Quattro lavoratori barricati su una ciminiera a circa 100 metri d'altezza, in una contestazione rivolta alla possibile fermata degli impianti: accade nel Sulcis, dove gli operai della Portovesme srl hanno dato il via oggi, martedì 28 febbraio, ad una spettacolare protesta.
A illustrare le ragioni dei lavoratori c'è un comunicato: la manifestazione è nata per scongiurare la fermata di quasi tutti gli impianti della Portovesme srl, che metterebbe a rischio 1300 buste paga. A gravare sull'azienda ci sono gli ingenti costi legati al caro bollette. Sono intanto in assemblea permanente da ieri, nel piazzale dell'impresa, i lavoratori degli appalti: presidiata la portineria, dove sono state piazzate anche alcune tende.
Portovesme S.r.l. è totalmente di proprietà di una società controllata del gruppo Glencore International plc, leader mondiale nel commercio di materie prime ed in particolare di metalli non ferrosi. Oggi, come si legge sul sito ufficiale dell'azienda, costituisce l'unico produttore di zinco e piombo in Italia, definito di importanza strategica nazionale.
Saliti sulla ciminiera della Portovesme srl per protestare contro il caro energia, i lavoratori hanno espresso all'Ansa tutta la loro preoccupazione per il proprio futuro.
I quattro sottolineano come "tutte le iniziative pacifiche che abbiamo intrapreso non hanno portato nessun risultato".
Solidarietà dai sindacati, che si rivolgono direttamente ai lavoratori "che hanno intrapreso questa iniziativa a difesa del lavoro". Gli esponenti di Filctem-Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil sottolineano come non ci sia stato "nessun passo avanti delle istituzioni" sul tema dell'energia, rinnovando l'invito ad "un incontro con il ministro competente", "con la massima urgenza".
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