Quattordici anni fa una delle scosse di terremoto più forti della storia del nostro Paese ha colpito L'Aquila. Sono morte 309 persone, 1600 sono rimaste ferite e si contarono 80mila sfollati. Il sindaco della città Pierluigi Biondi parla a Tag24 di come L'Aquila sia cambiata e cosa ancora va fatto per chi nel terremoto ha perso tutto.
La scossa principale si è verificata il 6 aprile 2009 alle ore 3:32 con magnitudo pari a 6,3 (5,8 o 5,9 sulla scala della magnitudo locale) e con epicentro nella zona compresa tra le frazioni di Roio Colle, Genzano di Sassa e Collefracido.
Il sisma colse migliaia di persone mentre dormivano ed ha raso al suolo gran parte della città. Per intensità è considerato il quinto terremoto più forte della storia del nostro Paese. Si sono registrate circa 300 scosse in 48 ore.
Le vittime del sisma sono state 309.
Nel Comune dell’Aquila la percentuale di cantieri finiti nella ricostruzione pubblica era del 49% nel 2020, secondo Open Data Ricostruzione. Sempre secondo la piattaforma la ricostruzione pubblica nel comune dell’Aquila conta così un totale di 361 interventi per complessivi 2,19 miliardi di euro finanziati e 1,5 miliardi erogati. La percentuale di completamento è del 69%.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato in occasione dei quattordici anni dal sisma in un messaggio al sindaco de L'Aquila Pierluigi Biondi. Non solo L'Aquila nel discorso del presidente ma anche altre parti del nostro Paese sono vulnerabili ed esposte ai terremoti. Da qui Mattarella ha ribadito la necessità di impegnarsi per poter arginare i danni delle scosse ed evitare nuove tragedie. Doveroso un passaggio anche sull'università: nel 2009 fu uno degli edifici maggiormente danneggiati dal sisma e tra le 309 vittime si contano anche gli studenti. Ecco la lettera completa che il presidente della Repubblica ha inviato al sindaco Biondi:
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scritto un post Facebook sul sisma che 14 anni fa ha stravolto la città abruzzese: "Sono trascorsi 14 anni da quel terribile terremoto del 6 aprile 2009 che colpì con forza L'Aquila e l’Abruzzo. Quella tragedia toccò il cuore e la mente di tutti gli italiani, che non si tirarono indietro di fronte alle difficoltà e dimostrarono grande solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite. Onoriamo la memoria delle 309 vite spezzate, e ci stringiamo intorno alle famiglie e ai loro cari". scrive Giorgia Meloni.
Un occasione per ribadire l'impegno del governo sul fronte sismico e sulla ricostruzione: "L'impegno per questo forte e orgoglioso territorio non è terminato e il governo lavora per accompagnare e sostenere il completamento della ricostruzione". Secondo Meloni "c'è ancora molto da fare, ma abbiamo la possibilità di far risorgere L'Aquila e i Comuni del cratere e renderli ancor più belli e fieri di prima. Continueremo a fare la nostra parte".
Arriva anche il ricordo da parte del capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio dalla notizia della scossa fino alla convocazione del comitato operativo. Il numero uno della Protezione civile racconta quella giornata di quattordici anni fa a Rai Radio1 al Gr1. Nel 2009 Curcio dirigeva l'ufficio gestione emergenze del Dipartimento e secondo lui la maggiore difficoltà fu che per la prima volta "abbiamo avuto a che fare con un numero importante di persone sfollate di una città importante. E la difficoltà è stata soprattutto il numero delle persone, oltre poi gli eventi tragici che hanno colpito alcune località. Quindi evidentemente i problemi sono diventati importantissimi. Arriva poi una domanda sul presente della città abruzzese e se, effettivamente si è ripresa dal sisma: Oggi la città ha un livello di ricostruzione privata molto avanzata, con tecniche di assoluta sicurezza. Ovviamente c’è una ricostruzione pubblica che ancora arranca. E poi ci sono le località intorno all’Aquila che sono a buon punto.
Una storia dalla quale l'Italia ha imparato tantissimo, perché in questo senso-secondo Curcio-L’Aquila è stata il punto di riferimento: "Da quella drammatica esperienza sono partite tante iniziative che oggi sono operative: il coordinamento della parte sanitaria, il rapporto con il volontariato". Una lezione così importante dalla quale non si smette ancora oggi di imparare: "L’Aquila è stata un test importantissimo.
Il Partito Democratico è vicino all’Aquila. A dirlo è Michele Fina, segretario dem in Abruzzo raccontando che negli anni il Pd lo ha dimostrato creando le condizioni: "a cominciare della garanzia di un flusso di risorse adeguato e certo, perché la progettazione del rilancio avvenisse nei termini attuali". Il segretario dem dell'Abruzzo inoltre ha aggiunto che "I meriti di quanto di positivo si sta realizzando nel processo di ricostruzione sono degli aquilani, un popolo che ha dimostrato forte resilienza, grande passione, notevole lungimiranza. Rendiamo merito oggi, nella ricorrenza del sisma, a loro, e ricordiamo chi vi ha perso la vita.
Il ministro della protezione civile, Nello Musumeci, oggi era in visita nelle zone dell'Umbria colpite dal terremoto del 6 marzo ed ha detto la sua sull'anniversario di oggi: "Accolgo volentieri l’invito del sindaco Pierluigi Biondi ad indossare oggi il ‘ fiore della memoria’ in ricordo delle 309 vittime del terremoto che il 6 aprile 2009 colpì la città dell’Aquila" poi ha continuato "accelerare sulla ricostruzione e diffondere la prevenzione significa rendere onore nel migliore dei modi alla memoria di chi ha perso la vita in quella calamità. Anche il presidente del Senato Ignazio La Russa ha parlato della tragedia di quattordici anni fa: "E' ancora vivo in noi il dolore per le 309 vittime del terremoto a L’Aquila. L’intera Nazione oggi si stringe attorno alla città e ai familiari di chi non c’è più". La seconda carica dello Stato all'epoca era ministro della Difesa e ricorda su Facebook l'impegno del governo Berlusconi IV all'epoca e l'importanza dei fatti del 2009 "Quella tragedia ci ricorda quanto sia fondamentale portare avanti politiche di prevenzione sismica per rendere sicuri quei luoghi vulnerabili del nostro vivere quotidiano, città, paesi, borghi, garantendo ai cittadini il diritto ad una vita serena. E' un impegno che deve riguardare l’intera comunità nazionale, senza distinzioni istituzionali e politiche, affinché nessuno sia più costretto a piangere l’ingiusta scomparsa di una persona cara" conclude La Russa.