Gli ultimi atti della partita politica sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, sono pronti per essere giocati. Dopo mesi di rinvii, infatti, gli spazi del Governo per posticipare ulteriormente la decisione finale sulla ratifica si fanno sempre più stretti. Nonostante la decisione della maggioranza di disertare i lavori di ieri in commissione Esteri, infatti, il 30 giugno il provvedimento arriverà in Aula. Entro quella data, dunque, il Governo dovrà decidere se intraprendere la strada del realismo (la mancata ratifica complicherebbe i rapporti con l'Europa) o quella della coerenza con la propria storia politica. Come è noto, infatti, Fratelli d'Italia e Lega hanno da sempre avversato con forza la possibilità che l'Italia ratificasse il Mes. La posizione tenuta per anni da opposizioni, tuttavia, potrebbe non essere più adatta alla nuova natura di forze di Governo.
Il tempo del Governo per assumere una posizione definitiva sul Mes inizia a scadere. A poco è infatti servito l'aver disertato i lavori di ieri in Commissione Esteri. Entro breve, infatti, la maggioranza di Giorgia Meloni dovrà a breve chiarire se intende o meno ratificare la riforma del Meccanismo europeo di stabilità.
Come già chiarito ieri dal coordinatore nazionale Stefano Bandecchi, tra le forze politiche favorevoli alla ratifica del Mes c’è saldamente Alternativa Popolare. A confermarlo, infatti, è anche il presidente di AP, Paolo Alli, che oggi si rivolge al Governo affinché sia superata la posizione pregiudiziale assunta ormai da anni sul Meccanismo europeo di stabilità. Secondo Alli, infatti, la presidente Giorgia Meloni deve prendere atto che «è finito il tempo della propaganda elettorale» e che mantenendo questa posizione «l’Italia rischia di perdere credibilità internazionale».
L’invito del presidente di Alternativa Popolare è dunque chiaro: il Governo deve abbandonare gli strascichi di «una linea euroscettica che farà malissimo al Paese, anche in vista delle prossime scadenze del Pnrr». Le conseguenze di una mancata ratifica, peraltro, avrebbero un dannoso impatto non solo sui rapporti con l'Europa, ma anche e soprattutto sul benessere di famiglie e aziende.
L'importanza di questa scelta determina, dunque, l'impossibilità a perdere ulteriore tempo. Ma vale davvero la pena di continuare su una linea meramente identitaria in grado di danneggiare il Paese? Secondo Alli certamente no: per questo il presidente di AP invita a seguire «la linea coraggiosamente e saggiamente indicata dal ministero guidato da Giorgetti, il quale ha evidenziato come il Mes sia un importante strumento di salvaguardia da approvare immediatamente».
Sulla base di queste considerazioni, dunque, Paolo Alli lancia un appello al Governo a nome di tutta Alternativa Popolare: