L’invito è arrivato come ogni anno, ma questa volta Elly Schlein non lo ha declinato direttamente, ma ha lasciato aperto uno spiraglio: parteciperà ad Atreju se Giorgia Meloni accetterà un confronto a due con lei.
Una proposta che a prima vista potrebbe sembrare un tentativo di mettere in difficoltà la premier – e sicuramente lo sarà stato – ma a un osservatore attento delle dinamiche interne al campo largo, l’ipotesi più plausibile è che la mossa della segretaria del Pd sia più un tentativo di blindare la sua leadership nella coalizione di centrosinistra.
Non è un caso, infatti, se Giovanni Donzelli, il responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia abbia sottolineato che Meloni deciderà se accettare il confronto solo se gli altri invitati – tra cui Giuseppe Conte – non si opporranno.
Ma perché dovrebbero opporsi?
L’invito a Elly Schlein è partito ieri e questa volta – a differenza degli altri anni – dal Nazareno non sono arrivati segnali di chiusura.
La segretaria dem sarebbe disponibile a intervenire alla kermesse politica di Fratelli d’Italia (Giardini Castel Sant’Angelo 6-14 dicembre) ma a una condizione: un faccia a faccia con Giorgia Meloni.
La proposta è stata accolta con prudenza dall’organizzatore Giovanni Donzelli che, tuttavia, non ha chiuso la porta all’eventualità che la premier possa accettare un confronto diretto con la leader dem.
Si tratterebbe del primo faccia a faccia tra le due prime donne della politica italiana in vista delle elezioni politiche del 2027 e per Elly Schlein un investitura agli occhi degli elettori.
Uno sgambetto non a Giorgia Meloni, ma a Giuseppe Conte e a quanti, dentro e fuori il campo largo, vorrebbero insidiare la sua leadership.
Ecco perché Donzelli ha premesso che la presidente del Consiglio prenderà in considerazione la proposta solo se gli altri invitati (Conte, Calenda, Renzi, Bonelli e Fratoianni) non si opporranno.
Non sfugge la tempistica della proposta di Elly Schlein a Giorgia Meloni, proprio mentre nel centrosinistra si discute l’ipotesi primarie per scegliere chi guiderà la coalizione alle Elezioni politiche del 2027.
La segretaria dem è uscita rafforzata dalle elezioni regionali che hanno visto il Partito Democratico attestarsi come il più votato d’Italia.
Una vittoria che intende far pesare all’interno del suo partito per far tacere le voci di dissenso, ma soprattutto per spegnere le mire di chi vorrebbe strapparle la leadership per la corsa a Palazzo Chigi del 2027.
Un faccia a faccia con Giorgia Meloni in questo momento sarebbe una legittimazione del suo ruolo.
Il tentativo di Schlein di ‘mettere il cappello’ sul centrosinistra deve aver fatto suonare più di un campanello di allarme tra chi ancora non ha rinunciato a contenderle la guida del campo largo.
In quel caso il faccia a faccia avrebbe violato la par condicio, nonostante fosse stata offerta la stessa opportunità anche agli altri leader, con una serie di doppi confronti.
La battaglia per le elezioni 2027 è entrata nel vivo soprattutto nel centrosinistra dove si è aperta la partita interna della leadership.
Elly Schlein si è detta favorevole all’organizzazione delle primarie per decidere chi dovrà guidare la coalizione (che comunque non è ancora completamente definita).
Giuseppe Conte non ha fatto mai mistero di non aver mai rinunciato all’idea di guidare la coalizione. All’interno e all’esterno del Pd ogni giorno emerge qualche nome nuovo accreditato dal gossip politico quale avversario di Schlein (Ruffini, Silvia Salis, etc).
Non c’è storia, invece, nel centrodestra dove anche Matteo Salvini ha dovuto cedere alla leadership di Giorgia Meloni, tanto da annunciare a Repubblica l’intenzione di eliminare la dicitura “Salvini premier” dal simbolo della Lega.
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