Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione basata sul piano di pace di Donald Trump per la Striscia di Gaza, segnando un ulteriore passo verso una pace sostenibile.
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato, il 17 novembre 2025, la risoluzione degli Stati Uniti che porta avanti la tregua nella Striscia di Gaza verso una pace sostenibile, oltre alla ricostruzione dell'enclave palestinese devastata dalla guerra tra Israele e Hamas.
Il consiglio ha votato con 13 voti favorevoli su un totale di 15 membri. La Russia e la Cina si sono astenute, rifiutando di usare il proprio potere di veto per bloccare la misura.
Il delegato russo ha sottolineato che è fondamentale evitare che la risoluzione diventi “la campana a morto per la soluzione dei due Stati”. Un delegato cinese ha invece rilevato che “sembra che la Palestina sia appena visibile e che la sovranità e la proprietà palestinesi non siano pienamente rispecchiate”.
La risoluzione è basata sul piano di 20 punti del presidente statunitense, Donald Trump, per Gaza.
Il presidente americano ha accolto con favore l'approvazione della risoluzione.
"Congratulazioni al mondo per l'incredibile voto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, pochi istanti fa, che ha riconosciuto e appoggiato il CONSIGLIO PER LA PACE, che sarà presieduto da me e includerà i leader più potenti e rispettati del mondo", ha scritto Trump sui social media.
La risoluzione comprende alcuni elementi del piano di Trump. Prevede l'istituzione del "Board of Peace (Consiglio per la Pace)" che funge da autorità transitoria autorizzata fino al 31 dicembre 2027 e presieduta da Trump. Non è immediatamente chiaro chi altro farà parte del consiglio oltre al presidente americano.
Il Consiglio per la Pace, oltre a supervisionare il disarmo di Hamas e di altre fazioni, supervisionerà anche la ricostruzione della Striscia di Gaza.
È prevista anche la creazione di una Forza internazionale di stabilizzazione a Gaza che si coordinerà con altri paesi. Questa forza è fondamentale per garantire il flusso di aiuti umanitari a Gaza e per la smilitarizzazione dell’enclave palestinese.
Si tratta di un importante passo nel percorso verso l'autodeterminazione e lo stato palestinese. Nonostante l’approvazione della risoluzione rappresenti un progresso significativo, permangono molte incognite riguardo alla sua effettiva applicazione.
Uno dei punti di criticità resta il passaggio di consegne per la governance di Gaza, a causa della mancanza di una tempistica chiara. Questo punto prevede il passaggio di consegne tra le autorità di transizione e l'Autorità Nazionale Palestinese (ANP), affermando solo che avverrà una volta che l'ANP "avrà completato in modo soddisfacente il suo programma di riforme".
Le forze israeliane, invece, si ritireranno da Gaza "sulla base di standard, traguardi e tempi legati alla smilitarizzazione". Il ritiro verrà concordato successivamente.
Il voto aumenta le speranze affinché il fragile cessate il fuoco a Gaza venga mantenuto. Tuttavia, resta ancora lontana la prospettiva di uno Stato palestinese, con numerosi punti da definire.
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