"Non così vicino" è una commedia agrodolce che ha conquistato pubblico e critica grazie a un mix irresistibile di ironia, sentimento e un Tom Hanks in versione "burbero dal cuore tenero".
Il film racconta la storia di Otto Anderson, un uomo che ha perso la voglia di vivere dopo la morte della moglie e che si ritrova improvvisamente travolto dall’energia rumorosa e affettuosa della nuova famiglia di vicini.
Una storia che parte in salita, certo, ma che si trasforma presto in un viaggio pieno di umanità, risate, piccole rivincite quotidiane e colpi di scena emotivi che scaldano il cuore.
E già dalle prime scene si capisce: questo non è il classico film da "una risata e via", ma un racconto che ti accompagna dentro la vita di un uomo pieno di difetti, tic, rigidità… e un’inaspettata dolcezza che viene fuori proprio quando meno te lo aspetti.
Una commedia sì, ma con quel tocco malinconico che solo Tom Hanks sa trasformare in pura magia. Ecco cosa sappiamo su trama, finale e location dov'è stato girato il film.
Otto Anderson è un pensionato di 63 anni, rigidissimo nelle sue abitudini, che vive in un sobborgo di Pittsburgh. Dopo la morte della moglie Sonya, la sua vita è diventata un meccanismo perfetto ma vuoto: controlla tutto - dalle auto parcheggiate, alla differenziata, fino gli spazi comuni - ma si sente solo dentro.
La sua scorza dura nasconde un dolore profondo, tanto che Otto medita il suicidio. La sua esistenza ordinata viene però messa in crisi quando una nuova famiglia si trasferisce nella casa accanto: Marisol, una donna vivace e in dolce attesa, suo marito Tommy e le loro bambine.
Questa famiglia "caotica", ma piena di calore, comincia a scalfire la corazza di Otto. Marisol, con la sua simpatia spontanea, lo coinvolge nella sua vita, e piano piano Otto inizia a interessarsi davvero: non solo alle loro vite, ma anche ai loro problemi, alle loro fragilità.
Verso la fine del film, Otto affronta il suo dolore più grande: non ha superato la perdita della moglie e continua a sentirne l’assenza in maniera lancinante. Ma è proprio grazie a Marisol che riesce a trovare una nuova ragione per restare.
Il suo carattere pignolo e granitico, infatti, si ammorbidisce: non solo decide di aiutare la famiglia, ma diventa una figura paterna "adottiva" per le bambine, regalando loro momenti e attenzioni che vanno oltre il semplice vicino di casa.
C'è anche un gatto abbandonato che entra nella vita di Otto e diventa per lui un piccolo punto di luce, un amico che non chiede troppo ma dà consolazione.
Nel momento più commovente, Otto sembra davvero pronto a mollare tutto, ma desiste. Capisce che il suo "fare ordine" non serve solo a sistemare le cose materiali, ma anche il disordine del suo cuore. Attraverso il suo gesto di cura verso i vicini, riscopre il valore della condivisione, della gentilezza, della comunità.
Otto Anderson (Tom Hanks): uomo rigido, preciso, da inizialmente burbero, ma con un animo generoso e profondamente ferito.
Marisol (Mariana Treviño): la nuova vicina, in dolce attesa, piena di energia ed empatia. È lei il motore della rinascita di Otto, la persona che lo porta fuori dalla sua bolla.
Tommy, il marito di Marisol, e le due figlie: rappresentano la famiglia "disordinata" che, con semplicità, scuote la vita di Otto.
Un gatto "grigio", che diventa simbolo di calore e compagnia per Otto, ricordandogli che anche le vite più sole possono meritare attenzione.
Non così vicino è stato girato in Pittsburgh, USA, come confermato dalle fonti ufficiali.
La scelta di questa città non è casuale: il quartiere di villette e case affiancate offre il set perfetto per raccontare la vita di quartiere, il vicino pignolo, le relazioni umane che sbocciano dove meno te lo aspetti.
La sua atmosfera "residenziale" e reale rende la storia ancora più credibile e toccante.
Questo film, più che una commedia pura, è una storia di recupero umano: ci ricorda che anche quando sembriamo chiuderci al mondo, qualcun altro può bussare e portarci nuova speranza.
La sceneggiatura di David Magee - basata sul libro di Fredrik Backman "L’uomo che metteva in ordine il mondo" - non chiude con frasi altisonanti, ma con gesti semplici: Otto non vince contro il dolore con un colpo di scena epocale, ma con la costanza di una relazione umana.
Secondo la critica, è un film "brillante" perché mescola ironia, malinconia e valori autentici. Alcune recensioni parlano di una "resurrezione" interiore: Otto impara che la vita condivisa, con regole ma anche con affetto, ha un valore che non si misura solo in ordine e precisione.
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