Già pochi minuti dopo l'elezione di Lorenzo Fontana a presidente della Camera dei Deputati i social network dei principali parlamentari italiani sono il termometro del gradimento (o del dissenso) dello scrutinio: tra le prime reazioni di rilievo arrivano quelle del predecessore a Montecitorio, ossia Roberto Fico, i personali auguri dall'ex M5s anche a Ignazio La Russa.
Le reazioni politiche all'elezione di Lorenzo Fontana alla Camera sono probabilmente uno specchio ancor più fedele delle dichiarazioni di facciata alle agenzie stampa.
Oggi è stato sicuramente il giorno della Lega, lo si è intuito dalle fotografie che ritraevano i vertici del Carroccio in larghi sorrisi (ma c'è chi ha notato l'assenza di Riccardo Molinari, inizialmente nome caldo). Esulta Matteo Salvini sui social network parlando di "orgoglio e responsabilità". Giornata indenne per Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni, paparazzata più per il look che per i contenuti, con la premier in pectore che continua a chiedere celerità nella composizione dell'Esecutivo.
Dalle parti di Forza Italia, tuttavia, nonostante le parole rassicuranti di questa mattina di Antonio Tajani è evidente che il ruolo di terza forza della coalizione sia sempre più indigesto. Le uniche parole rintracciabili in prima battuta sono quelle di Giorgio Mulé, che da un lato si congratula con Fontana per l'elezione e dall'altro promette vigilanza su eventuali comportamenti anti-europei e anti-atlantisti.
Dal fronte dell'opposizione c'è parecchia amarezza per il voto in Parlamento, silenzio assoluto in casa Movimento 5 Stelle.
Partendo dal Partito Democratico, la posizione in merito a Lorenzo Fontana era stata ben espressa dallo striscione di Alessandro Zan esposto durante la votazione ("No a un presidente pro-Putin e omofobo") e ricalcata dai commenti che intercettano il malumore ("Il primo a festeggiare è Vladimir Putin"). Enrico Letta si dice pessimista su Twitter e mostra sdegno per l'oltraggio ai valori dell'Italia repubblicana:
Dal Terzo Polo, Calenda ha glissato su Fontana in senso stretto, mentre Matteo Renzi è decisamente più diplomatico ("Non li abbiamo votati ma faccio loro un in bocca al lupo". Molto più netto Ivan Scalfarotto (Italia Viva) che ha parlato di "crescente orbanizzazione".
Dall'alleanza Verdi-Sinistra Italiana Nicola Fratoianni fa l'elenco dei peccati del neopresidente ("Putin, omofobia, Alba Dorata"), mentre Angelo Bonelli crede che con queste nomine la destra di Meloni stia svelando il suo vero volto nostalgico, staccandosi dalla contemporaneità.