Stop del Parlamento Ue a dispositivi, apparecchiature e software prodotti da Cina e Russia. È l'ultima novità del rapporto redatto dalla commissione contro le ingerenze straniere dell'Eurocamera. Il report presentato oggi, mercoledì 26 aprile, è stato adottato con 27 voti a favore, un astenuto e un contrario.
La richiesta degli eurodeputati all'Ue è di impedire l'uso di strumenti e applicazioni prodotti da Paesi "ad alto rischio". In cima alla lista nomi noti come TikTok, Huawei, ZTE, Kaspersky, NtechLab o Nuctech.
I casi principali d'interferenza citati dal Parlamento Ue riguardano "la promozione di Gazprom in Germania, le attività di intelligence russe in Ungheria e la disinformazione contro comunità Lgbtiq+ in Slovacchia, Ungheria e Polonia".
Il rapporto chiede all'Ue di "sviluppare una strategia coordinata contro l'interferenza straniera e la manipolazione delle informazioni" e di adottare "misure per combatterla, includendo lo stanziamento di finanziamenti adeguati per le attività di sviluppo delle capacità di contrastato alla disinformazione".
Nel mirino del testo c'è il conflitto russo-ucraino, che a detta degli europarlamentari ha reso ancora più evidente il legame tra le interferenze straniere e i rischi per la sicurezza dell'Ue. Il rapporto pone l'attenzione anche ai Paesi nelle immediate vicinanze, a cominciare dai Balcani occidentali e dal partenariato orientale.
Gli eurodeputati esortano infine la Commissione a consentire l'effettiva tracciabilità delle donazioni "per contrastare le transazioni finanziarie vietate provenienti da Paesi terzi che entrano nel sistema politico dell'Ue". L'invito agli Stati membri è quello di affrontare con urgenza "la questione delle donazioni dai Paesi terzi ai partiti politici nazionali".
Già dallo scorso febbraio, ai dipendenti del Parlamento europeo era stato vietato l'utilizzo di TikTok. In particolare, per motivi di sicurezza, era stato messo al bando l'uso dell'app sui telefoni del personale. In diversi Paesi l'app è stata limitata: in Europa da Belgio e Danimarca, altrove in Canada e Nuova Zelanda, per citarne alcuni.
Poche settimane dopo, il dipartimento di Giustizia Usa ha avviato un'indagine sulla piattaforma cinese ByteDance, proprietaria di TikTok. L'accusa è quella di spionaggio dei cittadini americani.
Per quanto riguarda l'Italia, a marzo scorso, il Partito Democratico ne ha chiesto la rimozione dai dispositivi governativi.