Il grande spavento per le condizioni di Sonny Colbrelli sembra essere definitivamente passato. Il ciclista italiano, collassato durante la Volta Catalonya 2022 per
arresto cardiaco improvviso dopo essersi impegnato in una volata, è oggi in Italia a ricevere il giusto affetto dalla sua famiglia. Il campione europeo in carica, è ancora in attesa di capire cosa sarà della sua carriera. Prima cosa, però, capire quantomeno se tornare su una bicicletta oppure no. In una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, il ciclista ha esordito in questa maniera:
Molti mi chiedono come sto, sono felice, sono con il mio bimbo. Mi ritengo fortunato. Molto fortunato. Non sono parole di circostanza. Sono tranquillo. E consapevole.
Condizioni Colbrelli, le parole del ciclista
Il 31enne ha quindi continuato così:
Beh, tutti sappiamo che in questo mondo siamo di passaggio. Non ci pensiamo mai, specie se abbiamo una vita piena. Come quella dei ciclisti. Quando mi sono svegliato in ospedale ho faticato a capire cosa era accaduto: difficile da credere e accettare. All’inizio ero arrabbiato con il mondo intero. ‘Perché a me? Cosa ho fatto di male per avere questo?’. Quelli sono stati i giorni peggiori. Poco alla volta ho guardato l’altra faccia della medaglia ed è andata molto meglio. Ero vivo tanto per iniziare. Non smetterò mai di ringraziare i medici, la mia famiglia e la squadra. Sono stati fantastici, non mi hanno lasciato solo un istante, confortandomi.
Condizioni Colbrelli, sul ritiro: "Non mi sento un ex atleta"
Cosa fare nel prossimo futuro? Una risposta ancora non esiste:
Ci sarà un momento in cui faremo tutte le valutazioni, poi decideremo. Ho letto tante cose non vere sul mio conto... Sto bene e mi godo ogni istante. Figli e moglie, in primis. Vado avanti, guardare indietro è inutile. Il futuro è sinonimo di speranza. Se guarderò la Roubaix? Ho sentito la voce che gli organizzatori mi avrebbero invitato ma non è arrivato nulla di ufficiale alla squadra. Non ci sarei andato, comunque. Non mi sento ancora un ex... La guarderò in tv come ho fatto con tutte le altre gare di questo periodo. Nostalgia? Tanta, vedere i compagni correre mi fa venire una voglia... Se sono risalito in bici? No, attendiamo il prossimo step. Al massimo aiuto i miei figli sotto casa... A loro ho mostrato anche la replica della Roubaix. Ridono come matti quando vado giù per terra dopo l’arrivo ‘Papà sei caduto, devi stare attento’. E poi: ‘Ma eri tutto sporco di fango, allora anche noi possiamo andare nelle pozzanghere...’. Non so se sia più dura una Milano-Sanremo oppure un fine settimana appresso ai bambini... Cosa mi è rimasto? L’affetto infinito della gente. Non so quanti messaggi mi siano arrivati. E mi scuso se ho dimenticato di rispondere a qualcuno. Non a Jacobs: mi ha dato forza scrivendomi poche ore prima dell’oro ai Mondiali indoor....