Smart working 2023, in aumento i lavoratori da casa. Cresce il lavoro da remoto, col nuovo anno 30/40 mila dipendenti in più.
Cresce lo smart working nel 2023. Si stima infatti che col nuovo anno ci sarà un aumento di circa 30/40 mila dipendenti rispetto al 2022, con circa 4 milioni di lavoratori che in totale lavoreranno da remoto tra dipendenti pubblici e privati.
Se si pensava che con il nuovo anno e il covid più o meno alle spalle lo smart working andasse in pensione così non sarà.
L’aumento dei lavoratori da remoto è una scelta soprattutto riservata alle aziende che hanno ormai sposato questa linea e su cui credono che il dipendente riesca a produrre meglio con un alternanza casa-lavoro.
La scelta dipende anche da altri fattori come il risparmio sul costo dell’energia legata agli aumenti di luce e gas, con un risparmio potenziale di circa 500 euro l’anno per ciascuna postazione.
A puntare sullo smart working è anche il Governo che ha prolungato il lavoro da remoto fino ad aprile per le persone fragili invitando gli altri a tornare però in ufficio.
La decisione ormai però è lasciata alle aziende, sia pubbliche che private, che si apprestano in vista del nuovo anno a potenziare il lavoro da remoto, con regole specifiche con un amento dei giorni di lavoro da casa.
Da gennaio tutti i dipendenti privati potranno svolgere la prestazione lavorativa da remoto solo dopo aver stipulato un accordo individuale e nella Pubblica amministrazione funziona così già da mesi.
Nelle piccole e medie imprese invece il discorso è diverso, dove la presenza ancora fondamentale e il lavoro da remoto è considerato solo una soluzione di emergenza.
Tra le novità degli ultimi due anni, introdotte dall’epidemia covid, c’è il lavoro da remoto, con la possibilità di lavorare da remoto dà benefici ai lavoratori in termini di benessere e produzione, spiegano gli esperti della materia.