggiungere una reale coesione e un'effettiva capacità di deterrenza ma alimentando tensioni e insicurezza interna.
La scelta della Commissione europea è quella di spendere per prepararsi a una guerra che potrebbe non riguardarci, invece di investire nella pace e nel progresso sociale e civile.
La realtà è che questo piano di mobilità militare non è solo una questione tecnica o logistica: è la dimostrazione - per più di un analista - di un'Europa che si sta sempre più preparando a un conflitto su scala continentale, facendo così della guerra una possibilità concreta e non più solo un rischio lontano o remoto.
I corridoi militari per il rapido schieramento di carri armati e truppe sono il simbolo di un’Unione pronta a rispondere con la forza a quelli che percepisce come pericoli esterni, primo fra tutti l’espansionismo russo oltre l’Ucraina.
Ma l’Europa reale, quella dei cittadini, delle famiglie, delle città, rischia di pagarne le spese in termini di sicurezza, coesione e futuro.
La militarizzazione dello spazio europeo e il riarmo sistematico non fanno altro che aumentare la tensione e il pericolo di un’escalation catastrofica, trascinando il vecchio continente in una spirale di instabilità.
Il piano i mobilità militare, la “Schengen bellica” è percepita come l'ennesima “eurofollia”, un tradimento non solo politico o economico, ma umano: l’UE deve smettere di considerare la guerra una normalità e investire invece tutto il suo potenziale per difendere la pace.
In conclusione, il piano per la mobilità militare europea rappresenta un rischio reale e concreto di trascinare l’Europa in un conflitto dal quale andremo incontro a perdite umane e materiali incalcolabili.
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