In un'intervista su Tag24, Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, offre un'analisi critica sulle tensioni tra NATO e Russia, mettendo in luce potenziali rischi di escalation militare e difficoltà strategiche ed economiche dell’Europa nel sostenere il confronto con Mosca. Gaiani esprime anche un giudizio severo sulla leadership europea e sulle conseguenze economiche e militari del conflitto in Ucraina, sottolineando la necessità di un approccio pragmatico.
Gianandrea Gaiani, intervistato da Tag24, riconosce che un’escalation militare tra NATO e Russia resta possibile ma non oltre i limiti di uno scontro nucleare.
Questa posizione evidenzia la realtà strategica di un equilibrio basato sulla minaccia della distruzione reciproca, cui però si accompagnano tensioni crescenti che non possono essere ignorate.
Gaiani sottolinea il basso livello della classe dirigente europea, soprattutto dei grandi paesi come Gran Bretagna, Francia e Germania. L’Europa, secondo lui, affronta le sfide attuali con una leadership debole e poco pragmatica.
Denuncia anche le difficoltà industriali ed economiche del vecchio continente nel sostenere ancora una guerra prolungata contro la Russia in Ucraina. Gaiani sottolinea il costo eccessivo dei prodotti militari europei rispetto a quelli russi e ciò mette in discussione la sostenibilità dello scontro:
Il rischio è che l’Europa, impoverita dal conflitto e con aziende in crisi energetica ed economica, possa perdere coesione interna e spinta politica:
Gaiani propone che l'Europa debba rinunciare all'idea di escalation e accettare la realtà geopolitica. Evidenzia la centralità della geografia nella definizione delle relazioni internazionali:
Per Gaiani è fondamentale puntare al ristabilimento di condizioni economiche favorevoli, inclusa la possibilità di riavere accesso all’energia russa a prezzi ragionevoli, per non soccombere ai dettami del mercato energetico americano, che rischia di escludere l’Europa dalla competizione globale:
Solo in questo modo, secondo Gaiani, l’Europa potrà ricostruire l’Ucraina e affrontare in modo realistico la complessità della nuova fase geopolitica.
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