Il ministro per la Famiglia Eugenia Roccella commenta la nuova legge contro la violenza sulle donne, da poco approvata in Consiglio dei ministri. In un'intervista al Quotidiano Nazionale, l'ex sottosegretaria nel governo Berlusconi si concentra in particolare sull'uso del braccialetto elettronico e sull'imposizione di una distanza di sicurezza tra vittima e potenziale aguzzino.
Roccella si concentra poi sui ritardi nelle misure cautelari per gli autori di violenze, sottolineando che "alcune vite potevano essere salvate se si fosse agito per tempo". Per questo motivo "termini stringenti sono necessari se vogliamo fermare questa scia di sangue".
Ma punire i trasgressori non basta: c'è bisogno di un lavoro "anche sul piano culturale" per contrastare e debellare ogni proposito di violenza. A tal proposito, il ministro sottolinea come "i due piani si sostengono a vicenda" perché le leggi "fanno cultura".
Roccella prova poi a identificare le ragioni che scatenano le azioni riprovevoli che finiscono agli onori delle cronache. Alle forme più antiche di controllo sul corpo della donna "se ne aggiungono di nuove, di segno molto diverso".
A tal proposito, l'auspicio è di "una società con pari opportunità, che per essere tali non possono nascere dall'omologazione ma dalla valorizzazione della differenza".
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