Antonio Razzi, ex senatore forzista, era molto legato a Silvio Berlusconi. E per questo fa ancora fatica a credere che il Cavaliere sia scomparso. La morte di Silvio Berlusconi ha, d’altronde, profondamente scosso tanti italiani che in lui hanno creduto nel corso di questi decenni. Impossibile non notare come Berlusconi sia però riuscito a guadagnare la stima anche di coloro che non la pensavano come lui, come dimostrano gli attestati di stima arrivati in questi giorni da ogni schieramento politico. «Nel bene o nel male», come si ripete in queste ore, la figura di Silvio Berlusconi ha infatti attraversato trent’anni di storia del nostro Paese, plasmandone fortemente le sembianze.
Antonio Razzi ricorda, in questa intervista esclusiva realizzata dalla redazione di TAG24, il presidente Silvio Berlusconi, scomparso lunedì all’età di 86 anni. Il giorno dopo i funerali del Cavaliere, tenutesi in una piazza Duomo a Milano gremita, Razzi ha voluto affidare ai nostri microfoni il suo ricordo dell’ex presidente del Consiglio, cui lo lega una profonda stima nonostante la mancata ricandidatura da parte di Forza Italia dal 2018 in poi.
Antonio Razzi, come ha vissuto la notizia della scomparsa del presidente Silvio Berlusconi?
Per me Berlusconi non è morto. Faccio fatica a credere non ci sia più, anche se ieri ero ai suoi funerali. Dal giorno della sua scomparsa sono tristissimo, non riesco neanche a dormire. Berlusconi è stato l'unico politico che mi ha abbracciato e mi ha detto «Benvenuto della mia famiglia!». Questo perché lui non era una persona invidiosa: scherzando mi diceva sempre che ero quasi popolare di più. Io rispondevo che ovviamente non era vero: lui era conosciuto in tutto il mondo, mentre io principalmente dagli italiani e soprattutto dai giovanissimi che faccio divertire su TikTok. Su questo mi appoggiava, perché ripeteva sempre che dovevamo essere vicini alle nuove generazioni.
Qual è il primo ricordo che le viene in mente se pensa a Berlusconi?
"Ce ne sono tanti. Oltre a quell'abbraccio che le dicevo, ricordo quando lui mi disse: «Antonio, tutti mi chiedono cose ma tu invece non mi chiedi mai niente». Ed è così: io non ho mai chiesto niente a nessuno, tutto quello che ho fatto l’ho guadagnato da solo. Proprio come Berlusconi che è partito da zero.
Io ho lavorato quarantuno anni in una fabbrica tessile in Svizzera, dove sono stato capo operaio, ufficiale dei pompieri e poi impiegato nell'ufficio di amministrazione. Dopo la fine della mia giornata lavorativa continuavo a lavorare per arrotondare la paga. Berlusconi aveva capito che io, a differenza di altri, non avevo mai chiesto niente che non avessi guadagnato".
Le è piaciuta l’omelia fatta ieri dall'arcivescovo Deplini?
"Si, e devo fare i complimenti agli organizzatori. Temevo ci potesse essere qualche contestazione nella piazza. Invece non c’è stato nulla, anzi è stata una giornata bellissima in cui si è visto un grande affetto da parte del popolo e da parte di tutti gli schieramenti politici. Mi sono commosso".
Le è dispiaciuto non riuscire a salutare la salma di Berlusconi?
"Si, ma io già sapevo che non sarei potuto entrare perché avevo chiamato il giorno prima. Non sono stato rifiutato come hanno scritto i giornali. Avevo chiesto di poterlo salutare, volevo portare lui una rosa come il nome della sua mamma. Mi è però stato detto che non sarebbe stato possibile, e dunque mi sono tirato indietro. È stato Massimo Boldi casomai a insistere per entrare. Io neanche ho rilasciato un'intervista: ero lì solo per il Presidente.
Anche ieri in piazza, per dirle, tante persone mi hanno chiesto i selfie. Io non dico mai di no, ma è brutto che durante un funerale le persone mi chiedano le foto. Per questo ieri ho solo rilasciato una battuta, dicendo che Berlusconi mi ha insegnato tante cose. E ho detto questo con il sorriso, perché è stato lui a insegnarmi che durante le interviste bisogna sempre sorridere, anche con chi ti attacca. Mi porto dietro questo insegnamento: il sorriso apre tutte le porte.
Ho adoperato questo sistema anche quando ho incontrato Kim Jong-un, il capo della Corea del nord. Proprio lui anzi mi chiese perché il presidente Berlusconi non era potuto venire. Eravamo negli anni in cui lui era stato estromesso dal Senato, con tutto quello che di vergognoso ne è conseguito.
Io voglio ricordare che Berlusconi è riuscito a fare qualsiasi cosa nella sua vita: il calcio, Mediaset, Milano2, Milano 3.. la lista è lunga. In politica ha fatto stringere la mano a Bush e Putin a Pratica di Mare. Lui aveva un talento: sapeva far legare le persone. Per questo sono sicuro che, se gli fosse stata data l'opportunità, avrebbe giocato un ruolo fondamentale nel fermare la guerra in Ucraina. Berlusconi è sempre riuscito in tutto, ma ha dovuto scontrarsi con tanta invidia e tanta gelosia. Non gli è stato permesso di fare di più per via delle competizioni interne elettorali. Lo stesso, peraltro, è accaduto a me.".
Cosa intende?
"In molti mi prendono in giro, ma io lascio correre perché le persone non sanno cosa scrivere. La verità è che c'è tanta invidia e gelosia, con le quali non si costruisce niente. Io ad esempio mi sono messo a disposizione per le prossime elezioni europee, ma ad oggi ancora non ho ricevuto risposta. Anche in questo caso, non ho chiesto nessun favore. Conterei solo sulle mie preferenze e sul mio rapporto con i cittadini. Temo però che la risposta sia no. Eppure sono popolare, soprattutto tra i giovani. E mi faccia dire: quando io iniziato su TikTok sono stato molto criticato. E oggi? Tutti i politici si sono iscritti".
Quale possibile futuro vede per Forza Italia, ora privata di Silvio Berlusconi?
"Il 7-8% che aveva Forza Italia era tutto di Berlusconi. Chi altro porta voti al partito? Io avevo comunicato a Berlusconi che non vedevo di buon occhio alcune scelte fatte, specialmente nella mia regione che conosco bene. In disaccordo con queste decisioni non ho neanche rinnovato la tessera. Credo che in alcune scelte ci sia, come ho detto prima, lo zampino di gelosie e invidie, oltre che la paura di qualcuno che chieda qualcosa dopo aver ottenuto risultati".
Da come dice non sembra che lei veda un grande futuro per il partito..
"No, questo mi dispiacerebbe. È brutta l'idea che il partito creato dal presidente Berlusconi finisca la sua storia. Però per continuare serve gente che amava e ama Berlusconi e che lotti per portare avanti il suo nome".
Non si sbilancia dunque nel fare previsioni su cosa accadrà a Forza Italia?
"Potrebbe accadere una grande rivoluzione, io l’ho visto per anni in Parlamento. Gente che si vuole apparentare qua, gente che si vuole accordare di là.. Oggi come oggi Forza Italia non ha un leader forte. Avevo suggerito al presidente Alessandro Cattaneo, che è stato uno dei migliori sindaci d'Italia ed è una persona sveglia e presentabile.
A proposito di essere presentabili: per Berlusconi la presenza era fondamentale. Lui faceva molto caso ai dettagli, a come era il doppiopetto, la chiusura della giacca, la posa nelle foto. Nella politica ci vuole immagine: anche Giuseppe Conte ad esempio è uno elegante, che non si arrabbia mai. Fossi stato in lui avrei fatto delle scelte diverse e non me ne sarei andato nei 5S, che hanno fatto mille errori".
E di Matteo Renzi che pensa?
"Renzi si è rovinato con il referendum. Che poi l'idea di fare il Senato delle regioni e mantenere la Camera dei deputati era di Berlusconi. Ricordiamo poi che Renzi tradì il patto del Nazareno.
Per me però l'errore maggiore è stato la riduzione dei parlamentari, che ha allontanato ancora di più i cittadini dalla politica. In Abruzzo prima c'erano 21 parlamentari, oggi 14. Bene, se già non si vedevano sul territorio i 21 di prima pensi i 14 di oggi. Le persone ancora mi cercano per risolvere i loro problemi, ma io non sono più in Parlamento. E neanche so i motivi. Berlusconi mi disse che avevano cambiato all'ultimo le liste, a sua insaputa. Boh..".